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La storia non raccontata di Kayla Mueller, prigioniera dell’Isis, morta sotto i bombardamenti

Una storia che i mass media non ci racconteranno mai è quella di Kayla Mueller, la giovane cooperante statunitense sequestrata due anni fa dai miliziani dell’Isis, lasciata nelle loro mani dal governo statunitense che “non tratta mai con i terroristi” (però li finanzia spesso e volentieri) e poi rimasta uccisa sotto i bombardamenti aerei giordani sul territorio dello Stato islamico.
Questa storia la racconta invece Chiara, una giovane attivista del Collettivo Autorganizzato Universitario di Napoli che aveva incontrato Kayla in Palestina alcuni anni fa. Ecco il suo racconto, leggetelo, perchè potrete leggerlo solo qui e nei luoghi della comunicazione alternativa:

“Kayla era una di quelle persone con cui stai immediatamente bene, perché trasmettono un’umanità e un attaccamento alla vita che molti, troppi di noi ogni giorno trascurano presi dalla frenetica routine di sopravvivenza in cui siamo calati…
E invece lei non smetteva di lottare mai, aveva lavorato come volontaria in un centro contro l’AIDS, studiava il francese per partire al più presto per l’Africa, era stata in India per lavorare nelle zone più povere del paese e io ho avuto l’onore di conoscerla in Palestina, dove denunciava ogni giorno la complicità del governo americano col massacro e l’occupazione israeliana.

Accusava il governo Obama, lo stesso governo che non ha cercato di negoziare il suo rilascio pur di non pagare un misero riscatto ma accetta ben volentieri di finanziare l’economia di guerra israeliana con le tasse dei cittadini americani, lo stesso governo che proclama la difesa della democrazia e dei diritti umani e poi fomenta guerre in tutto il mondo (come in Libia, Siria, Ucraina..) lo stesso governo che di fronte alla barbarie dell’ISIS creata anche grazie al finanziamento all’opposizione fondamentalista anti-assad degli scorsi anni sa dare sempre la stessa risposta: GUERRA, bombardamenti, raid, per destabilizzare una regione già fin troppo martoriata dalle grandi potenze mondiali.

Ecco, oggi, dopo l’incredulità, il dolore, lo spaesamento, viene soprattutto rabbia.

Oggi i giornali e le tv di tutto il mondo non parleranno della vera Kayla, delle sue volontà e delle sue aspirazioni a vedere e costruire prima o poi un mondo migliore, oggi trionferà l’ipocrisia delle dichiarazioni di Obama e del suo establishment, e oggi è così difficile trovare la forza per immaginare un cambiamento che porti bellezza, vita e umanità, laddove trionfa solo l’orrore, la morte, la disumanizzazione.

Kayla invece questa forza l’aveva trovata, la trovava sempre… nella lettera inviata ai genitori durante la prigionia, ancora una volta, le sue parole dimostravano una resistenza incredibile, l’estrema capacità di trovare la volontà di mettere in gioco la propria vita per darle un senso vero, tangibile, per “tirarsi fuori dal letto” in cui molti ancora dormono in un sonno interminabile e affrontare ogni sfida a testa alta.

E’ per questo che non ti dimenticherò mai, come non dimenticherò le tue magliette super anni ’90, i momenti passati insieme, seppur pochi e ormai lontani, il tuo sorriso, la tua umiltà, l’incredibile forza che ci hai dimostrato.

E troveremo ancora il coraggio di alzarci dal letto, per far trionfare ancora la vita e la solidarietà che tu nel tuo piccolo portavi in tutti i posti in cui ti avventuravi.

Ciao Kayla, questo mondo non ti meritava proprio, ma quello che verrà sarà pieno di te, di ciò che ti rendeva così unica e speciale per tutte le persone che hanno avuto la fortuna di incontrarti”.

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