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E’ rivolta dentro Syriza, anche i giovani del partito sul piede di guerra

E’ rivolta all’interno della sinistra ellenica e dello stesso partito del premier Tsipras contro la capitolazione accettata dal governo a Bruxelles. Mentre domani alcuni sindacati hanno convocato uno sciopero generale del settore pubblico si moltiplicano le manifestazioni di dissenso nei confronti delle decisioni del primo ministro. 

L’ultima ieri sera, convocata da Antarsya, organizzazioni della sinistra antagonista e gruppi della sinistra interna di Syriza, che hanno protestato davanti al parlamento di Atene. Un migliaio di militanti traditi e attivisti di organizzazioni rimaste sempre indipendenti dalla Coalizione della Sinistra Radicale ora ad un passo dall’implosione hanno protestato contro diktat che peggioreranno ulteriormente le condizioni di vita della popolazione ellenica e che comunque non scongiurano l’espulsione del paese dall’Eurozona.
Le immagini di un’attivista che circondata da manifestanti e fotografi dà fuoco ad una bandiera di Syriza davanti al parlamento ha fatto il giro del mondo.
E’ in questo clima che, dopo il ritorno degli agenti in tenuta antisommossa davanti agli ingressi del parlamento, scomparsi all’indomani della formazione del governo Syriza-Anel, il ministro greco “per la Protezione del Cittadino” (gli Interni eufemisticamente definiti)
Yiannis Panousis ha presieduto ieri una riunione con i vertici della polizia ellenica che ha deciso di schierare un alto numero di poliziotti in tutto il centro di Atene in vista delle proteste dei prossimi giorni.

I dissidenti di Syriza si riuniscono stasera per decidere cosa fare mentre la direzione del partito rinvia di ora in ora la plenaria del gruppo parlamentare in evidente difficoltà. Perché le defezioni vanno assai al di là delle componenti organizzate della sinistra del partito – il Koe (Organizzazione Comunista di Grecia), la Piattaforma di Sinistra di Panagiotis Lafazanis (che ha definito i membri dell’Ue “brutali ricattatori e assassini finanziari”), la Tendenza Comunista – e ormai voci di aperto dissenso si levano da intere sezioni locali del partito e in particolare nella gioventù di Syriza. 

Che alcune ore fa ha diffuso una dichiarazione inequivocabile di contrarietà all’accettazione dell’umiliante e drastico Terzo Memorandum.
Recita il comunicato firmato dall’Organizzazione Giovanile di Syriza:
“Ieri sera tutti i popoli del mondo hanno parlato di un “golpe”. Avendo come obiettivo l’umiliazione di un governo e di un intero popolo, minacciando sia il fallimento nel caos, sia l’uscita sotto tutela dall’euro combinata con misure ancora più severe, la direzione politica dell’eurozona ha raggiunto un accordo-memorandum che non può essere ritenuto come sostenibile dalla grande maggioranza della società.
In realtà, ciò che è stato proposto al governo greco consacra la vendetta del capitale nei confronti dei lavoratori e dei giovani che hanno avuto la colpa di aver osato lottare, di aver avuto il coraggio di eleggere un governo di sinistra, di essersi coordinati con i popoli dell’Europa indignati e in lotta nelle piazze, per essere riusciti ad ottenere una grande vittoria durante il referendum del 5 luglio e aver mostrato l’enorme forza di cui disponevano.
Di fronte a un colpo di stato come questo, non possiamo stare con le mani in mano. Noi, il mondo del lavoro e dei giovani ,dobbiamo respingere queste pressioni, non lasciare che venga votato un accordo come questo, dobbiamo impedire uno scenario che veda il rovesciamento di un governo eletto e porre nuovamente al centro il grande NO del 5 luglio, come elemento decisivo per il prossimo periodo.
Una situazione come quella che esige la direzione neoliberale dell’eurozona non hai giovato e non gioverà mai ai giovani di questo paese. Si tratta di una gioventù che ha resistito con una percentuale schiacciante alla paura anche perché non ha più nulla da perdere, ma anche perché è convinta che può costruire un mondo migliore. È, purtroppo, chiaro che occorre un piano radicale di snistra, con l’appoggio della maggioranza dei giovani contro i ricatti e i colpi di stato dei creditori. Anche nelle circostanze più dure.
Non ci sono scelte facili davanti a noi. Ma non possiamo cedere e indietreggiare rispetto alle misure di rottura profonda e radicale di cui abbiamo bisogno: la rottura con le politiche di austerità, la riappropriazione del lavoro, un’educazione conforme ai nostri bisogni e non ai profitti, la democratizzazione profonda dello stato, la redistribuzione delle ricchezze e del potere verso il basso.
Non ci sono scelte facili di fronte a noi. Ma non possiamo cedere e indietro sulle misure pausa profonde e radicali di cui abbiamo bisogno: la rottura con le politiche di austerità, la riappropriazione di lavoro, una formazione che soddisfa le nostre esigenze e non i profitti, profonda democratizzazione lo Stato, la redistribuzione della ricchezza e del potere verso il basso.
Non possiamo tornare indietro rispetto al consolidamento della democrazia, la sovranità popolare e la solidarietà, che sono principi fondamentali per la società in cui viviamo.
Invitiamo i giovani a protestare oggi alle ore 19 contro il colpo di stato della direzione politica dell’eurozona contro il nostro popolo, a non permettere che questo colpo di stato giunga a compimento”.

Mentre si moltiplicano in queste ore le dichiarazioni dei deputati di Syriza che annunciano il loro voto contrario all’approvazione del Memorandum, secondo quanto viene riportato dai media, Nadia Valavani, vice ministro delle Finanze ha deciso di dimettersi dal suo incarico ma anche da deputata.
Da parte sua l’ex ambasciatore Leonidas Chrysanthopoulos intervistato da Russia Today ha definito l’accordo “troppo duro, troppo tardivo, la morte dei greci”. E ancora: “Queste misure assurde non riflettono l’entrata della Grecia nell’Ue nel 1981. La Grecia si è trasformata in una colonia della Germania, non per restare nell’Unione Europea: il paese è molto lontano dall’essere fuori dalla crisi”.
Il tutto mentre l’ex ministro Varoufakis, che pure si dice ancora amico di Alexis Tsipras, accusa apertamente il primo ministro di aver accettato un colpo di stato pari a quello che i militari e l’estrema destra realizzarono ad Atene nel 1967.

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1 Commento


  • comintern@hotmail.com

    “il 6 è troppo presto…. l’8 è troppo tardi!”
    (N. V. I. Lenin – sulla questione della presa del potere e sull’assalto al palazzo d’inverno)

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