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Il Parlamento Europeo approva accordo illegale tra Ue e Marocco sul Sahara Occidentale

«La firma dell’accordo sui prodotti agricoli tra Ue e Marocco, con l’estensione anche ai territori occupati del Sahara Occidentale, è illegittimo perché infrange la decisione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) del 2016». La vice presidente del parlamento europeo e portavoce del gruppo dei Verdi, Heidi Hautala, ha etichettato in questa maniera il voto di mercoledì scorso del parlamento europeo sugli scambi commerciali tra Ue e Marocco in tema di prodotti e risorse agricole. Accuse che, sempre per la Hautala, rappresentano «un precedente pericoloso visto che gli interessi economici europei prevalgono sul diritto internazionale e sugli stessi sforzi dell’Onu riguardo al processo di pace nella regione».

Numerosi eurodeputati hanno denunciato la decisione presa dal parlamento europeo di rifiutare un dibattito pubblico riguardo al progetto di estensione dell’accordo anche al Sahara Occidentale ed hanno contestato irregolarità sul voto, eseguito a porte chiuse, legato alle numerose pressioni delle lobby europee del settore, prevalentemente quelle francesi e spagnole.

La principale protesta delle opposizioni riguarda l’approvazione dell’accordo commerciale redatto dall’ex presidente della Commissione sul Commercio Internazionale, Patricia Lalonde, costretta a dimettersi ad inizio dicembre 2018. La conferma di un accordo «viziato da interessi di parte» sarebbe nelle conclusioni delle indagini nei confronti della Lalonde che dimostrerebbero un «evidente conflitto di interessi e la violazione del codice di condotta del parlamento europeo» a causa dell’appartenenza dell’eurodeputata francese nel CdA della fondazione EuroMedA, lobby pro-marocchina, che ha lavorato attivamente per difendere gli interessi del Marocco sul dossier.

Da parte sua Rabat ha dichiarato, per voce del suo ambasciatore presso l’Ue, Ahmed Reda Shami, che «questa vittoria porterà benefici a tutte le parti interessate con delle prospettive di crescita economica anche per la regione marocchina del Sahara Occidentale». I funzionari marocchini puntano, inoltre, all’approvazione del prossimo accordo tra Ue e Marocco sulla pesca, che dovrà essere ratificato a metà febbraio. Anche in questo caso la CGUE, lo scorso febbraio 2018, aveva giudicato questo trattato economico illegittimo perché «non può essere applicato ed esteso al Sahara Occidentale in base al diritto internazionale sui territori contesi».

Mohamed Sidati, rappresentante presso l’Ue del Fronte Polisario ha fermamente condannato la votazione del parlamento europeo. Un accordo definito «illegale» perché «non rispetta la decisione della CGUE e conferma che l’Ue continua a incoraggiare l’occupazione marocchina del Sahara Occidentale, mettendo in discussione la sua credibilità in materia di diritti, senza aver fatto nessun accordo con l’unico legittimo rappresentante di quel territorio: il Fronte Polisario» .

In tema di violazione dei diritti umani è stato presentato in questi giorni a Berlino il rapporto sul Sahara Occidentale da parte dell’Ong Human Right Watch (Hrw) che ha denunciato «le continue violazioni e persecuzioni nei confronti degli attivisti saharawi da parte delle forze di polizia di Rabat e l’ostruzionismo nei confronti delle Ong presenti nella regione». «Sollecitiamo le autorità marocchine al rispetto dei più basilari diritti civili» -conclude il rapporto – «visto che Rabat ha sistematicamente violato il diritto internazionale nei confronti dei prigionieri politici come dimostrato anche dal recente sciopero della fame degli attivisti saharawi nelle carceri marocchine».

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