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Tsipras incassa la fiducia, oggi l’Eurogruppo sulla Grecia

Il voto di fiducia al nuovo governo greco guidato da Alexis Tsipras si è concluso durante la notte senza sorprese. I sì all’esecutivo – sostenuto da Syriza, il partito di sinistra guidato da Tsipras, e da quello di destra dei Greci Indipendenti – sono stati 162 e i no 137 su 299 votanti totali.
Nel suo lungo intervento, il premier ha ripetuto ancora una volta che “l’oggetto delle trattative non è il Memorandum ma un accordo nuovo. Il Memorandum, ha aggiunto, è finito il 25 gennaio. Al punto in cui siamo arrivati ora non si può tornare indietro, ai tempi dei memorandum e della sottomissione”. “Non possiamo ignorare il chiaro mandato del popolo. Non chiediamo un prolungamento dell’errore, non chiediamo altri soldi, chiediamo agevolazioni di carattere tecnico per alleggerire anche i nostri partner”.

Il premier ha ricordato però che il governo di Atene rispetta le regole europee e che l’accordo che vuole raggiungere “rispetterà il popolo greco e le sue scelte e non lo condannerà”.
Da parte sua, anche il ministro delle Finanze Yannis Varoufakis ha sottolineato che “il governo farà tutto il possibile per evitare la rottura con i partner” ed ha spiegato che il governo non accetta assolutamente nulla che sia collegato al Memorandum”. “Noi, ha detto, non faremo trucchi e non vogliamo bluffare. Parleremo chiaro, questa sarà la nostra tattica”.
E’ con questo spirito che il governo greco si appresta a partecipare alla riunione dell’Eurogruppo di oggi con un pacchetto di cinque punti nella speranza di riuscire a raggiungere un accordo “onesto” con i partner.
Il piano studiato dal governo di Atene comprende, tra l’altro, un programma-ponte sino alla fine di agosto e non più sino alla fine di maggio come si pensava in precedenza. Il piano prevede l’abolizione di circa il 30% delle misure del Memorandum imposto dalla Troika (e quindi l’implementazione del restante 70% di misure richieste dalla troika in cambio di un ulteriore prestito) e la sua sostituzione con un pacchetto di 10 riforme – per ora non è chiaro in cosa consisteranno – che saranno preparate dal governo in collaborazione con l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) il cui segretario generale, Angel Gurria, è arrivato ieri ad Atene per incontrare il ministro delle Finanze Yannis Varoufakis e il premier Alexis Tsipras. Il pacchetto prevede inoltre una riduzione ma non la cancellazione dell’avanzo primario, dal 3% previsto dal memorandum all’1,5%, un intervento per la situazione di povertà diffusa nel Paese e infine un intervento che riduca il debito greco mediante un piano di swap, che prevede la trasformazione dei prestiti in bond che possano essere ripagati solo se il Pil del Paese riprende a crescere e la creazione di bond perpetui, cioè la trasformazione dei bond detenuti dalla Bce in bond che pagano solo una cedola. Secondo alcune fonti l’agenzia Lazard, incaricata dal governo greco di assisterlo sulle vicende sul debito, ha proposto la cancellazione di 100 miliardi di euro di debito della Grecia, il che permetterebbe al Paese di tagliare il fardello in linea con i target indicati dalle autorità internazionali nel piano di salvataggio. Ad affermarlo è stato l’advisor per il debito di Atene, Matthieu Pigasse di Lazard.
Come quarto punto, l’esecutivo Tsipras chiede di poter intervenire per affrontare la “crisi umanitaria” con interventi a sostegno della popolazione (aumento del salario minimo a 750 euro, concessione di elettricità e buoni pasto per le famiglie indigenti, aumento del limite fiscale di esenzione, ripristino della 13° mensilità per i pensionati minimi, sanità pubblica per tutti) così come elencato nel programma di politica del governo letto in parlamento domenica sera.
In Parlamento il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis ha detto ai deputati – ammorbidendo le posizioni iniziali più radicali – che il governo non ha voluto «né stracciare il Memorandum né rispettarlo fedelmente». L’ultima tranche di prestiti da 7,2 miliardi di euro potrebbe anche essere sborsata dai creditori e incassata da Atene, se necessario, con una rinuncia del nuovo governo greco alla precedente posizione che riteneva di non voler altri prestiti e che aveva congelato ogni riferimento al Memorandum in atto.
Ma l’idea di «concedere 6 mesi alla Grecia è un errore» ha obiettato il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble al G20 di Istanbul. Schaeuble ha sottolineato che «l’eurozona non ha mai imposto un programma» di salvataggio «ad Atene» e che «nessuno al di fuori dalla Grecia può essere ritenuto responsabile per i problemi greci».

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