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Cile. Si suicida generale condannato per crimini durante la dittatura fascista

Martedì scorso era stato condannato dalla Corte Suprema del Cile insieme ad altri 13 militari per il sequestro e l’assassinio di Eugenio Berríos, un chimico ed agente della polizia segreta della dittatura di Augusto Pinochet (1973-1990), ucciso negli anni Novanta per evitare che ‘cantasse’ rivelando le responsabilità del regime fascista nell’eliminazione di un gran numero di oppositori, in patria e all’estero.
Poco dopo, il 13 agosto, ne è stata dichiarata la morte all’Ospedale Militare di Santiago a causa della gravità delle ferite da arma da fuoco riportate dopo essersi sparato nella propria abitazione.
È deceduto così il generale a riposo dell’esercito cileno Hernán Ramírez Rurange, 76 anni, già capo della Direzione di Intelligence dell’Esercito (Dine), i servizi segreti militari, condannato a dieci anni e un giorno di prigione come autore del rapimento di Berríos e ad altri dieci anni e un giorno per associazione illecita, anche se assolto dal reato di intralcio alla giustizia.
Il generale si trovava insieme alla moglie nella sua casa di Santiago, quando dopo l’una del mattino è uscito, dirigendosi verso le scale del palazzo, dove si è sparato con un revolver calibro 32.
Responsabile della produzione dei gas tossici in seno alla Dina – la  Direzione di Intelligence Nazionale – Berríos era fuggito in Uruguay nel 1991, dopo l’autoriforma del regime, dopo essere stato chiamato a testimoniare sull’omicidio dell’ex ministro degli Esteri Orlando Letelier, assassinato brutalmente dalla dittatura a Washington nel 1976. Il corpo del chimico era stato ritrovato nel 1995 abbandonato su una spiaggia di quel paese, con ferite di arma da fuoco alla testa.
In base all’inchiesta, i militari condannati – fra cui il generale suicida – erano stati incaricati di eliminare ogni traccia dei crimini commessi dal regime di Pinochet, fra cui proprio “il chimico”: si sarebbe trattato di una delle ultime operazioni previste dal funesto ‘Plan Cóndor’, l’operazione di repressione congiunta delle opposizioni antifasciste realizzata dalle dittature militari di estrema destra di tutta l’America Latina negli Anni Settanta e Ottanta del secolo scorso con la supervisione degli Stati Uniti.
È comprovato cha la polizia segreta cilena abbia fatto ricorso a gas tossici come il Sarin, il Soman o il Tabun, per eliminare personalità a lei ‘scomode’: tracce di Sarin – secondo fonti di stampa – furono trovate nel corpo dell’ex presidente Eduardo Frei, deceduto nel 1982 per una setticemia dopo un intervento chirurgico di routine, proprio mentre si apprestava a guidare una massiccia opposizione democratica ai militari.

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