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Gerusalemme. Convocato d’urgenza il Consiglio di Sicurezza dell’Onu

E’ stato convocato per domani il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite in seguito alla richiesta di una riunione d’urgenza presentata da otto paesi, tra i quali l’Italia, per discutere la decisione di Trump di spostare l’ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme, riconoscendo quest’ultima come capitale di Israele .

Bolivia, Egitto, Francia, Italia, Senegal, Svezia, Regno unito e Uruguay avevano richiesto entro la fine della settimana una riunione del Consiglio di sicurezza.

Ieri pomeriggio Trump ha riconosciuto Gerusalemme come capitale di Israele. “È il momento di riconoscere ufficialmente Gerusalemme come capitale d’Israele”, ha dichiarato il presidente Usa. “Non possiamo risolvere i problemi ripetendo le strategie del passato, servono nuovi approcci. Nel 1995 il Congresso votò una legge per riconoscere Gerusalemme come capitale d’Israele. Per oltre 20 anni, tutti i miei predecessori hanno esercitato una deroga, rifiutandosi di riconoscere Gerusalemme come capitale e di spostare l’ambasciata. Lo hanno fatto credendo che sarebbe servito per la pace. Invece non siamo nemmeno vicini a un accordo di pace e sarebbe sbagliato ripetere sempre la stessa formula”.

“Chiedo al Dipartimento di Stato di far partire il processo per lo spostamento dell’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme, immediatamente”, ha proseguito Trump. “Gerusalemme non è solo il cuore di tre religioni, ma di una delle democrazie più importanti al mondo. Gli israeliani hanno costruito un Paese dove tutti sono liberi di professare la loro religione. Gerusalemme è e deve restare un posto dove tutti possono pregare”. “Oggi riconosciamo l’ovvio: Gerusalemme è la capitale d’Israele. È il riconoscimento della realtà, niente di più”.

“Restiamo impegnati profondamente nel tentativo di aiutare le parti in causa a raggiungere un accordo di pace accettabile per tutti”, ha concluso il presidente Usa. Gli Stati Uniti sono pronti a sostenere “una soluzione a due Stati, se accettata da entrambe le parti”.

Il premier israeliano Benjamin Netanyah ha salutato l’annuncio di Trump definendo “storica” la sua dichiarazione, e assicurando che non ci saranno comunque modifiche allo status quo per quanto riguarda i luoghi santi di Gerusalemme.

Ben diverse le reazioni delle altre forze in campo. L’organizzazione palestinese Hamas ha dichiarato che la decisione del presidente americano apre “le porte dell’inferno”. Hamas aveva ammonito nei giorni scorsi sul rischio di una nuova Intifada qualora Trump avesse confermato la sua intenzione di trasferire l’ambasciata americana a Gerusalemme.

Il presidente palestinese, Abu Mazen, a sua volta ha detto che gli Stati Uniti non possono più svolgere il ruolo di mediatori di pace. “Queste misure deplorevoli e inaccettabili minano deliberatamente tutti gli sforzi di pace”, ha detto il presidente, aggiungendo che l’iniziativa di Trump equivale a “un annuncio degli Stati uniti che abbandonano il ruolo di sponsor del processo di pace che hanno svolto negli ultimi decenni”.

Anche la Turchia ha bollato come “irresponsabile e illegale” la decisione dell’amministrazione americana. “Condanniamo questa dichiarazione irresponsabile dell’amministrazione americana – ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu – la decisione è contro il diritto internazionale e contro importanti risoluzioni Onu”.

Seriamente imbarazzata la reazione dell’Arabia Saudita (custode dei luoghi sacri dell’Islam, ndr) di fronte alla decisione unilaterale dei suoi vecchi (Usa) e nuovi alleati (Israele). L’Arabia saudita ha infatti dovuto condannare ieri la decisione del presidente Usa Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale d’Israele, giudicandola “ingiustificata e irresponsabile”. Ad affermarlo è un comunicato della monarchia Saudriportato dai media sauditi. “Il regno esprime il suo profondo rammarico dopo la decisione del presidente americano di riconoscere Israele come capitale d’Israele. Ha già messo in guarda contro le gravi conseguenze che si possono avere per questa decisione ingiustificata e irresponsabile”, si legge nel comunicato.

Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha dichiarato a sua volta che la questione dello status di Gerusalemme deve essere risolta attraverso un “negoziato diretto” tra israeliani e palestinesi. “In questo momento di grande preoccupazione – ha aggiunto -, voglio essere chiaro: non c’è un’alternativa alla soluzione a due Stati. Non c’è un piano B”.

Inerte e evanescente come al solito la dichiarazione del presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni, su Twitter ha così commentato: “#Gerusalemme città santa, unica al mondo. Il suo futuro va definito nell’ambito del processo di pace basato sui due Stati, Israele e Palestina”.

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