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Papa Francesco difende Venezuela e Nicaragua? La notizia è censurata…

Può sembrare sorprendente ai cronisti embedded che popolano le redazioni mainstream. E infatti sono ben guardati dal riferire la “perturbante notizia” che il papa, che certamente conosce bene l’America Latina, nel discorso che ha preceduto la “benedizione Urbi et Orbi”, ha manifestato la sua preoccupazione per gli attacchi alla sovranotà del Venezuela.

E dire che i suddetti cronisi non avrebbero dovuto fare alcuno sforzo. Bastava semplicemente copincollare questo lancio dell’agenzia di stampa Agi (molto “istituzionale”, peraltro). Poverini, tra una fake news e un “allarme”, non hanno proprio trovato spazio sui loro giornali per riferire una notizia che mette in discussione tutto quel che fanno.

Proviamo a rimediare noi. Buona lettura.

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La preghiera controcorrente di Papa Francesco per il Venezuela

Salvatore Izzo

“Questo tempo di benedizione consenta al Venezuela di ritrovare la concordia e a tutte le componenti sociali di lavorare fraternamente per lo sviluppo del Paese e per assistere le fasce più deboli della popolazione”. Papa Francesco, il giorno di Natale, ha manifestato la sua preoccupazione per gli attacchi alla sovranità del Venezuela che si susseguono ormai da tempo.

E prima della benedizione Urbi et Orbi ha pregato anche per il grande (e bellissimo) paese sudamericano che, nonostante abbia le più grandi riserve petrolifere al mondo, soffre le conseguenze di un blocco economico imposto da Usa e Ue con l’intento di rovesciare il governo legittimamente eletto inducendo il malcontento per il  fatto che manca quasi tutto, dai generi alimentari ai farmaci, e per questo anche la criminalità è in aumento. 

Gli attacchi a Caracas con i droni e le fake news

Problemi innegabili ma che vengono ingigantiti da una strategia mediatica tesa ad attribuire al governo l’intera responsabilità dei disagi sofferti dalla popolazione. Una falsità che si vuole confermare con ulteriori falsità: fake news come la storia di una ragazza costretta a partorire in strada dalla mancanza di denaro per la retta dell’ospedale, che in Venezuela è gratuito.

Manipolazioni peraltro avallate dall’amministrazione statunitense, che definisce il paese sudamericano “una minaccia insolita e straordinaria”. Tanto da tramare piani di un invasione militare che sono diventati più minacciosi dopo il fallito attentato a Maduro del 4 agosto con i droni. 

Il Venezuela è diventato il bersaglio di una vera e propria aggressione da parte degli Stati Uniti”, ha commentato proprio in questi giorni  la portavoce del ministero degli esteri russo. “Stanno solo facendo del male ai cittadini venezuelani, e soprattutto stanno rallentando lo sviluppo del paese”, ha concluso la Zakharova rilevando che la campagna statunitense contro il Venezuela non ha nulla a che fare con la tutela dei diritti umani e la democrazia.

Il caso del Nicaragua

Il giorno di Natale, Papa Francesco ha anche invocato la riconciliazione in Nicaragua “in modo che le divisioni e le discordie non prevalgano, ma che tutti si sforzino di favorire la riconciliazione e di costruire insieme il futuro del paese”. 

Anche in questo caso il Papa non ha accolto la tesi della chiesa locale che accusa il governo di Daniel Ortega di essere una dittatura e di reprimere con violenza le proteste di piazza, in realtà fomentate dall’esterno del paese anche con l’invio di mercenari. L’obiettivo in questo caso è impedire la realizzaione del Canale transoceanico che, finanziato dai cinesi, consentirebbe di spezzare il monopolio dei traffici commerciali garantito agli Usa da Panama.

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E l’unica altra fonte di informazione che si sia accorta di quanto va accadendo:

Da Papa Francesco parole chiare sul Venezuela. Le testimonianze dirette del vaticanista Izzo e del professor Vasapollo

“Questo tempo di benedizione consenta al Venezuela di ritrovare la concordia e a tutte le componenti sociali di lavorare fraternamente per lo sviluppo del Paese e per assistere le fasce più deboli della popolazione”. Sono le parole testuali di Papa Francesco sul Venezuela nel messaggio di Natale. Parole molto chiare che qualcuno ha tentato di distorcere per utilizzarle contro il governo di Caracas mentre il Pontefice non entra in questioni politiche ma esorta al dialogo nella ricerca del bene comune.

“Le parole del Papa non si interpretano, si leggono”, sottolinea da parte sua l’economista Luciano Vasapollo, delegato del rettore dell’Università La Sapienza per i rapporti con l’America Latina, che racconta: “ho potuto illustrare personalmente al Papa quanto sta accadendo e Francesco nel rispondermi ha assicurato le sue preghiere perchè ‘nel paese possano prevalere la giustizia e la pace’”.

Secondo l’economista, che recentemente ha compiuto un viaggio di studio in Venezuela per approfondire le nuove politiche monetarie di Caracas, “giustizia e pace sono le due facce della campagna madurista. Solo la Germania, dopo la guerra, ha investito una percentuale cosi alta del suo bilancio nelle politiche sociali: tre milioni e mezzo di abitazioni di edilizia sociale, infatti, sono un record assoluto”.

Vasapollo ricorda di aver consegnato al Papa, in occasione dell’incontro dello scorso novembre (nella foto) che ha preceduto il suo viaggio, una copia della Costituzione del Venezuela insieme con un appello contro le sanzioni e il blocco economico a Cuba e al Venezuela. Nell’occasione il professor Vasapollo ha ricordato al Pontefice che i governi di tutto il mondo hanno ribadito l’inaccettabilità, sul piano del diritto internazionale, del blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti d’America contro Cuba, e sottolineato come il Venezuela abbia espresso democraticamente la propria volontà di autonomia con un voto internazionalmente certificato, che le sanzioni vorrebbero sovvertire.

In piazza San Pietro, Vasapollo ha consegnato al Papa anche “una ricerca sulle fake news che servono a denigrare paesi che difendono la propria legittima autonomia”. “Le chiedo una parola di pace per questi popoli che cercano solo l’autodeterminazione con le loro democrazie economiche e politiche. Nel rispetto delle loro carte costituzionali”, ha detto a Papa Bergoglio.

“Pregherò per voi, le sono vicino professore, pregherò per la pace in Venezuela”, ha replicato Francesco al quale il professore ha poi espresso gratitudine per l’attenzione e il sostegno spirituale, affidando al nostro quotidiano on line la propria soddisfazione per lo scambio con il Papa in piazza San Pietro.

Ma nonostante le parole del messaggio di Natale del Papa fossero molto chiare, tuttavia non è mancato il tentativo di strumentalizzarle come se fossero una sconfessione del governo legittimamente eletto nel paese sudamericano. “Il che – spiega il vaticanista dell’Agi Salvatore Izzo – non è assolutamente vero. La Santa Sede rispetta la legalità e l’invito del Papa alla ricerca del bene comune esclude qualunque compromissione con i tentativi golpisti e l’ipotesi di una invasione statunitense. Personalmente posso testimoniare di aver ricevuto da Papa Francesco l’invito a far conoscere quel che avevo visto direttamente in occasione delle elezioni presidenziali dello scorso 20 maggio, alle quali ho partecipato come osservatore internazionale, e cioè che il voto fu del tutto regolare”. “È difficile – ha scritto in proposito Izzo sul blog il Papa Pop nella piattaforma di Agi.it – rendere in poche righe un’esperienza come quella dell’accompagnamento elettorale internazionale in un paese sotto assedio, come il Venezuela. E vittima di una campagna mediatica senza precedenti che attraverso le fake news prepara il terreno ad un’invasione umanitaria di uno stato sovrano allo scopo di riprendere il controllo delle sue straordinarie risorse minerarie e petrolifere. Ma il primo elemento che balza agli occhi in Venezuela è l’amore per i bambini che fa il paio con l’orgoglio di essere cittadini titolari del diritto di votare o anche di non votare (come ha fatto il 57 per cento degli elettori). Di scegliere cioè da soli il destino del Venezuela. Un paese indistruttibile. Che avrebbe bisogno di una chiesa più vicina alla gente e non arroccata nelle sue posizioni di difesa della classe abbiente, che qui in Venezuela, come precisamente in Colombia e Cile, è rimasta fortissima e lotta per difendere i propri privilegi economici e sociali alleandosi all’occasione con chi attacca il paese dall’esterno”.
http://www.farodiroma.it/da-pa

 

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