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Bernie Sanders: l’eco-socialista indipendente che fa sognare la sinistra Usa

Potrebbe fare uno scherzetto alla Clinton e rappresenta la voglia di rottura con le dinamiche neo-liberiste che hanno reso gli Usa il paese più diseguale del globo. Sta infiammando la corsa per la candidatura democratica del 2016.
#BernieSanders2016 e #FeelTheBern sono due degli slogan più in voga sui social network che accompagnano il ”fenomeno Sanders”. Il risveglio della sinistra che si allontana dal centro liberista è sempre più attuale e sta coinvolgendo anche i moderati Democratici americani. Da Tsipras in Grecia, a Podemos in Spagna, allo Sinn Féin in Irlanda, a Jeremy Corbyn che si appresta a vincere le primarie laburiste in Inghilterra fino a Bernie Sanders che di fronte ad una gigante (più per motivi mediatici, vista la sua notorietà, piuttosto che per una radicalità nei contenuti) come Hillary Clinton non si scompone. La moglie dell’ex Presidente Usa Bill Clinton (grande amico di Tony Blair, liberal ed esponente della terza via, fu proprio lui che nel 1999 mandò a morte il Glass-Steagall Act di roosveltiana memoria, legge che serviva a differenziare le banche che ”giocavano in borsa” dalle banche tradizionali) è la candidata da battere.
Le elezioni primarie del Partito Democratico si terranno tra i mesi di febbraio e giugno 2016 in vista delle elezioni generali di novembre. I 50 stati attraverso i ”caucus”, attraverso primarie aperte, chiuse o semi-chiuse eleggeranno i delegati che a luglio 2016, a Filadelfia nella convention nazionale, voteranno il candidato alla presidenza e alla vice-presidenza.
I candidati alle primarie democratiche, oltre ai già citati Bernie Sanders (sindaco di Burlington 1981-1989, membro indipendente della Camera dei rappresentanti del Vermont 1991-2007 e senatore indipendente dal 2007 ad oggi) e Hillary Clinton (senatrice democratica 2001-2009, candidata contro Obama alle primarie Democratiche nel 2008 e segretaria di Stato 2009-2013) sono ben 6. Tra questi, i più conosciuti sono Lincoln Chafee (repubblicano per 8 anni, indipendente per 4 e ora democratico da 2), Martin O’Malley (governatore liberal del Maryland) e probabilmente – non ha ancora ufficializzato la candidatura – Joe Biden (attuale vice-presidente Usa).
Bernie Sanders è un moderno Davide che sfida la potentissima Golia (Hillary Clinton). Un Davide non certo impreparato vista la sua lunghissima esperienza politica.
La distanza tra i due nei sondaggi è passata da 57 punti (sondaggio Fox News inizi maggio 2015) a 19 punti (sondaggio sempre Fox News 10 agosto 2015). Il sondaggio vede la Clinton prima al 49%, Sanders secondo con il 30% e a seguire Biden (10%) e gli altri (meno di 1%).
Bernie Sanders sulla sua pagina facebook, complice uno straordinaria e accattivante grafica (oltre ai radicali contenuti), raccoglie in media più di sessanta mila mi piace e condivisioni per post o foto. Oltre ai social network dimostra di sapersela cavare egregiamente anche nei comizi, fino a Luglio (la candidatura è stata ufficializzata due mesi prima) sono stati oltre cento mila gli americani che sono andati ad ascoltarlo nel suo tour. Il 9 agosto a Portland sono state 28 mila le persone ad andare ad ascoltarlo, stessa cifra il giorno seguente a Los Angeles. Il più grande sindacato delle infermiere – forte di quasi duecento mila membri – ha annunciato, il 12 agosto, di sostenere Sanders, snobbando la Clinton.
I primi due stati a votare i delegati per le primarie 2016 saranno il New Hampshire e lo Iowa. In entrambi gli stati, ironia della sorte, secondo i sondaggi è avanti Sanders di ben 7 punti. Insomma Sanders sta letteralmente mangiando piano piano la vittoria di Hillary Clinton.
Ma veniamo ai temi che il 73enne socialista del Vermont sta portando alla ribalta negli Usa. Dal suo sito BernieSanders.com si legge: aumento della tassazione per i più ricchi, raddoppio della paga minima, lotta contro le diseguaglianze salariali tra uomini e donne, scuole pubbliche e università gratuite, politiche keynesiane estremamente espansive, una riforma di Wall Street, carbon tax,  etichetta-mento dei prodotti Ogm, lotta contro il climate change, importanti investimenti sulle rinnovabili e fine dei sussidi alle multinazionali inquinatrici, opposizione all’oleodotto Keynstone XL, opposizione al TTIP, legalizzazione della Marijuana, democratizzazione della polizia, taglio radicale della spesa militare, non interventismo militare… Insomma, un programma ”rivoluzionario”! Sanders è probabilmente il candidato più a sinistra (insieme a Mc Govern) di sempre, tra le fila dei democratici, ad avere una chance di vittoria. La Clinton invece, nonostante abbia Stiglitz come consulente economico, è nettamente più moderata. Per esempio si è detta favorevole all’uso dei droni ”assassini” in medio-oriente, ad un rafforzamento dei confini in chiave anti-immigrazione e perfino al Patriot Act (che ha aperto le porte allo spionaggio di massa della Nsa). La campagna è appena iniziata e si preannuncia infuocata, sopratutto dopo che l’Fbi ha notificato alla Clinton l’avvio di un indagine sulla vicenda delle 300 mila mail che la riguarda direttamente.


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