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Grecia. La campagna di Alba Dorata da dietro le sbarre

Quella di Alba Dorata sembrava essere, solo fino a pochi mesi fa, un’ascesa irresistibile. Ma difficilmente alle elezioni di domani il movimento neonazista più forte d’Europa raggiungerà gli straordinari – e inquietanti – risultati delle politiche del 2012 e quelli ancora più alti delle europee. I sondaggi danno la formazione diventata di tendenza nell’estrema destra di tutto il continente “solo” al 5%, anche se i leader neonazisti sono più ottimisti.

Quasi tutta la dirigenza del movimento, tra questi molti deputati, è finita in carcere nel settembre del 2013 quando la magistratura si “accorse” improvvisamente che il partito era una vera e propria centrale criminale dedita ad aggressioni e pestaggi, attacchi razzisti, estorsione, racket della prostituzione, traffico di armi, omicidi politici. A determinare il cambio di atteggiamento da parte di un sistema giudiziario e politico che fino a quel momento aveva chiuso non uno ma tutti e due gli occhi di fronte alla violenza squadrista dei camerati ellenici raccolti intorno a Nichos Michaloliakos era stato l’omicidio del noto rapper di sinistra Pavlos Fyssas, accoltellato alla periferia di Atene nel corso di una spedizione punitiva da Giorgos Roupakias, reo confesso. Da quel momento i chrysiavghites hanno dovuto rinunciare ai pogrom e a buona parte delle tradizionali attività violente – ma non a tutte – e contemporaneamente è calato il loro appeal sulle frange scontente della popolazione greca che sembrava candidarli a guidare l’irresistibile ascesa del movimento neonazista in nome della lotta contro l’austerity declinata come persecuzione di immigrati e ‘diversi’.
Con un discorso nichilista, ipernazionalista, antieuropeo, razzista e anti “casta”, Alba Dorata ha cominciato a diventare un fenomeno rilevante nel 2009, concentrando il suo discorso contro gli immigrati asiatici e africani che avevano cominciato ad arrivare in Grecia. Nel 2010 il partito riuscì a ottenere il 5,3% alle elezioni locali, e quando nella campagna elettorale del 2012 il tema centrale dello scontro furono crisi e troika, i neonazisti moltiplicarono i propri consensi ottenendo risultati a due cifre in alcune grandi città del paese, risultato ulteriormente incrementato alle seguenti amministrative.
Alle elezioni di domani Alba Dorata spera di ottenere il terzo posto, non importa se con una percentuale uguale o inferiore a quella conquistata tre anni fa. Il sogno del “fuhrer” del movimento rinchiuso nel carcere di Korydallos, Nikos Michaloliakos, è ricevere dal presidente della repubblica uscente, l’ex partigiano Karolos Papoulias, l’incarico di formare il governo in caso di un eventuale fallimento prima di Tsipras e poi di Samaras.

Nei comizi organizzati da quelli che si autodefiniscono “nazionalisti” gli oratori scarseggiano e Ilias Panagiótaros, unico leader di punta a piede libero, è costretto a fare gli straordinari. Spesso i leader di punta intervengono per telefono, dalle prigioni in cui sono rinchiusi da più di un anno in attesa di processo. Come Ilias Kasiaridis, la cui voce proveniente da dietro le sbarre è arrivata a qualche centinaio di partecipanti ad un comizio organizzato a Salonicco attraverso un altoparlante: “La stampa ci dipinge come criminali e accoltellatori, politici immaturi e violenti. In realtà siamo il meglio della società greca. E domenica vinceremo, facendo una sorpresa a tutti”.
“Non ci aspettiamo meno dell’8% dei voti” afferma ottimisticamente ai giornalisti stranieri arrivati ad Atene Yannis Kapatsos, agente di borsa e candidato alla camera.
“Potrebbero ottenere anche il 7%, la stessa percentuale del 2012. Di più sarebbe sorprendente” spiega Vasilikí Georgiadu, professoressa all’Università Panteio e specialista dell’estrema destra greca. La docente è convinta che “Il carcere ha giocato un ruolo importante contro il partito insieme a tutti i crimini che l’inchiesta ha permesso di rivelare e diffondere”.
“Anche se il partito è stato privato dell’attività pubblica realizzata fino ad allora dalle sue milizie, che attaccavano gli immigrati o aiutavano i pensionati nei quartieri più poveri, mantiene comunque la sua forza. Comunque vada il processo – previsto per quest’anno – il partito conserverà come minimo la metà dei suoi elettori, il voto più ideologico”. Il resto, per lo più proveniente dalla classe media, ha trovato per anni sfogo alle ansie e alle insicurezze generate dalla crisi e dall’austerità, ma ora potrebbe tornare a sostenere partiti di destra meno estremi.
La polarizzazione dell’elettorato tra la destra di Nuova Democrazia e la sinistra di Syriza non aiuta molto i neonazisti. Una parte dei suoi elettori questa volta potrebbe votare per Samaras, in nome di un voto utile contro “i rossi” che il capo del partito di governo non si stanca di chiedere ai simpatizzanti dell’estrema destra.
Secondo uno studio realizzato dall’Università della Macedonia di Salonicco, domani il 15% di coloro che votarono Alba Dorata nel 2012 sceglieranno stavolta Nuova Democrazia e addirittura il 10% opterà per Syriza.
Ma i leader del gruppo neonazista invitano a non fidarsi dei sondaggi che li penalizzano coscientemente, così come d’altronde bollano come un “complotto” le durissime accuse che hanno portato all’arresto di decine di dirigenti e militanti. Ma nell’ottobre scorso sono stati ben 70 i membri di Chrysi Avghi rinviati a giudizio.

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