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Grecia-Turchia. Sciopero della fame contro scambio di ostaggi

Il comunista turco Turgut Kaya rischia l’estradizione dalla Grecia in Turchia

Da oltre un mese Turgut Kaya rifiuta di assumere cibo. Con il suo sciopero della fame il giornalista comunista in carcere nella capitale greca Atene si oppone all’incombente estrazione in Turchia. Per via del peggioramento delle sue condizioni di salute, Kaya nel fine settimana è stato trasferito nell’infermeria del carcere di Korydallos.

Kaya era stato arrestato il 28 febbraio nei pressi del confine greco-turco per via di un mandato di cattura della magistratura turca diramato tramite Interpol. È accusato di essere un quadro dirigente del Partito Comunista della Turchia /Marista-Leninista (TKP/ML) maoista. Sulla lista dei »terroristi« più ricercati del Ministero degli Interni turco, il nome di Kaya è riportato insieme a quello del quadro dirigente del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) Cemil Bayik e di Fethullah Gülen, leader dell’[omonima] setta, accusato del tentativo di golpe di due anni fa. Circa un milione di Euro (quattro milioni di Lire turche) è la taglia messa per la cattura di Kaya che è stato condannato in contumacia a una pena detentiva di 14 anni e sette mesi.

Kaya è attivo politicamente fin dai tempi in cui studiava negli anni ‘90, è stato più volte arrestato e pesantemente torturato. Da ultimo è stato in carcerazione preventiva per sei anni per la sua collaborazione con il giornale socialista legale Özgür Gelecek con l’accusa di appartenenza a un’organizzazione terroristica. Dopo una sentenza della Corte di Giustizia Europea per i Diritti Umani contro l’eccessiva durata della carcerazione preventiva, nel 2012 è stato liberato. Inizialmente si era rifugiato in Grecia, ma poi era tornato segretamente in Turchia dove fino alla sua nuova fuga ha proseguito la sua attività politica.

Nonostante il fatto che Kaya dopo il suo arresto abbia immediatamente chiesto asilo, l’Alto Tribunale Amministrativo di Atene alla fine di maggio ha dichiarato ammissibile la sua estradizione. La decisione definitiva da allora giace presso il Ministro della Giustizia Stavros Kontonis del partito Syriza.

Süleyman Gürcan della »Confederazione dei Lavoratori della Turchia in Europa« (ATIK), che da settimane organizza manifestazioni di protesta davanti alle sedi diplomatiche greche, parlando con junge Welt ha esplicitato la preoccupazione che Kaya possa essere scambiato con due soldati greci in carcere in Turchia. I soldati durante un pattugliamento al confine erano penetrati in territorio turco per alcune centinaia di chilometri, per questo Ankara li accusa di spionaggio.

Il governo del Presidente del Consiglio dei Ministri Alexis Tsipras è sotto una pressione crescente da parte di aree nazionaliste perché non è riuscito a liberare i soldati dalla carcerazione da parte di un partner della NATO. A sua volta la Turchia chiede l’estradizione di otto soldati turchi fuggiti in Grecia che hanno preso parte al tentativo di golpe del luglio 2016. La loro estradizione tuttavia è stata dichiarata inammissibile dal tribunale amministrativo di Atene e quindi per uno »scambio di ostaggi« resterebbe solo Kaya.

La Presidenza del partito tedesco Die Linke, così come il Partito Democratico dei Popoli (HDP) dalla Turchia e il Partito Comunista Greco (KKE), si sono appellati al partito greco di governo Syriza perché Kaya venga liberato. A Atene quasi quotidianamente ci sono azioni di protesta da parte di emigrati turchi.

Intanto Hidir Gönek, arrestato insieme a Kaya, in Grecia rischia una pena detentiva di 15 anni per »tratta di esseri umani«. Nell’interrogatorio Gönek, anche lui un comunista originario della Turchia, ha respinto l’accusa di attività di trafficante. Afferma di conoscere Kaya già da molto tempo e di averlo aiutato per motivi politici. Il processo contro Gönek, che viene trattenuto nel carcere di Komotini, è fissato per il 6 luglio.

Da junge Welt: Edizione del 2.7.2018

https://www.jungewelt.de/artikel/335184.hungerstreik-gegen-geiselaustausch.html

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