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Kunduz. Msf denuncia: “Sapevano dove eravamo e che ci stavano bombardando”

I comandi militari Usa e afghani erano informati della posizione dell’ospedale di Medici senza Frontiere a Kunduz ed erano stati anche avvisati che stavano bombardando l’ospedale. Eppure per 30 minuti le bombe sono cadute uccidendo 9 tra medici e infermieri e facendo 37 feriti.La strage e il bombardamento segnano una nuova orribile pagine dell’invasione Usa/Nato in Afghanistan. I comandi Nato parlano di danni collaterali, mentre il New York Times riferisce che l‘ufficio del presidente afhano Ashraf Ghani ha rilasciato una dichiarazione affermando che sabato sera il generale John F. Campbell, il comandante delle forze americane in Afghanistan, si era scusato per il bombardamento, mentre il Segretario alla Difesa Usa, Ashton Carter, ha detto solo che “è in corso un’indagine completa sul tragico incidente”.

Guarda il video sugli effetti del bombardamento: http://www.aljazeera.com/news/2015/10/aid-workers-killed-air-strike-afghan-hospital-kunduz-151003043052500.html

Un comunicato di Medici Senza Frontiere spiega quanto accaduto.

“Medici Senza Frontiere condanna nel modo più assoluto il terribile bombardamento che ha colpito l’ospedale dell’organizzazione a Kunduz, coinvolgendo staff e pazienti. MSF vuole chiarire che tutte le parti in conflitto, comprese Kabul e Washington, erano perfettamente informate della posizione esatta delle strutture MSF  – ospedale, foresteria, uffici e unità di stabilizzazione medica a Chardara (a nord-ovest di Kunduz). Come in tutti i contesti di guerra, MSF ha comunicato le coordinate GPS a tutte le parti del conflitto in diverse occasioni negli ultimi mesi, la più recente il 29 settembre.

Il bombardamento è continuato per più di 30 minuti da quando gli ufficiali militari americani e afghani, a Kabul e Washington, ne sono stati informati. MSF chiede urgentemente chiarezza per capire esattamente cosa sia successo e come sia potuto accadere un evento di questa gravità. 

È con grande tristezza che confermiamo la morte di 9 operatori MSF durante il bombardamento di questa notte all’ospedale di MSF a Kunduz. L’ultimo aggiornamento parla di 37 feriti, tra cui 19 membri dello staff MSF. Alcuni dei feriti più gravi sono in corso di trasferimento in un ospedale a Puli Khumri, che dista 2 ore di auto. Di molti pazienti e staff non si hanno ancora notizie. L’impatto di questo terribile bombardamento sta diventando più chiaro e i numeri continuano a crescere.

Bombardare un ospedale dove si curano i feriti è un atto di violenza inaccettabile. Un ospedale è un luogo di cura che come tale va tutelato e ciò è possibile solo se gli ospedali vengono rispettati da tutte le parti in conflitto, come previsto dalle convenzioni di Ginevra”.

Dopo il bombardamento dell’ospedale di Kunduz è scattata anche la solidarietà fattiva di altre strutture come Emergency. Qui di seguito il suo comunicato:

Esprimiamo tutta la nostra solidarietà a Medici Senza Frontiere e condanniamo fermamente l’attacco da parte delle forze Nato all’ospedale a Kunduz, in ‪#‎Afghanistan. Oggi pomeriggio MSF trasferirà alcuni feriti all’ospedale di EMERGENCY a Kabul. Rimaniamo a disposizione di MSF e della popolazione di Kunduz per curare gli altri feriti che potranno essere evacuati dalla città. Lavoriamo in Afghanistan dal 1999 e siamo molto preoccupati dal costante peggioramento delle condizioni di sicurezza: nel Paese si combatte in 25 province su 34 e il numero dei feriti e delle vittime civili cresce di mese in mese. La violenza e l’instabilità in cui sta precipitando l’Afghanistan rende sempre più difficile garantire l’attività degli operatori umanitari e tutto questo rischia di tradursi in un ulteriore danno a discapito della popolazione afgana.

 

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