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Galles: è partita la marcia contro il vertice Nato

In una piccola città del Galles è cominciata nei giorni scorsi una marcia, che durerà ben tre settimane, il cui obiettivo è denunciare la militarizzazione del territorio e protestare contro il vertice della Nato che si terrà il 4 e 5 di settembre nella località gallese di Newport dove arriveranno circa 60 tra capi militari e leader politici dei 28 paesi aderenti al Patto Atlantico. 

Per il vertice il governo britannico ha già mobilitato una quantità enorme di forze dell’ordine, ben 9000 gli agenti previsti in una delle ‘operazioni’ di polizia più massicce della storia del Regno Unito. La zona rossa prevista per l’occasione, nel tentativo di tenere lontani i contestatori, sarà molto estesa e gli edifici dove si svolgeranno gli incontri dei rappresentanti della Nato saranno circondati da ben 20 chilometri di transenne e reti.
Nelle tre settimane di protesta itinerante – che include anche un campeggio e poi un controvertice – gli organizzatori si aspettano la partecipazione di 20-30 mila persone tra delegati sindacali, militanti della sinistra e delle organizzazioni anticapitaliste e antimperialiste, attivisti delle organizzazioni pacifiste e di alcune realtà politiche autonomiste e indipendentiste. Tutti accomunati da un ‘no’ netto alle politiche della Nato e contrari all’escalation militare dell’Alleanza Atlantica lanciata in territorio europeo dopo la reazione russa al colpo di stato filoccidentale di febbraio in Ucraina.
“Siamo preoccupati per la minaccia che la Nato rappresenta per la stabilità e la pace mondiale” hanno spiegato venerdì gli organizzatori della marcia in occasione della partenza. “E’ uno strumento di forza guidato dagli Stati Uniti che agisce per soddisfare gli interessi dei ricchi e dei potenti, accelerando la militarizzazione, scavalcando le Nazioni Unite e il diritto internazionale e aumentando le spese militari” hanno aggiunto i promotori della protesta che chiedono che i fondi finora investiti nella corsa agli armamenti vengano invece investiti in ospedali, scuole e altri servizi pubblici.

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