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PaP Parigi aderisce a Nous Aussi: per un corteo politico il 24 novembre

Da Nous Toutes a Nous Aussi: per un movimento femminista inclusivo, antirazzista e anticapitalista contro le violenze sessiste e sessuali!

In tutto il mondo tante voci si sollevano: dall’Argentina alla Spagna, dalla Corea del Sud al Cile, le donne denunciano le violenze sessiste e sessuali. Anche in Francia, dove da anni il movimento femminista è molto diviso, l’ondata MeToo ha avuto una larga risonanza e sta spingendo le donne ad organizzarsi e a scendere in piazza unite per denunciare queste violenze.

Da quest’estate, diverse associazioni e realtà si sono riunite per organizzare insieme una “marea” femminista per la giornata del 24 Novembre contro le violenze sulle donne: così nasceva il movimento “Nous Toutes” (Noi Tutte). 600 personalità conosciute in Francia, donne attrici, intellettuali, politiche ed attiviste hanno lanciato un appello invitando a marciare contro le violenze psicologiche, economiche, fisiche e sessuali: “Commenti sessisti, svalorizzazione, umiliazioni, insulti, percosse, molestie, violenze coniugali, aggressioni, stupri, sfruttamento sessuale, incesti, mutilazioni sessuali, matrimoni forzati, femminicidi…”, “l’impunita deve finire”.

In vista della marcia, a Parigi una rete di una quarantina di collettivi includendo realtà LGBTIQ, femministe contro l’islamofobia e la negro-fobia, sex workers, e diverse realtà politiche di sinistra si è costituita per incitare ad un approccio “intersezionale ed inclusivo” per la marcia del 24. Chiamata “Nous Aussi” (Anche Noi), questa rete si è dunque organizzata per porre al centro le persone che sono maggiormente sottoposte alle violenze sessiste e sessuali, ma che spesso vengono rese invisibili o addirittura marginalizzate nei movimenti femministi: donne precarie e povere, donne dei quartieri popolari, donne straniere, in particolare arabe e nere, donne musulmane, donne senzatetto, donne disabili, persone transessuali o intersessuali, donne lesbiche, ecc.

Potere al Popolo Parigi marcerà, il 24 Novembre, nello spezzone femminista inclusivo, per denunciare le condizioni materiali che permettono le violenze sessiste e sessuali su tutte le donne: “Prima le sfruttate”!

Qui sotto il testo dell’appello, tradotto in italiano.

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Per un 24 novembre politico: marciamo, Nous Aussi, contro le violenze sessiste e sessuali

In occasione della giornata internazionale di lotta contro le violenze fatte alle donne, il movimento Nous Toutes organizza una marcia il prossimo 24 novembre, per porre fine alle violenze sessuali e sessiste. Lanciamo l’appello ad unirci a questa marcia e ad organizzarci attivamente affinché sia un successo. Le condizioni di tale successo non saranno però raggiunte se, sotto il pretesto di lottare contro “tutte le violenze sessiste e sessuali”, tutte le vittime non saranno poste al centro della marcia. Sappiamo perfettamente a che punto la nostra cancellazione dalle lotte femministe perpetua il nostro isolamento e queste violenze. Con “nous toutes” (noi tutte), vogliamo poter dire “nous aussi” (anche noi).

Dicendo “nous aussi”, vogliamo far ascoltare la voce di quelle per cui le violenze sessiste e sessuali sono un’esperienza inseparabile dal razzismo, dalla violenza contro i disabili e dalla precarietà che definisce il nostro quotidiano: le violenze sessuali che subiamo finiscono per essere il risultato della dominazione materiale, economica e sociale in tutti gli aspetti delle nostre vite, che siano essi a lavoro, all’università, in strada, a casa o di fronte i poliziotti.

Dicendo “nous aussi”, affermiamo che il contesto attuale è marcato dall’espressione quotidiana di razzismo, in particolare dell’islamofobia e della negrofobia. La lotta contro le violenze fatte alle donne può realizzarsi solo attraverso una lotta radicale contro le molestie politiche e mediatiche, contro le discriminazioni legali che mirano in particolare le donne musulmane e che vengono a giustificare le violenze che esse subiscono. Denunciamo i discorsi di certi politici e media che si accaniscono nel voler attribuire il monopolio delle violenze sessiste agli “altri”, in particolare agli uomini immigrati, musulmani e dei quartieri popolari. La Francia e le sue istituzioni non hanno nessuna lezione da impartire a riguardo.

Dicendo “nous aussi”, ci posizioniamo fortemente contro le politiche repressive e razziste che mirano in primo luogo le donne migranti, i sans-papiers, gli stranieri.

Dicendo “nous aussi”, ci assicuriamo che le lotte delle sex workers siano parte integrante delle lotte femministe, e denunciamo al loro fianco le molestie della polizia di cui sono vittime e che favoriscono le violenze quotidiane alle quali devono far fronte.

Dicendo “nous aussi”, vogliamo anche lottare contro tutte le violenze che subiscono le persone trans ed intersessuali, comprese quelle delle istituzioni mediche o giudiziarie che continuano ad esercitare un controllo sulle loro esistenze e le rinchiudono nella precarietà. Vogliamo inoltre lottare contro le violenze che subiscono le lesbiche, cisgenere o trans, le quali a causa della loro sola esistenza sono viste come una minaccia contro lo schema “un papà-una mamma”, garantito e mantenuto dal sistema eterosessista.

Dicendo “nous aussi”, intendiamo lottare contro le violenze sessiste e sessuali che subiscono le donne in sovrappeso, costantemente disumanizzate, particolarmente nelle strutture mediche.

Dicendo “nous aussi”, ci opponiamo alle politiche liberali applicate dai governi successivi che ci privano a poco a poco dei servizi e delle risorse necessarie alla nostra vita quotidiana. Queste politiche d’austerità pesano particolarmente sulle vite delle donne precarie, senzatetto, disabili o costrette a fuggire dal tetto coniugale, che si ritrovano ad essere ancor più vulnerabili di fronte alle violenze.

Dicendo “nous aussi”, vogliamo esprimere la nostra solidarietà con tutte le donne incarcerate, comprese quelle detenute per essersi difese di fronte a queste violenze. È per noi indispensabile ricordare che l’istituzione carceraria costituisce una minaccia per molti di noi in ragione dei nostri mezzi di sopravvivenza, la nostra classe, la nostra razza e del nostro rifiuto di glorificare la prigione come unica risposta alle violenze sessuali e sessiste.

Affermiamo inoltre che queste violenze non saranno eradicate dalle sole azioni di pedagogia basate sulle buone volontà individuali. Lottare contro le violenze sessiste e sessuali significa costruire un vero rapporto di forza di fronte alle istituzioni che ci rendono dei bersagli per i molestatori, i nostri aggressori, i nostri stupratori, i nostri assassini, che essi siano sconosciuti o “amici”, i nostri capi o i nostri partner.

Per un 24 novembre politico contro le violenze sessuali e sessiste, Nous Aussi, organizziamoci e marciamo!

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