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Tegola sul Front National, consigliere di Le Pen incriminato per frode

Non ha fatto proprio un figurone Marine Le Pen, l’astro nascente della politica francese, nel suo faccia a faccia italiano con Massimo D’Alema. Pochi argomenti – che ormai sono diventati quelli di tutta la destra più o meno “moderata” – poche idee e confuse, scarsa capacità di argomentare.

Eppure secondo un recente sondaggio della rivista francese Marianne, se i francesi votassero oggi, a tre settimane dagli attentati di Parigi, per scegliere il presidente della Repubblica, al primo turno sarebbe avanti Marine Le Pen, con circa il 30% delle preferenze. Il che non gli assicurerebbe comunque la vittoria al secondo turno nel quale tutti gli altri partiti si coalizzerebbero per evitare che la leader dell’estrema destra, per quanto ‘ripulita’, conquisti l’Eliseo.
Intanto nel fine settimana una grossa tegola si è abbattuta sulla presidente del Front National. Frédéric Chatillon, un amico di vecchia data di Marine Le Pen e capo di un’impresa che gestisce la comunicazione e la propaganda elettorale per il partito, è stato incriminato dalla magistratura d’oltralpe per una frode che sarebbe stata realizzata proprio durante l’ultima campagna elettorale della ‘droite’. La “Riwal” di Chatillon realizza volantini, brochure, manifesti e adesivi per il partito, e si occupa anche dei sondaggi. I capi d’accusa contro l’imprenditore sono gravi, tra gli altri quelli di riciclaggio e “abuso di beni sociali”. Nel mirino ci sono finite le ultime elezioni locali del 2011, quelle parlamentari e anche quelle presidenziali del 2012, quelle che avevano lanciato la Le Pen a quota 18.5%.
Secondo la magistratura l’impresa collegata al FN avrebbe accantonato illegalmente e in nero ingenti somme di denaro attraverso la vendita di kit per i candidati e di gadget a prezzi gonfiati. I dieci milioni di euro raccolti, parte dei quali rimborsati dalla stato come contributi elettorali, sarebbero tra l’altro spariti nel nulla. I giudici sospettano che oltre ad arricchirsi personalmente, Chatillon finanzierebbe così illegalmente le attività del partito di Marine Le Pen, anche se finora non è emersa in tal senso alcuna prova solida.
La leader dell’estrema destra francese si difende, prendendo le distanze dall’imputato: “Chatillon non è il presidente del Front National, potrà rispondere personalmente alle accuse. E comunque un’incriminazione non equivale a una condanna”. Ma i legami tra la donna e l’imprenditore nero sono molto stretti.

La figlia di Jean Marie Le Pen e il 46enne Frédéric Chatillon si conoscono dall’inizio degli anni ’90, quando tutti e due frequentavano la facoltà di giurisprudenza dell’Università di Assas (Parigi). All’epoca Chatillon era presidente del Gud (Groupe Union Défense), associazione di studenti fascisti nota per le sue attività violente. Ammiratore della Repubblica sociale italiana, è un assiduo frequentatore dell’Italia e dell’estrema destra italiana. Secondo i media francesi è amico di Roberto Fiore (il leader di Forza Nuova) e a Parigi dell’umorista Dieudonné, a sua volta amico di famiglia del fondatore del Front National e padre di Marine Le Pen. 

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