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Ciclo di interviste e testimonianza dalla Catalogna #RadioCatalunyaLliure/3

Un ciclo di interviste quotidiane organizzate da Noi Restiamo direttamente dalla Catalunya in lotta.
Una serie di colloqui con uomini e donne che stanno costruendo il loro riscatto, pensata nei giorni del Referendum per continuare a garantire informazioni e aggiornamenti sugli eventi che stanno attraversando una regione dalla storica aspirazione indipendentista.
L’importanza di una diretta costante dai territori catalani si fa oggi urgente, nel momento in cui la vocazione indipendentista della piccola borghesia vacilla e i riflettori dei media mainstream si spengono. Sembra quasi che basti lo spostamento della sede legale di qualche multinazionale per disinnescare il movimento popolare protagonista delle giornate di lotta e resistenza cui siamo stati direttamente partecipi… o forse questi sono solo i titoli di ElPais e Repubblica.

#RadioCatalunyaLliure nasce quindi dalla convinzione che non solo il Re possa prendere parola. Che non solo un premio Nobel abbia il diritto di esprimersi. Che non sia necessario essere un membro della Commissione europea per dire ciò che si pensa. Queste interviste vogliono dar voce a chi si organizza contro l’alta borghesia catalana -da sempre contro l’indipendenza- e chi combatte la paura conservatrice della piccola-media borghesia, ancora troppo esposta alle minacce di Rajoy e Juncker. Vuol far parlare i tantissimi che urlano la necessità d’uscire da Spagna, Unione Europea, euro e NATO. Una sfida non da poco.

#RadioCatalunyaLliure nasce al fianco delle organizzazioni della sinistra indipendentista, per sostenerle nel tentativo di contrastare e neutralizzare le spinte della borghesia.

Perché l’affaire Catalunya non è solo una lotta interna allo Stato spagnolo. È un’occasione per tutti noi.

Per visualizzare i collegamenti precedenti a questo articolo clicca qui per il primo articolo e per il secondo qui.

Collegamento del 26/10/2017:

Una giornata piena di eventi e confusione si sta svolgendo oggi in Catalunya.

Tutti i giornali stamattina aprivano con la decisione presa da Puigdemont, non ancora ufficializzata, al termine delle dieci ore di riunione con i vertici di Junts Pel Sì, di sciogliere il Parlament e convocare elezioni anticipate, sperando in questo modo di frenare il procedimento di applicazione del 155, le cui misure verranno votate domani al Senato spagnolo. La risposta di PP e Ciudadanos è stata chiarissima: continuare imperterriti con le misure eccezionali di commissariamento delle istituzioni e delle competenze catalane.

In mancanza di garanzie dal governo centrale, in una dichiarazione pubblica alle 17 Puigdemont si è tirato indietro sulla proposta di convocare elezioni, e ha rimesso alla plenaria del Parlament la decisione sulle misure di attuazione del voto popolare dell’1 ottobre.

Lo sciopero studentesco di oggi, chiamato da Universitats per la República, ha visto la partecipazione del 60% circa degli studenti, confluiti in una manifestazione che ha riempito le strade di Barcellona, fino ad arrivare al palazzo della Generalitat per fare pressioni al Govern.

Contemporaneamente, si è formato nel pomeriggio un presidio chiamato dalla CUP Països Catalans e composto dalle organizzazioni della sinistra indipendentista di fronte alla sede del Pdecat, il partito di governo, di protesta contro la decisione trapelata di indizione di elezioni.

Ci troviamo ora davanti al palazzo del Parlament, in attesa della discussione, che si prospetta proseguirà anche domattina.

In onda Íc Ar, studente e compagno della Sepc Països Catalans:

https://www.facebook.com/noirestiamo.bologna/videos/772047853003253/

Collegamento del 25/10/2017:

Oggi in tutta la Catalunya si è mobilitato il mondo della scuola, contro le accuse della stampa nazionale e dei partiti spagnolisti di indottrinamento dei bambini e delle bambine riguardo al processo indipendentista in corso.

In onda Oriol, insegnante, da Plaça Sant Jaume a Barcellona:

https://www.facebook.com/noirestiamo.bologna/videos/771610996380272/

“Da parte di alcuni partiti e da parte del governo centrale si sta cercando di far passare l’immagine di una società nella quale nelle scuole si indottrinano i bambini. La verità è che trattiamo questo tema (il processo indipendentista) perché i bambini fanno domande e vogliono sapere, ma lo facciamo con la massima neutralità possibile, provando a non esprimere mai direttamente la nostra opinione personale, in questo e in qualsiasi altro tema che venga trattato nelle scuole.”

A seguire, alle 19.30, si svolgerà la manifestazione convocata dai Comitès en Defensa de la República contro l’applicazione dell’articolo 155 della costituzione e contro la richiesta di elezioni da parte del governo centrale, e per la proclamazione immediata della Repubblica Catalana.

Domani giovedì 26 ottobre sarà giornata di sciopero generale studentesco chiamata da Universitats per la República, con manifestazione che partirà da Plaça Universitat a Barcellona.

Venerdì 27 ottobre chiamata nazionale di fronte al palazzo della Generalitat, convocata dall’Assamblea Nacional Catalana, per la possibilità che durante la sessione plenaria del parlamento catalano venga proclamata unilateralmente l’indipendenza.

collegamento del 21/10/2017:

ANALISI: perchè il referendum in Veneto e Lombardia non ha nulla a che vedere con la situazione Catalana.

https://www.facebook.com/noirestiamo.bologna/videos/770216363186402/

Nello stesso giorno in cui in Lombardia e Veneto si vota per l’autonomia delle due regioni siamo in onda con Andrea Geniola, ricercatore presso l’Università Autonoma di Barcellona. Oltre a inquadrare storicamente l’indipendentismo catalano, sottolinea e approfondisce le differenze con il referendum-farsa della Lega Nord in combutta con il PD.

Nel frattempo a Barcellona si continua a respirare un’aria di attesa. Al termine della partecipatissima manifestazione convocata ieri (21 ottobre) a Barcellona, Puidgemont ha fatto una dichiarazione ufficiale di denuncia della chiusura di ogni strada di dialogo. Ha richiesto quindi al Parlament catalano di convocare una sessione plenaria per “dibatterne e deciderne, (…) e attuare di conseguenza”.

collegamento del 20/10/2017:

Voci dal concentramento di martedì 17 ottobre, fuori dalla facoltà di medicina di Barcellona. Ne parliamo con Núria Ni Fe della Sepc Països Catalans:

https://www.facebook.com/noirestiamo.bologna/videos/769148516626520/

“Ieri (lunedì, ndt) il governo dello stato spagnolo, attraverso il potere giudiziario, controllato dallo stesso governo, ha arrestato i presidenti di Ómnium Cultural e dell’Assamblea Nacional Catalana, Jordi Cuixart e Jordi Sanchez. Davanti alla reclusione di quelli che sono prigionieri politici, noi come studenti rimarremo insieme al popolo catalano e continueremmo a riempire le strade, perché questo non è ammissibile in uno stato di diritto.

Da tanti anni stiamo lottando per la liberazione nazionale del nostro paese, di fronte ad uno stato spagnolo corrotto, che solo sa rispondere alla volontà di un popolo di essere libero con l’utilizzo della repressione. Sono esempi recenti la chiusura di molti siti web, l’arresto di ufficiali del governo democraticamente eletti, le minacce di applicazione dell’articolo 155 della costituzione spagnola, che consisterebbe nella sospensione dell’autonomia della Catalunya. Non potranno niente davanti questo popolo che ha alzato la testa, sempre in modo pacifico, ma con le idee chiare e con la volontà di costruire un nuovo paese dove sia possibile cambiare tutto.”

collegamento del 19/10/2017:

https://www.facebook.com/noirestiamo.bologna/videos/768809293327109/

Siamo qui sotto la pioggia di fronte alla delegazione del governo centrale di Spagna a Barcellona, al presidio chiamato dalla CUP Països Catalans, dove sono presenti alcune delle organizzazioni sindacali che avevano promosso la grandiosa giornata di sciopero generale e di mobilizzazione del 3 ottobre, tra cui la Coordinadora Obrera Sindical e molte delle organizzazioni della sinistra indipendentista catalana.

Contro la repressione e per la libertà dei prigionieri politici, contro la misura restrittiva messa in moto stamattina dal governo centrale e per l’immediata dichiarazione d’indipendenza e per la costituzione della Repubblica Catalana, Endavant!

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