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La Mecca. Una strage provocata dall’arroganza della famiglia regnante

Il quotidiano libanese Addyar rivela alcuni particolari sul perchè ieri si sia creata alla Mecca la calca che ha causato la morte di centinaia di pellegrini musulmani. La rete televisiva Fars News pochi istanti fa ha ripreso la notizia dal giornale libanese, secondo cui Salman bin Abdul Aziz, nipote del re e figlio del principe erede al trono aveva deciso di effettuare ieri un suo pellegrinaggio privato nel luogo sacro.
Per lui e le sue decine di accompagnatori i funzionari sauditi hanno chiuso 2 delle 3 corsie che servivano per il rito del lancio dei sassolini contro le lapidi che rappresentano Satana.
A quel punto la gente e’ stata spintonata nell’unico tragitto rimanente e così si e’ verificata la tragedia con oltre 700 morti (1300 secondo altre fonti) e oltre 2000 feriti con un bilancio che non smette di salire da ore.
Secondo il quotidiano la scorta dell’arrogante nipote del re era formata da 200 soldati e 150 poliziotti che costringendo la gente a transitare per un passaggio stretto, hanno causato un bagno di sangue.
Secondo Addyar il re saudita ha ordinato di censurare la notizia della presenza del proprio nipote che però e’ affiorata in queste ore da più parti.
Il re Salman ha addirittura ordinato di preparare una lista di 28 funzionari sauditi da impiccare domani stesso per mostrare di aver punito i colpevoli ma sembra che la lista venga riempita arbitrariamente ed i veri responsabili, suo nipote e la scorta, rimarranno probabilmente impuniti.

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