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Giappone: blitz della polizia all’Università di Kyoto a caccia di militanti di sinistra

Con un’operazione inusuale in Giappone negli ultimi anni, questa notte alcune squadre di poliziotti in tenuta antisommossa per un totale di ben 120 agenti hanno fatto irruzione all’interno del dormitorio del campus dell’Università di Kyoto, tra le più prestigiose del paese per individuare e fermare presunti “estremisti di sinistra”.

Responsabile dell’operazione la polizia metropolitana della capitale Tokyo, supportata da agenti in borghese, che avrebbe fatto scattare la retata dopo che il 2 novembre scorso una manifestazione sindacale si era conclusa con scontri con le forze dell’ordine e l’arresto di tre attivisti, uno dei quali è proprio un iscritto all’ateneo di Kyoto.
La polizia in un comunicato fa sapere che la retata “non sarebbe stata segnata da alcuna violenza e sarebbe stata avviata dalla polizia in assetto antisommossa con il solo scopo dichiarato di “prevenire la confusione””. Non vi è notizia di arresti, ma gli agenti hanno sequestrato documenti appartenenti al gruppo di estrema sinistra Chukaku-ha in possesso di alcuni dei perquisiti.

Lo scorso 4 novembre alcuni studenti avevano scoperto e bloccato un ufficiale di polizia in borghese che era entrato all’interno dell’università senza permesso per monitorare una manifestazione realizzata proprio per protestare contro gli arresti di Tokyo di due giorni prima. L’ufficiale della polizia della prefettura di Kyoto era stato circondato dagli studenti e obbligato a seguirli in classe, prima di essere lasciando andar via. Il rettore dell’Università aveva condannato l’intrusione non autorizzata dell’agente definendola una “deplorevole intrusione”.

Un atteggiamento comunque tipico, quello di un’operazione in massa delle forze dell’ordine, che agiscono allo stesso modo nel contenimento di proteste anche assai limitate. Il timore del governo ultranazionalista guidato da Shinzo Abe, che quanto resta di una sinistra rivoluzionaria assai attiva negli anni Sessanta e Settanta, possa riattivarsi in una situazione in cui alle difficoltà economiche e sociali si associano i timori e l’opposizione alla riattivazione dei reattori nucleari, a un ruolo più attivo anche all’estero delle Forze armate e alla rinnovata presenza delle basi militari Usa su territorio giapponese. Data anche la scarsità di informazioni sugli eventi della notte, colpisce che sia stato coinvolto uno degli atenei più blasonati del paese, cuore della vita dell’antica capitale, centro culturale mondiale di primordine.

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