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Gravissimo attacco hacker negli Stati Uniti. Washington accusa Pechino

In un attacco informatico che ha colpito gli uffici governativi degli Stati Uniti potrebbero essere stati violati dati sensibili del personale militare e dei servizi segreti. È quanto è stato riferito da alcuni funzionari che hanno parlato all’agenzia Associated press chiedendo di rimanere anonimi. La notizia di un attacco hacker contro l’Ufficio di gestione del personale (Opm), l’agenzia che gestisce i dati dei dipendenti del governo federale degli Stati Uniti e i loro accessi a informazioni riservate, è stata diffusa il 5 giugno scorso, ma finora si riteneva che fossero stati violati i dati di quattro milioni di persone, tra attuali ed ex dipendenti del governo.
Quello che emerge ora sono invece i dettagli di un possibile secondo attacco, un cui gli hacker potrebbero avere avuto accesso ai documenti compilati dal personale militare e dei servizi segreti per i controlli legati alla sicurezza. In particolare potrebbe essere stato violato lo Standard form 86, un modulo di 127 pagine che contiene le informazioni personali dei dipendenti, dal colore degli occhi, alla storia finanziaria e sanitaria, ai problemi con le dipendenze, ai contatti degli amici e dei parenti.
Si ritiene inoltre che il numero dei dipendenti del governo federale colpiti dall’attacco potrebbe essere molto superiore e arrivare a quattordici milioni. Dell’attacco – accusa la stampa e alcuni ambienti governativi statunitensi – sarebbero responsabili degli hacker “collegati al governo cinese”. Pechino da parte sua ha respinto ogni responsabilità definendo l’ipotesi “irresponsabile e controproducente”. Il governo degli Stati Uniti ha annunciato nei giorni scorsi ulteriori misure per rafforzare la sicurezza informatica dopo che alcuni hacker siriani avevano attaccato e violato un sito dell’esercito di Washington.
Ora, secondo il New York Times, dopo le rivelazioni della Casa Bianca su un secondo gravissimo cyber-attacco sferrato in pochi giorni contro l’ufficio del personale dell’amministrazione Usa che avrebbe messo a rischio anche file relativi ad agenti dell’Fbi, contractors e membri di varie agenzie governative, il presidente Barack Obama starebbe valutando la possibilità di imporre sanzioni economiche contro gli hacker, ricorrendo all’ordine esecutivo firmato lo scorso aprile che consente al ministro del Tesoro di imporre sanzioni contro gli autori di cyber-attacchi o contro coloro che ne beneficiano. Il che potrebbe equivalere ad un ulteriore inasprimento delle già tese relazioni con la Cina.

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1 Commento


  • riccardo

    La colpa non è di chi ruba, ma di chi lascia incustoditi gli archivi.
    E loro sono quelli informatici.!?

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