Menu

Argentina. Sciopero generale contro il governo. Ma non scioperano tutti i sindacati

Tre delle cinque centrali sindacali argentine, schierate all’opposizione del governo peronista di Cristina Kirchner, hanno convocato per oggi uno sciopero generale per protestare contro la crisi economica che sta colpendo il paese. Due dei sindacati, le correnti di opposizione interna della Centrale dei Lavoratori dell’Argentina (CTA) e della CGT (Confederazione Generale dei Lavoratori), hanno iniziato lo sciopero già da ieri a mezzogiorno ed ha organizzato una manifestazione a Plaza de Mayo di fronte al Palazzo del Governo e al Congresso.  Ma due sindacati, la CGT e la UTA (trasporti) non hanno aderito allo sciopero.

La disoccupazione è salita al 7,5% nel secondo trimestre del 2014, rispetto al 7,2% di un anno prima. L’economia ha ristagnato anche nel mese di giugno e l’inflazione è salita al 31,2% l’anno , secondo i dati ufficiali. I sindacati che hanno convocato lo sciopero chiedono che i negoziati sui salari vengano riaperti in quanto ritengono che i prezzi siano aumentati più del previsto nei primi mesi del 2014  Si tratta del terzo sciopero generale  che il governo della Kirchner ha dovuto affontare. Il primo fu nel 2012, il secondo lo scorso aprile.

Lo sciopero è cominciato ieri con picchetti e blocchi stradali che hanno causato ingorghi a Buenos Aires. La Gendarmeria è intervenuta ed è riuscita a liberare alcune delle corsie del traffico. Non mancano le polemiche tra i vari sindacati. Il leader della CGT, Hugo Moyano, che era fino al 2011 sosteneva la Kirchner, ha accusato l’esecutivo per ogni incidente che potrebbe verificarsi con lo sciopero di oggi. Mentre il leader dell’opposizione interna della CTA, Pablo Micheli, ha criticato le direzioni sindacali della CGT e  della CTA di aver sostenuto la Kirchner, ed ha bollato Moyano come un”buono a nulla” per non aver scioperato fino ad oggi.

I sindacati più vicini all’esecutivo della Kirchner hanno riconosciuto i problemi come l’inflazione e la necessità di aggiornare l’imposta sul reddito, ma ritengono che non sia un buon momento per fare pressione sul governo argentino impegnato nella lotta contro gli Stati Uniti sul non pagamento del debito estero.  Mercoledì al Congresso argentino è stato approvato un disegno di legge per rassicurare i creditori negli Stati Uniti, Europa e Giappone e bloccare il giudice americano che intende costringere Buenos Aires a pagare prima i debiti verso i fondi avvoltoio.

 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *