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Francia. Ingiustizia è fatta

Il 26 ottobre 2014 Rémi Fraisse, militante ambientalista di 21 anni, viene mortalmente colpito da una granata lanciata da un gendarme nel corso di una manifestazione contro la diga di Sivens (regione Occitania, Francia sud-occidentale). Rémi è uno dei tanti che si oppongono a questo progetto inutile, dannoso ed imposto. La sua non è una morte accidentale, ma la conseguenza di una strategia di estrema tensione e violenza attuata dallo Stato francese, allora guidato da François Hollande, per spezzare la forza della mobilitazione.

L’8 gennaio scorso i giudici istruttori del tribunale di Tolosa hanno emesso il loro verdetto : non luogo a procedere nei confronti del gendarme responsabile. Si tratta di una sentenza doppiamente scandalosa perché, da un lato, riprende la teoria tristemente nota del « responsabile ma non colpevole ». Secondo i magistrati, infatti, colui che ha tirato la granata non ha nulla da rimproverarsi, avendo agito, come del resto i suoi colleghi, in maniera « proporzionata ». D’altro lato questo giudizio libera da ogni responsabilità il ministro degli Interni, istanza politica all’origine delle decisioni che sono costate la vita al giovanissimo manifestante.

L’attuale ministro degli Interni è l’ex socialista e sindaco di Lione Gérard Collomb, sostenitore della prima ora di Emmanuel Macron. Sua la minaccia di evacuare « con la forza » la zona occupata da anni da un vasto movimento deciso ad opporsi ad un’altra grande infrastruttura, il progettato aeroporto di Notre Dame des Landes (Nantes), utile solo alle imprese aggiudicatrici dei lavori (i soliti Bouygues, Vinci ed altri, titolari di una concessione di sfruttamento per i prossimi 55 anni !). Un inutile doppione che cancellerebbe 1650 ettari di terreno agricolo. Si tratta di una decisione preoccupante, vero assegno in bianco elargito alle forze incaricate della repressione. La sentenza dei giudici istruttori dimostra ancora una volta che, quando si tratta di garantire l’impunità a poliziotti e gendarmi, la giustizia mostra tutta la comprensione che nega ai poveri, ai militanti, agli esclusi. 

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