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Occupata la Commissione Europea. La Grecia in piazza: “stop austerità”

Proprio mentre il fallimento ripetuto dei negoziati tra governo Tsipras e Troika – ora soprannominate le istituzioni – evoca scenari di rottura con l’Eurozona e l’Unione Europea, e alla vigilia della riunione dell’Eurogruppo fissata per domani, la Grecia si mobilita contro il ricatto dei creditori. 
Questa mattina alcune decine di persone hanno occupato nella capitale ellenica la sede locale della Commissione Europea, in un atto di protesta contro le pressioni e i ricatti dei creditori internazionali contro il paese. La manifestazione, riportano le agenzie di stampa, era stata organizzata dal sindacato Meta ( (Schieramento di Classe e di Lotta degli Operai e degli Impiegati) ), la corrente vicina a Syriza dove forte è la componente della sinistra interna al partito. I dimostranti dopo essere entrati nell’edificio hanno esposto a un balcone un ampio striscione, con la scritta in inglese e greco: “Il popolo non si lascia ricattare. Il Paese non è in vendita”. 

Contemporaneamente uno striscione simile è stato esposto all’entrata dell’edificio situato sul Viale Regina Sofia, una delle principali arterie della capitale greca, a pochi metri dalla sede del Governo.
La polizia in assetto antisommossa ha poi chiuso l’accesso ad alcune strade vicino al palazzo del governo, dove a mezzogiorno il premier Alexis Tsipras ha incontrato il cancelliere austriaco, Werner Faymann. 

Ma è per la serata di oggi che si attendono le più massicce mobilitazioni di piazza da quando più di quattro mesi fa Syriza ha vinto le elezioni ed ha poi formato un governo con la destra antiausterity dei ‘Greci Indipendenti’ guidati da Panos Kammenos. 
Oggi alle 19.30 sono state convocate decine di manifestazioni ad Atene, Salonicco e in altre venti città del paese contro le politiche di austerity. Nella capitale l’appuntamento è in piazza Syntagma, davanti al Parlamento, per una manifestazione convocata negli ultimi giorni attraverso i social network con lo slogan ‘Prendiamo l’accordo nelle nostre mani, abbasso l’austerità’.
“Non vi è dubbio che i negoziati con i “partner” hanno raggiunto un punto morto. Nessuno ha il diritto di abrogare i diritti democratici di un popolo, tutta la società deve decidere il suo futuro. I “finanziatori” non hanno diritto a offendere la nostra dignità e di tentare di annullare il mandato di porre fine all’austerità” recita la piattaforma sulla quale è stata convocata la giornata di mobilitazione nazionale che vedrà scendere in piazza in solidarietà con il popolo greco anche i cittadini ciprioti a Nicosia. “Già il governo greco ha fatto molte concessioni (alla Troika, ndr), nel tentativo di evitare le minacce e ricatti, e non è tempo di fare altri passi indietro. Il governo greco ha ora una sola opzione, non accettare l’accordo imposto dai creditori e varare una soluzione che rispetti il mandato popolare. Certamente, non è una decisione facile, ma è l’unica che corrisponde al risultato delle elezioni del 25 Gennaio e, soprattutto, l’unico a difendere le esigenze e la dignità della società greca. Cinque anni sono stati sufficienti a dimostrare a tutti che l’esperimento è fallito. L’austerità selvaggia genera recessione, deficit e debito. Cinque anni sono stati sufficienti (…). Cinque anni sono stati sufficienti, i memorandum non hanno prodotto risultati, ma drammi personali e sociali. Non possiamo permetterci stipendi e pensioni di 300 euro – prosegue la piattaforma – case senza riscaldamento, i nostri genitori senza medicine, i nostri figli affamati nelle scuole, per pagare un debito che non verrà mai ripianato e che non abbiamo creato noi. I finanziatori non chiedono solo il pagamento del debito ma molto di più al fine di intrappolare l’economia e soffocare la società. Ogni passo indietro sulle richieste irragionevoli dei creditori equivale a molti passi indietro per la democrazia. (…) Il popolo greco ha bisogno del sostegno e la solidarietà dei popoli europei. I nostri interessi sono comuni e contrapposti agli interessi della élite politica e del dogma del denaro. Il Popolo greco ha parlato ed ha deciso. Lo faremo di nuovo in ogni modo possibile e più volte se necessario. 
La democrazia non può essere sotto ricatto. Le nostre vite non appartengono ai creditori” conclude l’appello che porterà oggi nelle strade decine di migliaia di greci.

Intanto l’ex partigiano ed europarlamentare di Syriza (che ha annunciato le sue imminenti dimissioni da deputato europeo), Manolis Glezos, molto critico nei confronti del suo partito e del governo per i tentennamenti e la scarsa determinazione dimostrati nelle trattative con la Troika, ha rivolto alla società greca un breve ma vibrante appello:

“Dal Megaro Maximou (la sede del governo, ndt) alle piazze
In questi momenti critici, dove il popolo greco riceve notizie frammentarie e assiste stupito all’atteggiamento dei creditori.
Ora che le minacce sono più che mai visibili.
In questi momenti nei quali l’opposizione chiede al governo di firmare ulteriori tagli ai salari alle pensioni e ai diritti dei lavoratori, tagli elaborati sulla base dei dettami dei creditori che richiedono  a loro volta aumenti ancora maggiori delle tasse e ulteriori privatizzazioni dei beni pubblici, il Primo ministro deve interrompere il “dialogo” senza fine coi creditori e incontrare il popolo greco nelle piazze.
Incontrarlo, per informarlo e instaurare un dialogo fruttoso con il popolo. Insieme al popolo esiste una soluzione. E tale soluzione sarà dolorosa per i creditori e per coloro che hanno scelto di stare dalle parte dei creditori”.

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