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Mosca e Kiev a un passo dalla guerra? Altre bombe e morti a Donetsk

Sta vivendo in queste ore un’improvvisa ed in parte inattesa escalation la crisi scatenata in Ucraina dal golpe filoccidentale di febbraio e dall’avvio di una vasta operazione militare, da parte del nuovo regime nazionalista di Kiev, nei confronti degli insorti delle regioni sudorientali.

Nel pomeriggio di oggi la Giunta di Kiev ha affermato che ieri sera una colonna militare russa avrebbe sconfinato nel proprio territorio attraverso il posto di frontiera di Izvarino, che era stato chiuso dal governo in quanto controllato dagli insorti. Secondo quanto affermato dal presidente ucraino, l’oligarca Petro Poroshenko, in una telefonata al premier britannico Cameron, le forze armate di Kiev avrebbero attaccato e distrutto il convoglio, ma finora nessuna prova documentale dell’avvenuta battaglia è stata fornita. Secondo notizie più recenti, ma anche queste non confermate, durante la notte l’artiglieria ucraina avrebbe aperto il fuoco contro la colonna composta da blindati e mezzi militari e ne avrebbe danneggiati o distrutti alcuni.
«La nostra intelligence ha confermato che una colonna di trasporti blindati e camion ha attraversato la frontiera attraverso il passo di Izvariné, termporaneamente chiuso», ha affermato un portavoce militare di Kiev, confermando le informazioni fornite da alcuni giornalisti occidentali presenti nella zona diffuse durante la giornata di oggi. Il quotidiano britannico Guardian, citando la testimonianza oculare del suo corrispondente da Mosca, Shaun Walker, aveva affermato che «i mezzi russi hanno attraversato il confine usando una strada sterrata e passando in un varco nella rete di filo spinato che demarca il confine». Un giornalista del Telegraph, anche lui presente sul posto, aveva parlato di 23 veicoli blindati di trasporto truppe, camion cisterna ed altri veicoli logistici alcuni dei quali avevano varcato il confine.
Da parte loro i servizi segreti russi (Fsb) negano lo sconfinamento in Ucraina di colonne militari russe, ma affermano che alcuni reparti mobili di militari delle Guardie di Frontiera di Mosca sono state dislocate nelle immediate vicinanze del confine con l’Ucraina.
Nell’attesa di notizie più dettagliate su quanto avvenuto realmente – per ora le affermazioni sulla distruzione dei blindati russi in territorio ucraino non hanno avuto alcuna conferma – le poche borse europee aperte oggi hanno subito un vero tracollo – quella di Londra in particolare – così come quella di New York mentre il Consiglio dei Ministri degli Esteri dell’Ue convocato per discutere della situazione in Medio Oriente ha espresso la sua ‘preoccupazione’. La Nato intanto ha lanciato nuove accuse contro la Russia, affermando che se lo sconfinamento russo in territorio ucraino fosse confermato rappresenterebbe una «ulteriore prova che la Russia sta facendo l’opposto di quello che dice. Mosca è responsabile dell’escalation, anche se esorta alla de-escalation». Dopo la dichiarazione della portavoce Oana Lungescu è intervenuto anche il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Anders Fogh Rasmussen, che ha ridimensionato il tutto parlando di uno sconfinamento e non di una invasione russa. “Penso sia solo la continuazione di ciò che vediamo da qualche tempo, un flusso di forniture» ha detto Rasmussen.
Intanto, da stamattina sono bloccati al confine tra Russia e Ucraina i circa 280 camion partiti nei giorni scorsi da Mosca e carichi di tonnellate di aiuti umanitari diretti alle popolazioni del Donbass sottoposte ad un assedio accompagnato da intensi bombardamenti. Secondo quanto riferiscono le agenzie di stampa internazionali, il convoglio che nei giorni scorsi ha viaggiato nel sud della Federazione Russa non ha ancora ottenuto finora il via libera della giunta di Kiev; i camion dalle 10 di questa mattina sono sottoposti a certosini controlli di un centinaio tra funzionari della dogana e membri della polizia di frontiera ucraini. Nel caso di parere positivo, ha affermato il portavoce militare ucraino Léonid Matioukhine «la missione si dirigerà a Lugansk» dove gli aiuti dovrebbero essere distribuiti dalla Croce Rossa Internazionale.
In una nota il ministero degli Esteri russo ha affermato intende «attirare l’attenzione sulla drastica intensificazione dell’azione militare delle forze ucraine con l’apparente obiettivo di bloccare il cammino, concordato con Kiev, di un convoglio umanitario attraverso il confine russo-ucraino». Mosca aveva anche chiesto che venisse promosso un cessate il fuoco nella regione sottoposta ai bombardamenti per permettere la consegna degli aiuti alla popolazione ma così non è stato.
Dopo i 100 civili morti nei bombardamenti di Lugansk e Donetsk dei giorni scorsi, non sembra fermarsi l’eccidio nelle città controllate dagli insorti. Oggi il sindaco di Donetsk ha comunicato che 11 civili sono rimasti uccisi e altri 8 feriti in città nelle ultime 24 ore. Combattimenti tra le milizie delle Repubbliche Popolari e i soldati ucraini sono avvenuti nella notte nei distretti di Petrovskiy e Leninskiy mentre alcuni testimoni del vicino villaggio di Trudovska hanno raccontato di case distrutte da cannonate.

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