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Slovenia al voto, terremoto politico

Il conteggio dei voti in Slovenia non è ancora ultimato del tutto ma dallo spoglio si profila un vero e proprio terremoto politico. 

Dalle urne infatti esce trionfatore il giurista Miro Cerar che ottiene, presentandosi per la prima volta alle elezioni con il suo movimento SMC, il 34.6% dei voti (36 seggi sui 90 totali) raccogliendo la percentuale più alta per un partito negli ultimi 24 anni, da quando cioè la piccola repubblica è diventata indipendente. Pur dichiarandosi un movimento civico ‘né di destra né di sinistra’, di fatto il movimento di Cerar fondato pochi mesi fa in polemica con il degrado e la corruzione della classe politica locale propende più verso il centrosinistra. Anche molti dei voti che ha raccolto provengono dall’elettorato deluso di centrosinistra, orfano dopo la scissione del movimento ‘Slovenia Positiva’. Sull’orientamento dell’elettorato sloveno ha pesato anche la posizione tiepidamente contraria del nuovo movimento rispetto alle privatizzazioni selvagge imposte a Lubiana dall’Unione Europea contro le quali nei mesi scorsi si sono sviluppate proteste sindacali e popolari di massa, come del resto sta avvenendo ora nella vicina Croazia.
Al secondo posto per consensi si è piazzato il Partito democratico sloveno (centrodestra) dell’ex premier Janez Jansa – attualmente in carcere – con il 20,6% e 21 seggi, il 7% in meno rispetto alle scorse elezioni.
Segue in terza posizione il partito dei pensionati Desus (centrosinistra) con il 10,2% e dieci seggi. Buon risultato – anche se minore rispetto a quanto facevano presagire i sondaggi della vigilia e gli exit poll di ieri sera – per la Sinistra Unita, vicina al partito della Sinistra Europea e alle posizioni di Alexis Tsipras, che ha raccolto il 6% dei consensi e sei seggi. E’ la prima volta da quando Lubiana è indipendente che un partito dichiaratamente di sinistra supera l’asticella del 4% e riesce ad entrare in parlamento, anche in questo caso grazie allo scontento popolare per le politiche liberiste degli ultimi governi e per i catastrofici risultati dei diktat della troika europea.
Stessa percentuale e stesso numero di seggi per il Partito Socialdemocratico.
A seguire ci sono il partito Nova Slovenija con il 5,5% e cinque parlamentari e infine l’Alleanza di Alenka Bratusek con il 4,3% e quattro parlamentari. Due seggi parlamentari sono infine riservati ai rappresentanti della minoranza italiana e ungherese. Ancora in forse il superamento della soglia del 4% da parte del Partito popolare sloveno di centro-destra.
Da segnalare che l’affluenza alle urne è stata molto bassa: a votare è andato soltanto il 50,9% degli aventi diritto, record negativo assoluto. Considerando la percentuale di voti nulli e schede bianche il nuovo parlamento rappresenta di fatto la minoranza del popolo sloveno. 

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