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Mohammed Allan è in coma, Israele propone la deportazione

Nena News. Le autorità israeliane hanno offerto all’avvocato palestinese Mohammed Allan, in sciopero della fame da 62 giorni e in gravissime condizioni di salute, di rilasciarlo a patto di venir deportato fuori dal paese per 4 anni. Una richiesta che l’avvocato di Allan ha subito rigettato: “Rifiutiamo categoricamente questa proposta”, ha detto il legale Jamil al-Khatib. Contrario anche il Ministero palestinese per gli Affari dei Prigionieri: il ministro Issa Qaraqe ha ricordato che il suo dicastero rifiuta la deportazione “in tutte le sue forme”, in quanto violazione del diritto internazionale.

Si resta in attesa della decisione della Corte Suprema israeliana su un eventuale rilascio senza condizioni. La Corte dovrebbe pronunciarsi domani, dopo – dicono – aver valutato la scheda medica di Allan che sta scioperando da due mesi contro l’ordine di detenzione amministrativa che lo costringe in prigione senza accuse né processo. A causa dello sciopero Allan la scorsa settimana è entrato in coma: secondo le autorità palestinesi, i medici israeliani stanno prolungando artificialmente la vita dell’avvocato con “metodi non etici”.

I giudici della Corte Suprema israeliana esaminano oggi una richiesta di  scarcerazione per motivi di salute presentata dai legali dell’avvocato palestinese  in “detenzione amministrativa” dallo scorso novembre e che attua uno sciopero  della fame in segno di protesta da 61 giorni. Venerdì scorso è entrato in coma ed è in pericolo di vita. Manifestazioni di solidarietà si ripetono da giorni ovunque in Cisgiordania. Ad Ashkelon, nei pressi dell’ospedale Barzilai dove Allan è ricoverato, scontri tra estremisti di destra israeliani e dimostranti palestinesi. Violenze della polizia che ha arrestato almeno 13 persone.

A Roma, ieri pomeriggio, si è svolto un sit in di solidarietà con Mohammed Allan davanti all’ambasciata palestinese.

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