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Tagikistan: liquidata l’insurrezione islamista di Abdukhalim Nazarzoda

Sembra terminato il tentativo di sollevazione in Tajikistan, capeggiata dal vice Ministro della difesa Abdukhalim Nazarzoda. Dopo le informazioni diffuse due giorni fa sulla morte del generale e quasi immediatamente smentite, oggi le agenzie lanciano la notizia dell’eliminazione di Nazarzoda e di alcuni dei militari che ancora, con ogni probabilità, nella gola di Ramit, continuano a resistere all’assedio delle forze di polizia. Anzi, proprio ieri era stata annunciata la morte del comandante del gruppo “Alfa” delle forze OMON tajike, il colonnello Rustan Amakiev e di alcuni uomini del suo reparto, nell’ennesimo scontro a fuoco con gli insorti islamisti che da quasi una settimana sono asserragliati nella gola – Ramit, negli anni della guerra civile tra il 1992 e il 1997 costituiva una delle roccaforti dell’opposizione islamica – alcune decine di chilometri dalla capitale Dušambe. Gli insorti vi si erano rifugiati lo scorso 4 settembre, dopo le sparatorie nel centro della capitale, nel corso del quale 8 poliziotti erano rimasti uccisi. Le informazioni odierne della Tass sull’uccisione di Nazarzoda sembrano provenire direttamente dal Quartier generale delle operazioni.
L’attacco del gruppo “Alfa” era iniziato nel pomeriggio di ieri e, in uno scontro a fuoco avvenuto nella notte, il comandante Amakiev e quattro dei suoi uomini erano rimasti uccisi. Continuando gli scontri, un gruppo di insorti, tra cui l’ex vice Ministro della difesa, sarebbe stato a sua volta eliminato. Il governo tajiko ha impiegato nell’operazione reparti di élite del Ministero degli interni e del Comitato per la sicurezza nazionale, oltre a aerei senza pilota ed elicotteri da combattimento, segno che la rivolta rischiava di assumere il carattere di una vera e propria insurrezione guidata da elementi islamici. Fonti delle forze di polizia tajike hanno dichiarato alla Tass che, dallo scorso 4 settembre a oggi, poco meno di 25 presunti terroristi sono stati eliminati e più di 120 arrestati; anche 13 agenti sono rimasti uccisi.
Dopo la rivolta del 4 settembre, Nazarzoda e i suoi più stretti collaboratori erano stati accusati di tradimento, terrorismo e creazione di associazione estremistica. Nelle informazioni del Ministero degli interni, egli era descritto come “membro del Partito del rinascimento islamico, ex combattente dell’Opposizione unita tadžika che, dopo la firma dell’accordo di pace del 1997 era stata inserita con una quota del 30% nelle forze armate del Tadžikistan”. Dal gennaio 2014 era vice Ministro della difesa.

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