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Terzo “incidente misterioso” per aereo della Malaysia. I morti sono saliti a 699

La notizia e le coincidenze si stanno facendo pesanti, decisamente troppo pesanti. Un terzo aereo passeggeri malese è infatti rimasto coinvolto in un misterioso incidente in soli nove mesi di quest’anno. E’ accaduto ieri. Si tratta di un Airbus A320 della compagnia aerea low cost AirAsia, sparito dai radar nelle prime ore del mattino di domenica 28 dicembre con 162 persone a bordo mentre era in volo fra l’Indonesia a Singapore. Il centro di controllo aereo di Jakarta ha perso il contatto con il volo AirAsia nell’area fra Surabaya e Singapore alle 7.55 ora locale (l’1.55 in Italia). L’aereo trasportava a bordo sette membri d’equipaggio e 155 passeggeri.

Si tratta del terzo caso nel 2014, con la perdita di due aerei della compagnia nazionale Malaysia Airlines ed ora con l’aereo della AirAsia “scomparso” fra l’Indonesia e Singapore con 162 persone a bordo. Con questo si arriva ad un totale di 699 persone morte nei tre incidenti aerei di compagnie aeree della Malaysia.

L’8 marzo scorso era stato il volo MH370 di Malaysia Airlines a scomparire poco dopo il decollo da Kuala Lumpur (Malaysia). Il Boeing 777 era diretto a Pechino con 239 persone a bordo. La sua sparizione resta ancora oggi un mistero. Il velivolo dovrebbe essersi inabissato nel sud dell’Oceano Indiano, finito il carburante. L’aereo non è mai stato trovato e non ci sono spiegazioni sul perché sia finito lì. Le ricerche sono ancora in corso. Ma in questi mesi, ed anche più recentemente, sono state avanzate ipotesi scomode che fanno parlare di un abbattimento. Prima, ad ottobre, era stato il presidente di Emirates Tim Clark a manifestare pubblicamente i suoi dubbi sulla scomparsa del volo malese Malaysia Airlines, arrivando ad affermare che il Boeing 777 potrebbe essere stato abbattuto dal personale militare americano, che temeva un attentato stile 11 settembre sulla base navale americana di Diego Garcia. 

La stessa ipotesi è stata poi avanzata dall’ex presidente della Prometeus Airlines, Marc Dugain, in una intervista al settimanale francese Paris Match. Secondo Dugain l’aereo malese è precipitato in nell’Oceano indiano, ma lascia intendere che i computer di bordo dell’aereo potrebbero essere stati hackerati da un attacco remoto, che ne avrebbe dirottato il volo per farlo schiantare l’aereo sulla base militare di Diego Garcia. Quest’ultimo è un territorio inglese ma è usato come base militare americana e di rifornimento dalla fine degli anni ’70. Al momento ospita circa 1700 militari e oltre 1500 civili statunitensi. Il governo Usa ha sempre negato che l’areo sia mai arrivato vicino a quel territorio, che è 3600km est dalla costa africana e 4700km nord-ovest di quella dell’Australia.
 A sostegno della sua tesi, Dugain ha citato la testimonianza dei residenti delle Maldive, che hanno dichiarato di aver visto un aereo indirizzarsi verso Diego Garcia l’8 marzo scorso, ma le loro affermazioni non sono mai state prese in considerazione. Dugain sostiene che un pescatore sull’isola di Kudahuvadhoo gli ha detto che “un grande aereo… con strisce rosse e blu” stava volando quel giorno ad un’alta altitudine. L’ ex capo della compagnia aerea ha sostenuto poi di aver visto delle immagini di uno strano oggetto che si era depositato su una spiaggia della vicina isola Baraah. Secondo Dugain, due esperti di aviazione e un ufficiale militare ritenevano che l’ oggetto era un vuoto estintore Boeing, ma l’oggetto del mistero è stato successivamente sequestrato dai militari delle Maldive. Nella storia denunciata a Paris Match, Dugain ha respinto le prove fornite dalla società britannica Inmarsat, sostenendo come queste organizzazioni sono “molto vicini alle agenzie di intelligence”

Il 17 luglio scorso era toccato invece ad un Boeing 777 della Malaysia Airlines, il volo MH17 partito da Amsterdam e diretto a Kuala Lumpur, è esoploso in volo sopra l’Ucraina dell’est, dove è in corso la guerra civile fra le repubbliche secessioniste e l’esercito del regime di Kiev. Le vittime in questo caso sono state 298. Le ipotesi sull’abbattimento sono ormai materia di manipolazione nel quadro della “guerra di bassa intensità” scatenata da Stati Uniti ed Unione Europea contro la Russia. Grande risalto è stato dato in occidente all’ipotesi dei servizi segreti tedeschi secondo cui l’areo malese è stato abbattuto dai guerriglieri delle repubbliche secessioniste. Al contrario la Russia ha presentato ufficialmente a luglio, in una conferenza stampa,  un lungo elenco di risultati delle osservazioni radar e delle  immagini satellitari che smentiscono totalmente la tesi tedesca.

Secondo gli esperti russi l’esercito ucraino aveva tre o quattro battaglioni di difesa aerea dotati di sistemi di missili Buk-M1 SAM schierati in prossimità di Donetsk il giorno dell’incidente. Questi missili erano in grado di colpire l’aereo civile. Altri missili terra-aria non ne avevano la stessa possibilità, data l’altezza e la posizione dell’aereo.

Inoltre risulta esserci stato un caccia dell’esercito ucraino in volo a 3 km dal Boeing nel momento dell’abbattimento nel video della torre di controllo. Questo caccia – modello Su-25 – lo si vede muoversi verso l’alto verso il Boeing-777. La distanza tra i velivoli era di 3-5 km. Il Su-25 è armato con missili aria-aria R-60, in grado di agganciare un bersaglio a una distanza di 12 km, e distruggerlo definitivamente ad una distanza di 5 km. Gli esperti russi insistono nel chiedere per quale motivo il velivolo da combattimento ucraino, si trovasse su rotte destinate ai voli civili.

Infine c’è il volo QZ8501 della compagnia aerea low cost malese AirAsia scomparso ieri mentre volava fra Surabaya in Indonesia con destinazione Singapore.

Chi grida al complotto, di solito viene ridicolizzato, ma anche credere ad una terribile e casuale coincidenza o affidarsi ad una maledizione diventa piuttosto difficile.

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