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Mobilitazione generale in Rojava

L’Amministrazione Autonoma si prepara a un attacco turco. Improbabile un’offensiva di Ankara su ampia scala

Il Consiglio Esecutivo dell’Amministrazione Autonoma della Siria del nord e dell’est – spesso chiamato anche Rojava – giovedì dopo la minaccia di un ingresso militare turco ha fatto appello alla mobilitazione. In precedenza il Presidente ­Recep Tayyip Erdogan mercoledì aveva annunciato di iniziare »a breve« un’altra offensiva militare in Siria per »ripulire« i territori a est dell’Eufrate da »terroristi separatisti« – intendendo le Unità di Difesa del Popolo curde YPG.

La minaccia di Erdogan sarebbe rivolta contro l’integrità territoriale della Siria veniva affermato giovedì in una dichiarazione dell’Amministrazione Autonoma diffusa dall’agenzia stampa curda ANF che fa appello »a tutto l’onorevole popolo della Siria« di »opporsi uniti alla politica di occupazione dello Stato turco «. Mentre la lotta contro l’ultimo bastione della milizia jihadista »Stato Islamico« (IS) a est dell’Eufrate presso Deir Al-Sor è vicina a un’efficace conclusione, con la minaccia turca si interebbe prolungare l’esistenza di IS. L’Amministrazione Autonoma ha esortato il governo siriano a Damasco, le Nazioni Unite, la NATO e la coalizione a guida USA contro »Stato Islamico« a prendere posizione contro le minacce di Erdogan.

Un portavoce del Ministero della Difesa USA ha dichiarato all’emittente CNN di ritenere »inaccettabile« un’azione militare in solitaria della Turchia. In questo modo personale USA verrebbe messo in pericolo e distratto dalla lotta contro li jihadisti, così il rappresentante del Pentagono Sean Robertson.

Già mercoledì l’esercito turco ha spostato altri veicoli militari nel territorio di confine presso Ceylanpinar di fronte alla città siriana di Serekaniye (Ras Al-Ain). Inoltre soldati turchi avrebbero iniziato a rimuovere in due punti il muro di confine presso Ceylanpinar.

Nel gennaio 2013 jihadisti vicini al Fronte Al-Nusra entrati dalla Turchia avevano costituito un regime del terrore a Serekaniye. Solo mesi dopo le YPG riuscirono a liberare la città abitata da curdi, arabi e siriani cristiani. La popolazione da tempo si prepara a un attacco turco. Così componenti di organizzazioni comuniste provenienti dalla Turchia, che in precedenza hanno combattuto contro IS nelle file del »Battaglione Internazionale per la Libertà«, addestrano civili all’uso delle armi.

Un’offensiva militare turca su ampia scala contro i territori dell’Amministrazione Autonoma a est dell’Eufrate nel momento attuale tuttavia appare improbabile. Ancora domenica un portavoce dell’alleanza militare »Forze Siriane Democratiche« (FSD) costituita intorno alle YPG curde, Kino Gabriel, in un’intervista con il portale di notizie Kurdistan 24 si era mostrato convinto che Washington non avrebbe permesso un simile attacco. In fin dei conti l’esercito USA, dopo precedenti attacchi di artiglieria turchi in ottobre, aveva istituito postazioni di osservazione lungo il confine turco-siriano perché le FSD potessero riprendere la loro offensiva contro l’ultima regione controllata da IS intorno a Hajin presso Deir Al-Sor.

Un obiettivo di Ankara potrebbe essere quello di costruire attraverso un ingresso limitato in un primo momento una testa di ponte in un territorio solo scarsamente abitato per ostacolare il collegamento tra i cantoni del Rojava. Se gli USA dopo una vittoria delle FSD sugli ultimi combattenti di IS lasciassero cadere i loro alleati pro tempore, allora l’offensiva potrebbe essere allargata a tutto il territorio in amministrazione autonoma.

Da Junge Welt: Edizione del 14.12.2018

Tradotto e pubblicato Rete Kurdistan

https://www.jungewelt.de/artikel/345395.syrien-mobilmachung-in-rojava.html

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