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Sanzioni: la Russia cerca alternative e trova l’Egitto di Al Sisi

Dalle armi all’agricoltura: la Russia che da mesi cerca alternative ai partner occidentali che hanno deciso di scatenare una escalation di sanzioni contro Mosca ora lavora per rafforzare e ampliare i rapporti militari e commerciali con l’Egitto, dopo aver ottenuto i primi risultati in America Latina e in Asia. 
L’Egitto, che “ha già aumentato le forniture agroalimentari alla Russia del 30%, si è detto pronto in tempi brevissimi ad un ulteriore aumento del 30%”, ha detto Vladimir Putin ieri dopo l’incontro a Sochi con l’omologo egiziano Abdel Fatteh Al Sisi. La Russia varerà in tempi brevissimi misure per facilitare l’accesso delle esportazioni alimentari egiziane al mercato russo, ha aggiunto il capo del Cremlino, e delegazioni delle autorithy veterinaria e fitosanitaria Rosselkhoznadzor e di altre agenzie governative coinvolte nel settore agroalimentare e commerciale si recheranno presto al Cairo per incontrare direttamente i fornitori.
Al di là delle dichiarazioni ottimiste e delle rassicurazioni quotidiane ai consumatori russi, il governo russo deve correre ai ripari e colmare velocemente il vuoto che si creerà con il blocco dell’import dai Paesi dell’Ue, e anche dagli Usa, da Australia, Canada e Norvegia. Per gestire le consegne egiziane, ha annunciato tra l’altro il presidente russo, sarà allestito un centro logistico sulla costa del Mar Nero.
Il ministero dell’Agricoltura ha subito commentato l’annuncio di Putin, traducendo la promessa di un 30% in più di prodotti egiziani nella “copertura” del 40-50% delle importazioni di arance, patate, cipolle e aglio previste dai Paesi soggetti ad embargo.
Mosca ha anche un problema di allineamento dell’Unione doganale – per ora limitata a Bielorussia e Kazakistan – con la messa al bando dei prodotti europei ed americani: i due Paesi ex sovietici hanno promesso di aumentare le loro forniture alla Russia, ma hanno per ora declinato l’invito a sottoscrivere le sanzioni contro l’Occidente. Ieri Putin ha affermato che tutta l’Unione dogane valuterà la creazione di una zona di libero scambio con l’Egitto, che tra l’altro ha bisogno di grano e quest’anno ne importerà dalla Russia almeno 5,5 milioni di tonnellate.
Inoltre, Russia ed Egitto intendono ampliare la cooperazione nel settore della tecnologia militare, ha dichiarato il presidente Vladimir Putin a conclusione dei colloqui di Sochi con il collega egiziano. Il capo del Cremlino non è entrato nei dettagli ma già nei mesi scorsi con il governo egiziano erano stati discussi accordi preliminari per una grossa fornitura, da almeno due miliardi di dollari.
Non sfugge agli analisti che l’Egitto ha deciso di giocare su due tavoli, visto che il regime militare che ha destituito e fatto arrestare il presidente islamista Morsi e messo al bando i Fratelli Musulmani gode di un forte appoggio da parte di Washington e ha da subito ricercato una stretta collaborazione con le autorità israeliane contro il comune nemico (Hamas).

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