Menu

Ucraina, non c’è tregua. La corsa degli oligarchi al Parlamento

L’incontro – avvenuto ieri a Milano – fra il presidente ucraino, l’oligarca Petro Poroshenko, e quello russo Vladimir Putin, non ha portato a concreti passi avanti in un processo di pace che sul terreno non trova particolare riscontro, nonostante l’accordo raggiunto sulla sorveglianza aerea della frontiera tra i paesi europei e Mosca.

Nelle ultime 24 ore due militari ucraini sono morti e altri tre sono rimasti feriti nel corso dei combattimento con i miliziani delle Repubbliche Popolari che continuano a sostenere la loro indipendenza, nonostante a Milano Poroshenko e Putin abbiano parlato soltanto di un certo grado di autonomia possibile degli oblast di Donestk e Lugansk dal governo centrale di Kiev. Secondo un portavoce delle forze armate ucraine, Volodimir Poliovi, un militare di Kiev sarebbe stato ucciso da un cecchino e l’altro da un colpo di mortaio.
Secondo i comandi militari della Repubblica Popolare di Donetsk, inoltre, una salva di razzi sparati dall’artiglieria ucraina avrebbe colpito per sbaglio una colonna di blindati governativi nei pressi dell’aeroporto, distruggendo vari veicoli e uccidendo vari soldati, circostanza per ora né smentita né confermata da Kiev.

Nelle ultime ore, inoltre, numerosi proiettili di artiglieria si sono abbattuti nuovamente sulla principale città del sud-est ucraino. Lo ha denunciato il Consiglio comunale di Donetsk, precisando che sono stati colpiti i quartieri di Kuibishevski e Kiivski e che “diversi edifici residenziali sono stati distrutti o parzialmente danneggiati”.

A poco più di una settimana dal voto di domenica 26 ottobre la campagna elettorale a Kiev è ormai al rush finale. Le elezioni parlamentari anticipate convocate dal presidente Petro Poroshenko sono un test importante per capire il grado di legittimazione interno del nuovo regime, che governa il paese da febbraio dopo essersi imposto attraverso un colpo di stato militare iniziato con le proteste filoccidentali di piazza Maidan e concluso dagli assalti dei gruppi neonazisti contro numerose sedi istituzionali ed esponenti dei partiti governativi e della sinistra mentre i settori filo Nato delle forze armate imponevano il cambio di regime.

Ma la conflittualità e la competizione tra le diverse aree del nuovo regime è molto alta, basti vedere le continue manifestazioni violente dell’estrema destra – in particolare Pravyi Sektor e Svoboda – che pur potendo contare su alcuni ministri e su alcune posizioni chiave all’interno degli apparati militari rivendicano un maggiore potere e riconoscimento, anche attraverso continue prove di forza nei confronti del resto della maggioranza sfociati in numerose occasioni in assalti alla sede del Parlamento o del Governo (nel video una marcia fascista a Kharkov lo scorso 14 ottobre).

Alle prossime elezioni il ‘re del cioccolato’ Poroshenko si presenta con il Blocco che porta il suo nome, alleanza costituita dal suo partito “Solidarietà” e dai liberal-nazionalisti di “Udar” con a capo il pupillo di Angela Merkel, l’ex campione di pugilato Vitaly Klitschko. Nel suo programma l’attuale capo dello stato ha inserito la battaglia contro la corruzione e il nepotismo, che sicuramente ha contraddistinto le istituzioni dalla rinnovata indipendenza del paese all’inizio degli anni ’90. Ma già è possibile prevedere che Poroshenko porterà con sé in parlamento numerosi parenti e ‘amici’. Tra i papabili c’è Oleksiy Poroshenko, il 29enne figlio dell’imprenditore candidato nella circoscrizione blindata di Vinnitsa da settimane in diretta tv sul 5° Canale, la tv di famiglia. Dopo aver studiato in Francia e Inghilterra Oleksiy Poroshenko ha lavorato per l’azienda di famiglia, la “Roshen”, ed ha iniziato la sua carriera politica nel 2010 quando ebbe il suo primo incarico nella diplomazia per poi venire eletto alla Rada.

Oltre al giovane figlio, nel listone elettorale di Solidarietà ci sono anche l’ex ministro degli Interni Yuriy Lutsenko e sua moglie Irina, che è l’amministratore delegato del 5° Canale e deputato della Rada. Nel “Blocco di Petro Poroshenko” c’è anche la 31enne Oleksandra Pavlenko, figlia del vice presidente della Rada Serhiy Pavlenko.

Niente male per un regime che si è affermato con la violenza per “liberare l’Ucraina dagli oligarchi”. Come fa notare Nikolay Kravchenko, responsabile del Partito comunista Ucraino nella regione di Donetsk, Poroshenko ha già ampiamente surclassato il presidente defenestrato a febbraio, Viktor Yanukovich, per numero di parenti e compari infilati nelle posizioni chiave. “Non è cambiato niente di niente. Anzi, è tutto molto peggiorato. Ora interi clan familiari stanno marciando sulla Verkhovna Rada” ha detto Kravchenko alle agenzie di stampa.

Un altro esempio di questo fenomeno sono l’ex speaker della Rada, Volodymyr Litvin, e suo figlio Ivan, che diventerà il più giovane deputato in parlamento. Entrambi sono candidati in circoscrizioni a netta dominanza maidanista. La campagna elettorale del giovane Ivan è coordinata dal suo patrigno Andriy Derkach, a sua volta è figlio dell’ex capo dei servizi di sicurezza dell’Ucraina, Leonid Derkach. Un’altra candidata, Oksana Kaletnik, è nipote del presidente della commissione agricoltura della Rada, Grigory Kaletnik e cugina dell’ex capo del Servizio doganale ucraino ed ex vice presidente del parlamento, Ihor Kaletnik.

La regione della Trans-Carpatia è il feudo personale del clan Balog, che si sta dirigendo verso la Rada sotto le bandiere del partito del presidente. Viktor Balog, l’ex capo del personale dell’amministrazione del presidente Yushchenko e attualmente membro del parlamento, è in lista nella città di Mukachevo. Pavlo Balog, a Khust. Ivan Balog a Vinogradovo. Il loro cugino Vassily Petevka a Tyachev. I fratelli Dubnevich, Bogdan e Yaroslav, importanti produttori agricoli, sono sulle liste elettorali nella regione di Leopoli.

Anche nell’estrema destra ‘di governo’ il sistema è lo stesso. Oleh Tyahnibok, il leader dell’ex partito nazionalsocialista “Svoboda” è il n° 1 nella lista elettorale di Leopoli, roccaforte fascista, mentre suo fratello Andriy è candidato nella circoscrizione di Stary Sambor, sempre nella stessa regione.

Dopo il trionfo alle presidenziali di maggio, il capo dello Stato è dato per netto favorito dai sondaggi della vigilia: tra il 30-40%, a seconda degli istituti. Ma c’è molta più incertezza su quali e quanti partiti riusciranno a sorpassare la soglia di sbarramento del 5%. La formazione di una nuova maggioranza governativa potrebbe dunque rivelarsi complicata e Poroshenko sarà probabilmente costretto ad affidarsi a vecchi o nuovi partner.

Ad esempio per il capo del governo Arseni Yatseniuk. L’attuale premier, catapultato alla guida del Paese alla fine di febbraio ma senza alcuna legittimazione popolare si presenta agli elettori con una nuova formazione – il Fronte popolare (dato al 6-7%) – nato dalla scissione di Patria, il partito di Yulia Tymoshenko (dato anch’esso intorno al 6-8%).

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *