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Germania dittatoriale, Tsipras chiama Putin

Nessuno poteva pensare che il primo incontro tra il cerbero dell’economia tedesca e il geniale motociclista di Atene sarebbe andato bene. Wolfgang Schaeuble e  Yanis Varoufakis rappresentano i poli opposti delle concezioni economiche, tanto a livello accademico-teorico che, soprattutto, a livello operativo. Marxisti a parte, naturalmente.

Ma peggio di così era anche difficile immaginare. il ministro tedesco ha fatto finta di appartenere al campo democratico, premettendo che la «Germania rispetta l’esito delle ultime votazioni in Grecia», ma le concessioni alla buona creanza sono finite lì. Secondo lui la Grecia dovrebbe farsi spiegare cosa fare dalle «tre istituzioni con cui ha affrontato il programma: la Bce, la Commissione Ue e il Fmi». E naturalmene le prime decisioni economiche del governo Syriza «non vanno nella direzione giusta». Per concludere con un significativo, anche se quasi scherzoso: “Per ora siamo d’accordo sul fatto di non essere d’accordo”.

Le indiscrezioni sul dialogo riferiscono che, al massimo, Berlino sarebbe disposta a concedere una dilazione nei tempi di restituzione del debito greco, partendo dalla constazione universalmente accettata che la Grecia non è assolutamente in grado di ripagarlo, né ora né mai.

Dall’altra parte ha trovato pane per i suoi denti. Per Varoufakis «non si è parlato di un taglio o di un allungamento del debito», ribadendo che la proposta greca resta quella fin qui presentata (“doppio swap”, in pratica una ristrutturazione drastica del debito nei confronti di Bce e paesi dell’Unione Europea, oltre che del Fmi). Le stesse parole pronunciate prima del colloquio, in pratica: «L’unica cosa che chiediamo è di non venir messi sotto pressione con un ultimatum. Dateci tempo fino alla fine di maggio o l’inizio dell’estate per poter mettere sul tavolo le nostre proposte di soluzione».

Tsipras non è stato meno duro, parlando ai suoi parlamentari: «La troika è completamente finita. In appena una settimana di governo abbiamo dato speranza al popolo greco che ha sofferto molto e identità alla patria, che oggi viene riconosciuta da tutto il mondo. Il nostro Paese è diventato il punto di riferimento positivo in Europa. Il nostro governo rappresenta i valori che sono diventati materia prima. Rappresenta un’Europa dei popoli e della solidarietà».

Del resto, ha poi spiegato con un esempio di mostruosa ironia e cattiveria, «La Grecia ha certo bisogno della Germania, che si è trovata nel passato nella sua stessa situazione, cioè umiliata dagli altri paesi e in una pesante depressione, quella che il secolo scorso ha portato all’ascesa del nazismo. Il terzo partito del Parlamento greco è il partito nazista». Come dire: “preferite trattare con loro?”

Francia e Italia renziano si sono per il momento allineate a Berlino, confermando l’inconsistenza dei rispettivi leader. Per Hollande bisogna «trovare una soluzione nel rispetto del voto dei greci e delle regole europee», come se proprio non riuscisse a notare la contraddizione radicale tra le due cose.

Renzi, da arte sua, si è nascosto dietro la decisione della Bce (ha bloccato la possibilità per le banche greche di chiedere liquidità alla Bce dando in cambio titoli di Stato di Atene, considerati da anni “spazzatura”): «La decisione della Bce sulla Grecia è legittima e opportuna dal momento che mette tutti i soggetti in campo attorno ad un tavolo». Naturalmente anche lui è per “una soluzione dentro il rispetto delle regole, ma per uscire dall’austerità”. Chiunque sostenga questa posizione, insomma, cerca di prendere per i fondelli la propria popolazione.

Buon ultimo, è arrivato il soccorso nero del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), che  ad Atene di andare avanti con il programma concordato con la Troika per “evitare il contagio”. Ovvero che altri paesi gettino a mare gli attuali governi e provino a cambiare strada.

Per il momento, l’unico effetto della rigidità tedesca è quello di far avvicinare Atene e Mosca. Alexis Tsipras ha diramato una nota in cui dichiara di aver avuto una lunga telefonata con il presidente russo Vladimr Putin, che avrebbero concordato sull’opportunità di riapire i rapporti tra i due paesi, a partire – ma guarda un po’ – da energia e economia.Hanno discusso anche di Ucraina e di iniziative per «salvaguardare la pace e la stabilità nella regione». «Grecia e Russia – si legge nella nota – hanno legami storici e profondi soprattutto nei settori dell’energia, del turismo, della cultura e dei trasporti».

Un “grande successo” dell’Unione Europea, non c’è che dire…

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