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Ferguson: scagionato il poliziotto killer, esplode la rabbia

C’era chi lo dava per certo, conoscendo bene come funziona la “giustizia” negli Stati Uniti. C’era chi invece all’interno delle comunità afroamericane sperava che almeno questa volta l’establishment volesse e dovesse dare un segnale di discontinuità incriminando il poliziotto che il 9 di agosto ha ucciso il giovane Michael Brown, un diciottenne disarmato colpevole solo di avere la pelle scura così come tante delle vittime della brutalità delle forze di polizia nel paese di Obama.

Ma così non è stato. Darren Wilson, il poliziotto che ha premuto il grilletto – bianco, come il 95% dei suoi colleghi in un sobborgo di Saint Louis dove la popolazione è per la maggior parte afro – non sarà processato, e tornerà libero a fare il giustiziere in una comunità in cui si accumulano le denunce di angherie e prevaricazioni da parte degli uomini dell’ufficio dello sceriffo nei confronti dei cittadini coloured.

Così ha deciso poche ore fa il Gran Jury della contea, che non ha trovato nulla da eccepire, e di penalmente rilevante, in quello che a molti, moltissimi, è apparso un omicidio a sangue freddo e che ha già scatenato durante l’estate e più recentemente una ondata senza precedenti di proteste, manifestazioni, assemblee e scontri nonostante l’invito alla calma della famiglia della vittima e gli appelli ipocriti alla ‘pazienza’ da parte di un presidente dall’appeal sempre più sbiadito.

D’altronde la giuria che ha deciso il non luogo a procedere era composta da 9 bianchi e 3 neri, giusto per non smentire una lunga e apparentemente inattaccabile tradizione di esclusione della popolazione non Wasp. E solo negli ultimi giorni sono stati due i neri vittima del fuoco della polizia. Uno colpevole di aspettare l’ascensore in penombra, assieme alla sua ragazza, nel palazzo dove abitava. L’altro, di soli 12 anni, perché agitava una pistola giocattolo in un parco giochi. In un paese dove la lobby delle armi la fa da padrona e gli uomini in divisa prima sparano (meglio un innocente morto che un colpevole vivo e pericoloso) nessuno mette in discussione il dogma del ‘diritto degli americani a portare un’arma’ e quindi il diritto degli agenti a sparare per primi anche quando non serve.

La decisione del Gran Jury è arrivata con molto ritardo rispetto alle previsioni e ai tempi previsti. Forse perché i tre neri presenti nella giuria popolare hanno provato a far cambiare idea alla maggioranza bianca, forse perché ha prevalso fino ad un certo punto la paura delle prevedibili conseguenze di un proscioglimento intollerabile.

Accolto naturalmente da una nuova esplosione della popolazione di Ferguson dove a migliaia si sono riversati immediatamente nelle strade e dove si annuncia una lunga giornata di proteste e scontri. Che si sono subito estese ad altre città. La misura è colma, e ormai da molto.

All’annuncio del procuratore, la famiglia Brown si è detta “profondamente delusa per il fatto che l’assassino di nostro figlio non dovrà rispondere delle sue azioni”.
Se decine di migliaia di persone hanno sfilato pacificamente nelle maggiori città degli Stati Uniti, con le mani in alto, obbedendo allo slogan “Hands Up!”, in alcuni casi la rabbia è esplosa senza mediazioni.
Manifestazioni, proteste e scontri si registrano in parecchie località di tutti gli Stati Uniti.
A University City, altro sobborgo di St. Louis a una decina di chilometri da Ferguson, un poliziotto è stato ferito a colpi di pistola. Secondo il capo della polizia della contea di St.Louis, Jon Belmar, ci sarebbero in zona circa dodici edifici in fiamme mentre contro i poliziotti schierati in città per impedire le proteste sarebbero stati sparati in poche ore almeno 150 colpi di arma da fuoco.
A Ferguson è stato devastato anche il negozio in cui la giovane vittima del poliziotto scagionato avrebbe rubato una scatola di sigari facendo così scattare l’arrivo degli agenti e l’omicidio. Numerosi le autopattuglie ed altri mezzi delle forze dell’ordine assaltate e date alle fiamme dai manifestanti, mentre centinaia di agenti in assetto antisommossa cercano di disperdere la folla sparando lacrimogeni in quantità industriale (numerosi gli intossicati, anche tra i giornalisti) e proiettili di gomma, fermando quanti più dimostranti possibile (finora gli arrestati sono una trentina).

Intanto a Ferguson a dare man forte alla polizia è stata schierata la Guardia Nazionale pesantemente armata, e probabilmente nuove unità arriveranno in Missouri nelle prossime ore per fronteggiare una situazione veramente esplosiva. Il capo della polizia di Ferguson ha affermato che la situazione è talmente fuori controllo da richiedere lo schieramento di almeno 10 mila agenti solo nella città del Missouri.
Sia a St. Louis che ad Oakland centinaia di dimostranti hanno invaso le corsie dell’autostrada bloccando la circolazione stradale e scontrandosi con la polizia mentre a causa di presunti spari in aria vicino allo scalo della città la Federal Aviation Administration ha dirottato verso altri aeroporti una decina di voli diretti a St. Louis. 

A New York il passaggio sui ponti di Brooklyn, Manhattan e Triborough è stato bloccato dai manifestanti mentre familiari e amici di Eric Garner, ucciso dalla polizia nel luglio scorso, hanno protestato ad Harlem. Alcune centinaia di persone si sono radunate a Manhattan e hanno marciato pacificamente da Union Square a Times Square. Ad un certo punto un gruppo di attivisti ha spruzzato sangue finto contro i funzionari e gli agenti di polizia che a quel punto hanno arrestato alcuni dei contestatori. Scontri durante la notte quando migliaia di dimostranti sono scesi in piazza nella metropoli statunitense e sono stati attaccati dalla polizia che ha cercato di sequestrare alcuni striscioni e di impedire il blocco di importanti arterie stradali.

A Los Angeles centinaia di persone hanno protestato al Leimert Park, mentre un gruppo di 200 manifestanti ha marciato verso il centro bloccando la Interstate 110, che da Pasadena a Long Beach attraversa la metropoli, straiandosi sulle corsie. Più tardi circa 100 poliziotti in tenuta antisommossa hanno sparato proiettili di gomma per disperdere una cinquantina di manifestanti nel centro della città.

 

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