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Cipro apre i suoi porti alla Marina Russa. Ue e Nato in allarme

La Russia ha firmato un accordo con Cipro per concedere l’accesso ai porti ciprioti alla marina militare russa e sta discutendo la possibilità di appoggio su una base aerea a Cipro, formalmente per le “missioni di soccorso umanitario”. Il leader del Cremlino Vladimir Putin ha stretto l’accordo dopo i colloqui con il presidente cipriota Nikos Anastasiades, dando non poche preoccupazioni alla Nato impegnata in un braccio di ferro senza precedenti con Mosca sulla questione Ucraina e non solo.

Il leader russo ha detto che altri paesi non devono “preoccuparsi” e che l’uso principale del porto sarà per la lotta al terrorismo e anti-pirateria. Sbeffeggiando, coscientemente o meno poco importa, le argomentazioni di copertura per le proprie missioni militari all’estero da sempre utilizzate dalle potenze occidentali.
Ma l’isola di Cipro, nella sua parte greca (l’altra è occupata dalla Turchia), ospita già alcune strategiche basi militari britanniche e Londra ha annunciato che insieme agli Stati Uniti manderà presto propri consiglieri militari in Ucraina per contribuire all’addestramento e alla formazione delle forze armate ucraine.
Se è vero come dice qualcuno che Cipro rappresenta “un’enorme portaerei nel Mediterraneo”, continua a sollevare molti punti interrogativi l’accordo di cooperazione militare russo-cipriota. Un accordo verbale era stato raggiunto oltre un anno fa, prima che il golpe filoccidentale a Kiev facesse esplodere la crisi ucraina. Ed era stato un dossier portato avanti dal ministro della difesa Sergey Shoigu con grande caparbietà. Una “scommessa rischiosa” l’aveva definita la stampa occidentale. E gli analisti della NATO già esprimevano preoccupazione per un accordo che ancora non è stato firmato.
Nonostante il fatto che tale accordo preveda per l’Aeronautica e la Marina russa delle possibilità molto limitate, alcuni analisti lo hanno già giudicato come un esempio di un inedito e originale tipo di “soft power” da parte di Mosca. Il tutto in un contesto politico molto confuso, con legami tra Atene, Nicosia e Mosca – ma anche lungo un asse più lungo fino all’Egitto, che allarmano Ue e Stati Uniti. All’inizio di febbraio infatti il capo del Cremlino è volato al Cairo per incontrare il generale al Sisi, con il quale ha stretto numerosi accordi commerciali e prefigurato la creazione di una zona comune di libero scambio. Inoltre Mosca costruirà una centrale nucleare finalizzata alla produzione di energia elettrica , l’unica dell’intero continente africano dopo quelle esistenti in Sud Africa.
Unite dalla fede ortodossa, da tradizionali solidi legami diplomatici e dagli anni Novanta da crescenti interessi finanziari russi sull’isola, la Russia e la repubblica di Cipro sono state associate da partenariati stabili nella sfera della diplomazia, in quella dell’economia, e della cooperazione tecnico-militare (MTC). Nel 1992, Cipro ha riconosciuto la Russia come successore dell’Urss, e quattro anni più tardi i due Paesi hanno firmato il loro primo accordo in materia di cooperazione tecnico-militare.
La Russia ha fornito a Cipro elicotteri da trasporto e d’attacco, i veicoli corazzati da combattimento BMP-3, dei carri armati T-80, i sistemi di artiglieria reattivi Grad, e alcuni sistemi di difesa aerea, tra cui anche il famoso S-300. La crisi finanziaria cipriota del 2012-2013 è costata cara ai correntisti e gli imprenditori russi che avevano scelto Nicosia per i loro affari e i loro depositi all’estero. Evidentemente Mosca ha deciso di fare un passo in più per evitare un bis in futuro e nel frattempo ha concesso a Nicosia un prestito di circa 2.5 miliardi di dollari ad un tasso di interesse assai più favorevole rispetto a quelli concessi alla Grecia dagli strozzini dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale. 

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