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La Libia brucia

Continuano gli scontri in Libia. In particolare, sono almeno 50 i cadaveri trovati nelle ultime ore nella base delle Forze speciali libiche conquistata ieri dai miliziani islamisti a Bengasi dopo 48 di durissima battaglia. 

Secondo il quotidiano locale Libya Herald si tratta di una “sconfitta maggiore per il suo potere e sul piano strategico” per le Forze speciali dell’esercito, costrette ad abbandonare il loro quartier generale ai gruppi radicali, tra cui i miliziani jihadisti di Ansar al Sharia i cui capi si sono fatti ritrarre in un video poi diffuso in rete mentre esultano davanti alla base appena conquistata esponendo il ‘bottino di guerra’ costituito da decine di armi anche pesanti e da numerose casse di munizioni. Inoltre i ribelli islamisti sarebbero riusciti ad entrare nella vicina sede del 21° battaglione dell’esercito libico.
Dopo aver inizialmente negato la perdita del quartier generale nella località orientale del paese scosso dagli scontri tribali e dalla guerra civile, nella serata di martedì Wani Bukhamada, comandante dell’unità delle Forze speciali, ha confermato la sua decisione di ritirarsi assieme ai suoi uomini finora impegnati nelle operazioni del generale golpista Khalifa Haftar – sostenuto da parte delle forze armate, dai paesi occidentali e dall’Egitto – contro le milizie di Bengasi, in corso dallo scorso maggio, senza grande successo.
Altri 25 cadaveri di persone uccise negli scontri tra milizie e truppe fedeli al generale Khalifa Aftar sono stati portati negli obitori degli ospedali.

La situazione rimane altrettanto grave ed incerta a Tripoli, dove continuano a bruciare due giganteschi depositi di carburante, nei pressi dell’aeroporto, in attesa dei soccorsi italiani decisi dall’Eni e dal governo Renzi che però tardano a raggiungere le forze libiche alle prese con il gigantesco rogo.

Nel frattempo, la Francia ha deciso di dare disposizione a tutti i suoi cittadini presenti sul territorio libico di lasciare il paese e ha completato l’operazione di evacuazione di un buon numero di essi. L’annuncio è stato dato da un portavoce dell’esecutivo francese. Con i cittadini francesi sono stati fatti uscire dal paese anche diversi cittadini britannici. Tra i francesi evacuati dalla Libia, secondo fonti diplomatiche transalpine, c’è anche l’ambasciatore di Francia a Tripoli. «Tenuto conto della situazione di sicurezza, i locali occupati dalla nostra ambasciata sono temporaneamente chiusi», ha confermato il portavoce aggiunto del ministero degli Esteri francese, Vincent Floreani. Nel frattempo, l’Egitto ha «raddoppiato» il proprio personale dislocato «sui confini» tra Libia e Tunisia per aiutare gli egiziani a lasciare il Paese a causa dei combattimenti in alcune città.
Ma non sono solo i combattimenti a causare vittime, perché anche il mare al largo delle coste di Tripoli continua a inghiottire anonimi migranti. Più di 20 persone sono morte ieri e decine di altre risultano disperse dopo il naufragio della loro imbarcazione al largo del paese africano. «Una pattuglia della marina ha tratto in salvo 22 migranti che erano aggrappati ai resti della loro barca», ha detto alla France presse il colonnello Ayoub Kassem, portavoce della Marina Libica, riferendo poi del recupero di più di 20 corpi senza vita.

I sopravvissuti hanno raccontato che erano circa 150 le persone a bordo dell’imbarcazione, naufragata al largo di Al-Khoms, circa 100 chilometri a est di Tripoli.

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