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Israele incerta tra tregua e avanzata

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu sta esaminando a Tel Aviv, con i ministri del Consiglio di sicurezza del governo, la proposta di tregua in Medio Oriente avanzata dall’Egitto. Lo riferisce la radio militare di Israele.

Intanto, nella notte sono stati sparati alcuni razzi verso il territorio israeliano dal Sinai egiziano, dal Libano e dalla Siria. L’unico che abbia provocato dei feriti è stato diretto verso la città turistica israeliana di Eilat (mar Rosso), dove sono esplosi tre razzi che hanno ferito tre persone. Dal Libano due razzi sono stati sparati verso la Galilea occidentale e dalla Siria altri due razzi sono stati lanciati verso il Golan, senza alcun effetto.

Quello che è considerato il braccio armato di Hamas, le Brigate Ezzedin al-Qassam, ha rifiutato la proposta egiziana di cessate il fuoco, minacciando di «inasprire» ulteriormente il conflitto con Israele.
«Se il contenuto di questa proposta è quel che sembra, si tratterebbe di una resa e noi la rigettiamo senza appello», affermano le Brigate in un comunicato. «La nostra battaglia contro il nemico si intensificherà», aggiungono.

Ieri sera una fonte militare israeliana aveva detto ad Haaretz che «ci sono segnali sempre più forti che Hamas sia pronto ad una tregua». Anche se successivamente un responsabile di Hamas, pur confermato la mediazione in corso, aveva aggiunto che, al momento, non c’era alcun accordo su una tregua.

La proposta Egiziana prevede la cessazione delle ostilità aeree, marittime o terrestri e la disponibilità ad accogliere, entro 48 ore dalla tregua, delegazioni di alto livello israeliane e palestinesi per aprire i negoziati.

Da parte sua, Israele pretenderebbe da parte di Hamas la consegna delle riserve di razzi e lo smantellamento di tutti i tunnel tra la Striscia e l’Egitto. Quella della ‘smilitarizzazione’ di Gaza è stato uno dei punti ribadito dal Gabinetto di sicurezza israeliano nella riunione della notte, che ha confermato il prosieguo dei raid aerei sulla Striscia e il richiamo di altri riservisti. In pratica, il governo israeliano vorrebbe che Gaza restasse una prigione a cielo aperto, ma senza alcuna difesa.

Le voci che avvolgono la trattativa indiretta tra le parti, riportate da alcune agenzie di stampa, indicano che tra le richieste di Hamas c’è invece la liberazione dei 56 militanti di Hamas riarrestati da Israele in Cisgiordania dopo il rapimento dei tre ragazzi ebrei e che erano stati liberati in cambio del rilascio di Gilad Shalit. Oltre naturalmente la riapertura del valico di Rafah, tra la Striscia e l’Egitto, e lo sblocco dei fondi per pagare gli stipendi dei circa 40.000 impiegati dell’amministrazione palestinese a Gaza.

Dove nel frattempo cresce l’intollerabilità della situazione della popolazione.
Secondo l’associazione umanitaria Oxfam ci sarebbero «395mila civili in 18 località senza acqua e servizi igienico-sanitari». I morti sono intanto saliti ufficialmente a 180 in una sola settimana di bombardamenti.

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