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Gli USA bombardano “per errore” l’esercito siriano

Dopo che gli aerei USA hanno colpito 'per errore' le posizioni dell'esercito regolare siriano a Deir ez Zor, uccidendo 62 soldati e ferendone un centinaio e spianando così la strada ai terroristi dello Stato Islamico, il rappresentante permanente russo all'ONU Vitalij Čurkin ha chiesto la convocazione urgente del Consiglio di Sicurezza. Durante il suo intervento, la rappresentante USA Samantha Power, in modo dimostrativo, è uscita dall'aula. In risposta, Čurkin ha fatto lo stesso quando ha preso la parola la Power.

In seguito alle dichiarazioni della portavoce del Ministero degli esteri russo, Marija Zakharova, c'è stato uno scambio di cortesie anche tra Power e Zakharova, così sintetizzato sulla pagina feisbuc della portavoce di Mosca.

Dai media: “La rappresentante permanente USA all'ONU Samantha Power ha dichiarato che il Ministero degli esteri russo “dovrebbe vergognarsi” per le parole secondo cui gli USA difendono lo Stato Islamico".

Come riferisce RIA Novosti, la rappresentante ufficiale del Ministero degli esteri russo, Marija Zakharova aveva in precedenza dichiarato che la parte russa comincia a trarre le conclusioni secondo cui le azioni della Casa Bianca siano dirette alla difesa dei raggruppamenti terroristici dello Stato Islamico. “Mi sembra che la rappresentante russa abbia dichiarato che noi potremmo essere coinvolti nel tentativo di difendere lo Stato Islamico. E' vero? Quel raggruppamento ha tagliato la testa di cittadini americani. Noi capeggiamo una coalizione di 67 paesi per distruggere quel raggruppamento”, ha dichiarato la Power. Secondo le sue parole, la rappresentante del Ministero degli esteri russo “dovrebbe vergognarsi” per le parole secondo cui gli USA difendono lo Stato Islamico”.

reaganMarija Zakharova così risponde: Cara Samantha Power, per comprendere il significato della parola “vergogna”, Le consiglio di recarsi in Siria ed entrare in contatto con la gente. Non con quelli di An Nusra, non con l'opposizione moderata, che Washington si preoccupa così tanto di rifornire di aiuti umanitari. Non con i combattenti per il futuro radioso di quel paese che vivono all'estero. Bensì con le persone che vivono là, nonostante che da quasi 6 anni sul loro paese venga condotto quel sanguinario esperimento con l'attiva partecipazione di Washington. Io ho rapporti regolari coi siriani: coi rappresentanti dell'opposizione delle città siriane, con gli orfani che arrivano in Russia per la riabilitazione, coi giornalisti.

Perché non andiamo insieme in Siria? Mi addosso tutte le spese. Capisco che non sia una passeggiata per gli umiliati e offesi nei corridoi dell'ONU. Ma l'escursione sarà più interessante. Lo ammetta. E non tema. Se sarà con me, nessuno la toccherà. Alla sola condizione che i Vostri, sempre “per errore”, non vadano a colpire in qualche punto. Dopo ne avrà di cose da ricordare e per di più potrà comprendere cosa sia la “vergogna”.

E in risposta alle Sue parole, secondo cui gli USA non possono appoggiare coloro che tagliano la testa agli americani, Le spedisco la foto da Wikipedia “Il Presidente USA Ronald Reagan si incontra con una delegazione di mujaheddin afghani alla Casa Bianca nel 1983”.

Fabrizio Poggi

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