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Stati Uniti. Un altro nero di 15 anni ucciso dalla polizia a Indianapolis

A Indianapolis, nella notte di domenica, la polizia ha ucciso a colpi di arma da fuoco un altro ragazzo afroamericano di 15 anni, Andrew Green, per non essersi fermato a una intimazione a fermarsi dei poliziotti e per aver accelerato. In realtà Green scappando con l’auto è finito in una strada senza uscita e non ha risposto alle intimazioni dei poliziotti che gli chiedevano di uscire dalla macchina a mani alzate. Una zia di Green Angela Lamb dice che ha sentito storie contrastanti circa i momenti prima che la polizia ha sparato il nipote. “Alcune persone stanno dicendo uscì con le mani, ma la polizia sta dicendo un’altra storia”, ha detto Lamb.

La famiglia di Andrew Green ammette che l’adolescente ha avuto un passato travagliato, ma avanza dubbi sulla dinamica dell’uccisione del ragazzo da parte dei poliziotti.

L’uccisione di Andrew Green, è avvenuta mentre a Ferguson si svolgevano le manifestazioni che ricordavano l’uccisione di Michael Brown e ad Arlington un altro giovane nero – Christian Taylor – veniva ucciso dalla polizia.

Dall’inizio dell’anno ben 24 afroamericani sono stati uccisi da colpi di arma da fuoco della polizia, uno ogni nove giorni. Il Washington Post, che ha pubblicato la macabra lista, sottolinea che per un nero le probabilità di morire per mano della polizia – anche se disarmato – sono sette volte più alte rispetto a un bianco.
‘Black Lives Matter’ e ‘Stop Killing Black People’ (Basta uccidere neri) sono stati fra gli striscioni portati avanti dai manifestanti nella manifestazione tenutasi a New York. Nelle ultime ore il movimento Black Lives Matter, nato proprio in seguito alla morte di Michael Brown, ha interrotto a Seattle un comizio di Bernie Sanders, il candidato democratico alla Casa Bianca. Un’interruzione fra le polemiche visto che Sanders è uno dei maggiori sostenitori del movimento.

Nella manifestazione di Ferguson pare che dalle fila dei manifestanti siano partiti alcuni colpi d’arma da fuoco verso i poliziotti. Questi hanno sparato ferendo gravemente un manifestante. Sono indicatori di un salto di qualità che potrebbe portare ad un livello di scontro più elevato le proteste contro la brutalità della polizia statunitense nei confronti dei giovani afroamericani. Né pare difficile non collegare l’escalation di violenza dei poliziotti bianchi contro giovani neri in coincidenza con la prima presidenza di un “black” come Obama.

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