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Nuove manovre militari: le Repubbliche Baltiche vogliono basi Nato contro Mosca

La Nato preme sui paesi dell’Europa settentrionale e orientale affinché aumentino la pressione economica, politica e militare contro la Federazione Russa. Al tempo stesso più la tensione cresce più i paesi ‘di frontiera’ insistono nei confronti di Washington e dell’Alleanza Atlantica affinché garantiscano la loro ‘sicurezza’ contro un’aggressione russa che viene continuamente agitata ed evocata, contribuendo di fatto all’escalation nei confronti dell’inquieto vicino. Un meccanismo infernale che si autoalimenta e che non è dato sapere dove condurrà.

Fatto sta che nei giorni scorsi i governi di Estonia, Lituania e Lettonia hanno informato che chiederanno alla Nato la creazione di una base militare permanente dell’Alleanza Atlantica sul loro territorio, con lo stanziamento anche in questo caso permanente di migliaia di soldati che fungano da “deterrente” nei confronti di eventuali piani russi di invasione delle repubbliche baltiche. Ad anticipare la notizia è stato The Times, secondo il quale le tre repubbliche ex sovietiche invieranno presto una lettera ufficiale al comandante supremo delle truppe alleate in Europa, il generale Philip Breedlove, per perorare una richiesta non certo sgradita alla Nato (ma sulla quale l’Ue rimane cauta). “Sarebbe molto utile qualcosa come la Brigata Berlino”, ha commentato il generale Riho Terras, comandante delle forze di difesa estoni, riferendosi al contingente fornito da Stati Uniti e Regno Unito a presidio di Berlino Ovest dopo la fine della Seconda guerra mondiale e per tutta la durata della Guerra fredda. “Ogni Paese baltico avrebbe un suo battaglione, uno in Polonia e uno in ogni repubblica baltica”, ha aggiunto l’alto grado.
«Vogliamo un’unità delle dimensioni di una brigata in modo da avere sempre un battaglione di truppe che ruotino in ogni Paese baltico» gli ha fatto eco il portavoce dell’esercito lituano, Mindaugas Neimontas. I Paesi baltici, ha aggiunto Neimontas, chiedono il dispiegamento di almeno duemila soldati (700-800 uomini in ciascuno dei tre Paesi).
L’indiscrezione del Times è stata ripresa nei giorni scorsi con grande rilievo dai media russi che non hanno mancato di sottolineare come la Nato stia in realtà già da un anno – dal golpe filoccidentale andato in scena a Kiev – rafforzando la propria presenza militare nella regione, anche se per ora la creazione di basi militari permanenti ai confini della Federazione Russa non era stata messa in conto.
Questo mentre nel Mare del Nord, al largo della costa della Norvegia, la Nato ha completato da pochi giorni la più grande esercitazione di guerra anti-sommergibile mai condotta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. All’esercitazione – una simulazione di caccia ad alcuni sommergibili «nemici» – hanno preso parte circa 5 mila militari provenienti da dieci Paesi dell’Alleanza più la Svezia, paese che non fa parte della Nato ma che potrebbe aderire all’alleanza militare occidentale aumentando ulteriormente l’accerchiamento della Russia e costringendo Mosca a prendere gravi contromisure. Nel frattempo proprio nelle Repubbliche Baltiche, in particolare in Estonia, altre esercitazioni militari – denominate «Siil 2015» – hanno coinvolto sul terreno ben 13mila soldati di vari paesi dell’Alleanza, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Belgio, Germania, Lettonia e Lituania. 
Di fronte a questo quadro come stupirsi del fatto che la Russia di Putin si stia impegnando in una simmetrica riorganizzazione e modernizzazione delle proprie forze armate e del proprio schieramento?
All’indomani dei festeggiamenti della Giornata della Vittoria il presidente russo ha ordinato che alcune delle nuove armi mostrate nella parata del 9 maggio a Mosca siano al più presto prodotte in serie. “Un tema è quello di creare nuove armi per le Forze di terra e aggiornare quelle esistenti. Alcune di quelle (armi) sono state mostrate per la prima volta alla parata in onore del 70mo anniversario della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica” ha detto Putin in una riunione dedicata allo sviluppo delle forze armate russe. Putin ha sottolineato che le caratteristiche tecniche di queste armi sono superiori a quelle degli analoghi sistemi prodotti dal’Occidente. “Noi – ha detto il presidente – dobbiamo completare tutti i test nel periodo di tempo più breve possibile e procedere con la loro produzione in serie”.
Dove porterà la logica ‘del più uno’ sul piano militare?

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