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Ciclo di interviste e testimonianza dalla Catalogna #RadioCatalunyaLliure/5

Collegamento del 06/11/2017:

Voci dalla piazza del 2 novembre, durante il presidio di protesta contro l’arresto degli 8 Consellers del Govern della Catalogna:

https://www.facebook.com/noirestiamo.bologna/videos/777171482490890/

“Siamo qui per difendere il nostro parlamento, perché il nostro governo è stato incarcerato senza che sia stata stabilita una data di uscita. Questo è inammissibile: [la Spagna] è l’unico paese in tutta Europa nel quale ci sono dieci prigionieri politici, in nessun altro paese europeo ci sono dieci prigionieri politici. Solo succede in Spagna, grazie a questo governo centrale corrotto. Dunque è per questo che siamo qui, per difendere le nostre idee, e affinché si possa ricominciare il prima possibile, per ottenere alla fine la Repubblica che la maggioranza del nostro popolo ha votato.”

Collegamento del 04/11/2017:

Dal Congresso giovanile della Federazione Sindacale Mondiale, le considerazioni di Marta e Ferran – militanti Intersindical Csc

“Come sindacato dei lavoratori, abbiamo un ruolo chiave [nel processo di indipendenza catalano]. Già è stata dimostrata nelle strade la risposta che ha dato il popolo catalano, e dobbiamo vedere invece lo stato spagnolo che risposta darà nel momento in cui paralizzeremo economicamente il paese, vedremo se lo stato spagnolo si potrà permettere di paralizzare completamente la Catalogna.

Ieri sono stati messi in carcere otto membri del governo della Catalogna, dopo i due leader delle principali associazioni indipendentiste, ANC e Ómnium. Questo ci dimostra la natura della democrazia dello stato spagnolo, e di fronte a ciò la risposta non può essere altra che la lotta nelle strade.

Per questo stesso motivo, il giorno 8 abbiamo convocato, noi con il nostro sindacato insieme ad altri, uno sciopero generale, nella speranza che si uniscano ancora altri sindacati di classe.

I Comitati in Difesa della Repubblica continueranno nei prossimi giorni la lotta nei quartieri e nei paesi, come già stanno facendo in questo momento per le strade di tutto il paese.

Nello scenario delle elezioni che ha convocato lo stato in Catalogna, elezioni non democratiche, siamo stati chiamati a partecipare in massa, e speriamo che serva per far esprimere di nuovo liberamente il popolo a favore della Repubblica Catalana, come già ha fatto.”

https://www.facebook.com/noirestiamo.bologna/videos/776245619250143/

Collegamento del 03/11/2017:

voci dalla piazza di ieri

https://www.facebook.com/noirestiamo.bologna/videos/775765502631488/

“Siamo qui riuniti per protestare per la detenzione di una parte sostanziale del nostro governo, nello specifico 8 consiglieri, l’equivalente dei ministri, alcuni dei quali erano in esilio fuori del paese, e sono venuti per presentarsi alla giustizia. La magistratura ha considerato la presenza di un pericolo di fuga e li hanno messi in carcere, sono i prigione! Quindi siamo profondamente indignati, perché sono i nostri rappresentati politici, il nostro governo, l’incarnazione politica del nostro popolo. Il sentimento che regna tra di noi è di massima indignazione, massima perplessità, rifiuto di questa situazione. Si parla di organizzare un altro sciopero generale, di continuare a mobilitare la società civile, come stiamo facendo in tutto questo periodo. Ricordo inoltre alla popolazione italiana che anche il nostro presidente del governo si trova ora in esilio, a Bruxelles, con altri 3 o 4 consiglieri, che attualmente non hanno intenzione di tornare, visto quello che qui sta succedendo.

Si è ampiamente dimostrato, a partire da tutto ciò, che la democrazia spagnola è di bassissima qualità, è uno stato autoritario, che non accetta il dialogo e le soluzioni politiche, che non vuole trovare soluzioni, che sia un tavolo di dibattito o organizzare un referendum con tutti i requisiti e le garanzie. Questo non è possibile perché [lo stato spagnolo] non accetta il nostro punto di partenza e non ci riconosce come soggetto politico, una nazione, che abbiamo il diritto di decidere il nostro futuro. Non accettandolo, non trova altra soluzione che la repressione, dissimulata e travestita da legalità. Sappiamo bene che la intenzione di fondo è liquidare e smembrare il nostro popolo.”

Collegamento del 02/11/2017:

in onda il grido “QUESTA EUROPA E’ UNA FREGATURA”

In questo momento a Barcellona migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro l’arresto del vice presidente della Generalitat di Catalogna, Oriol Junqueras e di altri 7 membri del Govern accusati di ribellione, sedizione e malversazione. Interrogati stamattina si erano rifiutati di rispondere. Puigdemont è ancora a Bruxelles con altri quattro ex consiglieri-ministri. Migliaia e migliaia di persone continuano a riversarsi in strada per chiedere la libertà per quelli che sono a tutti gli effetti prigionieri politici.

https://www.facebook.com/noirestiamo.bologna/videos/775380612669977/

Collegamento del 30/10/2017:

Dopo il voto di venerdì nel Parlament, il popolo catalano è pronto a difendere la nuova Repubblica.

Ne abbiamo parlato con un pompiere di Barcellona venerdì, nella piazza di fronte al palazzo del Parlament:

“É appena stata proclamata la Repubblica Catalana. Siamo qui tutti pronti a difenderla e a impedire che si entri dentro”.

https://www.facebook.com/noirestiamo.bologna/videos/773911152816923/

Un ciclo di interviste quotidiane organizzate da Noi Restiamo direttamente dalla Catalunya in lotta.
Una serie di colloqui con uomini e donne che stanno costruendo il loro riscatto, pensata nei giorni del Referendum per continuare a garantire informazioni e aggiornamenti sugli eventi che stanno attraversando una regione dalla storica aspirazione indipendentista.
L’importanza di una diretta costante dai territori catalani si fa oggi urgente, nel momento in cui la vocazione indipendentista della piccola borghesia vacilla e i riflettori dei media mainstream si spengono. Sembra quasi che basti lo spostamento della sede legale di qualche multinazionale per disinnescare il movimento popolare protagonista delle giornate di lotta e resistenza cui siamo stati direttamente partecipi… o forse questi sono solo i titoli di ElPais e Repubblica.

#RadioCatalunyaLliure nasce quindi dalla convinzione che non solo il Re possa prendere parola. Che non solo un premio Nobel abbia il diritto di esprimersi. Che non sia necessario essere un membro della Commissione europea per dire ciò che si pensa. Queste interviste vogliono dar voce a chi si organizza contro l’alta borghesia catalana -da sempre contro l’indipendenza- e chi combatte la paura conservatrice della piccola-media borghesia, ancora troppo esposta alle minacce di Rajoy e Juncker. Vuol far parlare i tantissimi che urlano la necessità d’uscire da Spagna, Unione Europea, euro e NATO. Una sfida non da poco.

#RadioCatalunyaLliure nasce al fianco delle organizzazioni della sinistra indipendentista, per sostenerle nel tentativo di contrastare e neutralizzare le spinte della borghesia.

Perché l’affaire Catalunya non è solo una lotta interna allo Stato spagnolo. È un’occasione per tutti noi.

Per visualizzare i collegamenti precedenti a questo articolo clicca qui per il primo articolo, qui per il secondo, qui per il terzo e qui per l’ultimo.

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