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Gaza: la guerra di Israele contro i bambini

Per il governo di Israele e la maggior parte dei media del cosiddetto ‘stato ebraico’ più della metà dei morti provocati nella Striscia di Gaza durante l’operazione militare denominata ‘Margine protettivo’ sarebbero miliziani delle organizzazioni islamiche palestinesi – quindi terroristi – e i civili rimasti uccisi sarebbero in buona parte stati usati da Hamas e dalla Jihad Islamica come ‘scudi umani’. 

Ma secondo i dati aggiornati sulle vittime dell’ennesima guerra di Tel Aviv contro la popolazione di Gaza diffusi in queste ore appare più che evidente che i bombardamenti dal cielo e dal mare, e i rastrellamenti dei militari israeliani casa per casa dopo l’invasione di terra, abbiano colpito nel mucchio, in maniera indiscriminata, colpendo soprattutto civili inermi.
Secondo l’agenzia di stampa al-Ray il numero di palestinesi uccisi dall’inizio dell’offensiva “Margine Protettivo” contro la piccola e sovraffollata enclave supera i 2.000. I morti accertati sarebbero 2.016, mentre i feriti sono stimati in 10.193. La maggior parte degli uccisi – sottolinea l’agenzia – sono bambini, donne e anziani. Secondo il ministero della Salute palestinese sotto le bombe israeliane sono morti 541 bambini, 250 donne e 95 anziani.
La traballante tregua in atto da alcuni giorni nella Striscia ha consentito all’Unicef di inviare alcuni preziosi aiuti ai bambini, ma l’agenzia dell’Onu – che fornisce un bilancio leggermante inferiore a quello di al-Ray – sottolinea che è “necessaria una pace duratura per raggiungere centinaia di migliaia di bambini che hanno un disperato bisogno di sostegno per ricostruire le proprie vite”. “Questo conflitto ha avuto un impatto devastante sui bambini, che costituiscono la metà della popolazione di Gaza. Insieme ai partner stiamo fornendo assistenza di base e sostegno, ma i bisogni dei bambini sono immensi”, ha detto il Vicedirettore generale dell’Unicef, Yoka Brandt. In un comunicato l’agenzia dell’Onu ricorda che sono più di 450 i bambini morti negli attacchi aerei e nei bombardamenti con l’artiglieria, più di 2.900 quelli rimasti feriti e ben 50.000 quelli che non hanno più un tetto sotto il quale ripararsi.
Brandt ha detto che il cessate il fuoco temporaneo ha permesso a squadre di tecnici sostenuti dall’Unicef di iniziare a riparare le infrastrutture critiche danneggiate da attacchi aerei e bombardamenti, compresi acquedotti e sistemi sanitari. 

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