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Natale nel Sahel, nel segno dell’harmattan

Puntuale come un orologio svizzero. L’harmattan arriva secondo la stagione prefissata dalle consuetudini. Si invita a dicembre proprio sotto Natale, più vicino qui che altrove. L’harmattan è un vento caldo e secco che soffia sul Sahara e l’Africa occidentale. Si raffredda la notte provocando l’ abbassamento della temperatura. Il suo lavoro consiste nel trasporto gratuito di polvere per tutti. Una polvere democratica, che non risparmia o esclude nessuno. Facilita la trasmissione di epidemie di meningite e di malgoverni che, grazie alle polvere attecchiscono, prosperano e si mantengono.

Anche il primo Natale è stato così. Pieno di polvere più che di stelle. Gli stessi imperi di sempre, i censimenti per tassare meglio i poveri e i re fantoccio che temono concorrenti e rivali. Nulla di nuovo sotto la polvere del Sahel che comincia a dicembre e si estende fino a febbraio quando va bene. ‘Natale coi tuoi e Pasqua con chi vuoi’, sentenziavano gli antichi. Qui intanto ci prendiamo la polvere di Natale e per la Pasqua vedremo. Il nome Harmattan deriva, sembra, dalla lingua Fanti del Ghana.

L’harmattan è un vento aliseo regolare delle regioni intertropicali e soffia dall’est all’ovest, dalle alte pressioni subtropicali alle basse pressioni equatoriali. Aliseo è un nome forse derivato dal provenzale ‘liscio, dolce’ o dal latino ‘lisciare’. Scoperto e usato da navigatori e commercianti non è invece apprezzato dai migranti che solcano il Sahara. Diversamente utilizzato da contrabbandieri e trafficanti di droga e armi, l’aliseo era stato saggiamente definito dai navigatori inglesi ‘vento commerciale’.

L’economia funziona ancora adesso con la polvere da sparo e col vento delle speculazioni finanziarie. Nulla di nuovo sotto la polvere dell’harmattan che ha assistito, non senza malcelato compiacimento, all’insabbiamento di imperi, imprese commerciali e fiorenti piste carovaniere. Tant’è vero che persino la Parigi Dakar, il noto rallye nato nel dicembre del 1978, a causa della polvere di attentati è stato delocalizzato in America Latina. Al momento in ‘rallye’ sono soprattutto le moto utilizzate dai ‘djhadisti’ che fanno degli alisei i loro migliori alleati commerciali.

Di polvere sono i rapitori di persone e di polvere, col tempo, diventano i numerosi ostaggi nel Sahel. Oltre cinquanta i nigerini scomparsi e vari gli stranieri che dalla e nella polvere vivono la prigionia. Di recente lo stesso Al Qaida si lamenta che, a causa della polvere, gli Stati interessati dai rapimenti non si fanno vivi. Per ritorsione promettono di smettere di pubblicare le video di propaganda che li rappresentano ancora in vita.

Chi, invece, la vita l’ha persa nella polvere del mare adiacente al sud della Spagna sono 11 migranti, assieme ad altri 33 per sorte trovati vivi. L’imbarcazione era ricercata da due giorni con ad altre tre imbarcazioni. La polvere del mare, gli altri venti alisei hanno portato via almeno 744 persone dall’inizio dell’anno sulle rotte della Spagna. Come sarà, per queste creature di polvere, il detto ‘Natale coi tuoi e la Pasqua con chi vuoi’. O allora come prendere alla lettera il titolo del nuovo spettacolo del Suk di Genova che afferma senza battere ciglio che …’la mia casa è dove sono’. La polvere del mare o quella dell’harmattan, ad ognuno la sua casa.

Il nostro Natale è fatto di polvere raffinata . Portata dal vento che qui chiamano Harmattan, un vento aliseo che attraversa il deserto di giorno come di notte. Caldo per il giorno e fredda la notte non fosse per loro, le stelle. Le stelle sono in realtà di polvere, anzi, polvere di stelle che nel Sahel si regala a chi nasce per la prima volta.

 Niamey, Natale 2018

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