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Anonymous sbanca anche il Ku Klux Klan

Anche i razzisti suprematisti bianchi, ammiratori di Hitler ante litteram, non fanno più paura. Anzi: devono averne.

Anonymous ha rubato l’account twitter del Ku Klux Klan e ha postato una foto con un membro del gruppo razzista mentre viene linciato. L’iniziativa nasce come risposta al monito del Kkk di un minacciato “uso della forza” nei confronti dei manifestanti di Ferguson, in attesa della decisione del Gran giurì sull’incriminazione del poliziotto che sparò e uccise il 18enne nero Michael Brown.

Nei giorni scorsi, il Kkk ha minacciato – sotto la protezione dell’anonimato, anche se c’è certezza della presenza di numerosi agenti di polizia nelle sue file, naturalmente soltanto “bianchi” –   il gruppo di attivisti. Poi ha anche distribuito via posta migliaia di volantini in un cui minaccia di usare “forza letale” contro i cittadini che prenderanno parte alle proteste che seguiranno alla decisione della corte. Evidentemente conoscono il verdetto ancora prima che sia emesso…

Il gruppo razzista mostra di essere assolutamente in linea con le indicazioni provenienti dall’amministrazione Usa, che tende a chiamare “terrorista” chiunque protesti o si opponga. Attraverso una raccomandazione scritta, infatti, richiama l’attenzione sui “terroristi mascherati da protestanti pacifici”, arrivando ad autolegittimare l’uso della forza armata “a scopo di difesa”, scartabellando nella legislazione dello Stato del Missouri.

La risposta di Anonymous non si è fatta attendere: il gruppo ha mandato “down” il sito dell’organizzazione razzista e l’account twitter del clan. Nel video su Youtube che rivendica l’attacco Anonymous dichiara: “non vi attacchiamo per ciò in cui credete, in quanto combattiamo per la libertà di parola, vi attacchiamo perché avete minacciato di usare la forza letale contro di noi nelle proteste di Ferguson”.

Ma il secondo attacco rischia di essere ben più devastante: l’operazione definita #HoodsOff (“giù il cappuccio“), infatti, mira all’individuazione degli attivisti del KKK della zona di St. Louis con conseguente rivelazione dell’identità on line. Foto, account sui social network e informazioni personali di membri del KKK sono state diffuse in rete dagli hacker attivisti, sotto l’ hashtag #HoodsOff, e su Pastebin.com.

Senza anonimato, anche il Kkk non fa più paura a nessuno…

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