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Obama sblocca gli aiuti militari all’Egitto

L’amministrazione statunitense ha deciso di sbloccare gli aiuti militari all’Egitto congelati dopo il colpo di stato dell’agosto 2013 da parte dei militari guidati dal Generale Al Sisi. Lo riferisce la Casa Bianca in un comunicato secondo cui gli Stati Uniti riforniranno Il Cairo di aerei da combattimento F-16, missili e fino a 125 kit per carri armati Abrams.
In una telefonata con Abdel Fattah al Sissi, il presidente Barack Obama ha dichiarato inoltre che il rifornimento di elicotteri Apache riprenderà da dicembre prossimo. Nel comunicato, con una buona dose di ipocrisia, la Casa Bianca precisa che Obama ha fatto presente alla controparte egiziana “i suoi timori riguardo le violazioni dei diritti umani” nel paese.
Le forze militari egiziane sono impegnate nell’operazione ‘Decisive storm’ in Yemen, dove l’Arabia Saudita sta conducendo un’offensiva per combattere contro i ribelli Houthi. Il Cairo è in prima linea anche nel contrastare le sacche jihadiste nel Sinai, legate al sedicente Stato islamico, e in Libia dove ha più volte bombardato sia le forze che collaborano con l’Is sia le milizie islamiche legate alla Fratellanza Musulmana.
Proprio oggi almeno 15 soldati egiziani sono stati uccisi nel corso di un attacco ad un posto di blocco militare da parte di militanti islamisti nella penisola del Sinai: lo hanno reso noto funzionari della sicurezza egiziani, secondo i quali i feriti sono 19. Altri quattro attacchi a posti di blocco militari avvenuti quasi in contemporanea, sempre secondo queste fonti, hanno provocato la morte di due civili e altri 10 feriti.
Dal 1979, anno in cui l’allora presidente Anwar Sadat firmò gli accordi di Camp David con Israele, l’Egitto è il secondo paese per aiuti ricevuti dagli Stati Uniti. Washington versa annualmente al Cairo circa un miliardo e 300 milioni di dollari di aiuti militari.

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