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Turchia: si occupa di curdi, giornalista olandese arrestata per “terrorismo”

Una giornalista olandese è stata fermata e trascinata in una stazione di polizia in Turchia. Lo ha denunciato ella stessa via Twitter, come riferisce l’edizione online del quotidiano Zaman, a sua volta vittima nelle scorse settimane di una retata che ha condotto all’arresto di numerosi giornalisti . “L’antiterrorismo ha perquisito la mia casa con un team di 8 agenti, poi mi ha portato in commissariato: mi accusano di propaganda per un’organizzazione terroristica”, ha scritto Frederike Geerdink sul suo profilo del social network. 

La reporter vive in Turchia ormai dall’inizio del 2006 e dal 2012 si è trasferita nella provincia di Diyarbakr, la principale città curda del paese, dove si occupa in particolare della condizione della minoranza curda, di diritti umani e diritti delle donne. Il suo blog kurdishmatters.com è più volte finito nel mirino del governo di Ankara così come alcune sue pubblicazioni e libri dedicati ai massacri e agli arresti di massa compiuti dalle forze di sicurezza turche in Kurdistan negli ultimi decenni. 
L’ennesimo abuso contro un giornalista giunge dopo che pochi giorni fa il presidente della repubblica Recep Tayyip Erdogan aveva segnalato che “non esiste una stampa libera in Europa, forse in tutto il mondo, come quella che c’è in Turchia”.

Il deputato olandese Mark Verheihen ha fatto appello al ministro degli Esteri dell’Aia Bert Koenders, che proprio in queste ore si trova in Turchia per una visita ufficiale, a denunciare alle autorità di Ankara l’intimidazione ai danni della giornalista. 
Il Comitato Internazionale per la Protezione dei Giornalisti e altre associazioni internazionali a difesa della libertà di stampa hanno più volte denunciato che la Turchia è il paese che detiene in carcere con imputazioni anche molto gravi il più alto numero di giornalisti in tutto il pianeta. 
Nel mese di dicembre in una megaoperazione di polizia la magistratura al servizio dell’esecutivo e del partito liberal-islamista Akp ha ordinato l’arresto di ben 23 giornalisti, per lo più di media legati all’imprenditore e predicatore islamico Fethullah Gulen, inizialmente alleato e mentore di Erdogan ma da alcuni anni in rotta con l’ex premier e attuale capo dello stato Erdogan. A finire in carcere a dicembre era stato addirittura il direttore del quotidiano Zaman, Ekram Dumanli.
Negli ultimi anni ad essere presi di mira dai tribunali e dalle forze di sicurezza sono stati però soprattutto i giornali e altri media espressione delle forze di sinistra e della comunità curda.

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1 Commento


  • paolo dp

    che i governi “democratici” occidentali siano complici del regime “islamo/integralista-capitalista” della turchia lo dimostra la situazione di cipro, membro dell’u.e. e occupata al 40% da 40 anni nel silenzio generale.
    ma d’altronde la turchia è membro importante della nato!
    vergogna!

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