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Grecia. “Per una politica di rottura e rovesciamento dell’Unione Europea”

I compagni di Laiki Enotita (Unità Popolare), la formazione politica sorta dai fuoriusciti da Syriza dopo il tradimento dell’Oxi nel referendum del 2015 e da altre organizzazioni della sinistra di classe greca, hanno elaborato un interessante documento sulle prossime elezioni europee che proponiamo ai nostri lettori.

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Il Consiglio Politico dell’Unità Popolare Grecia sulle elezioni europee ritiene che:

  • Il raggruppamento e il rafforzamento dei partiti della Sinistra Radicale e Insoumis in Grecia e in Europa siano imperativi e necessari per dare forza alla corrente del rovesciamento e rottura con l’Eurozona e l’UE, nell’obiettivo del disimpegno e dell’uscita dall’Eurozona e dall’UE.
  • Le azioni, le battaglie e gli interventi del nostro eurodeputato Nikos Chountis hanno dimostrato che la Sinistra Radicale e Insoumis può diventare la voce dei movimenti sociali del Parlamento europeo, nonché la voce di denuncia delle politiche anti-sociali e neoliberiste dell’UE e la promozione di una proposta alternativa contraria a queste politiche.

Di conseguenza, ci assumiamo la responsabilità di presentare una proposta per l’intervento unitario della Sinistra Radicale alle elezioni europee, per una politica di rovesciamento e rottura con l’Eurozona e l’Unione Europea.

Proposta dell’Unità Popolare Grecia (Laiki Enotita)

Per un intervento unitario della Sinistra Radicale alle elezioni europee, per una politica di rovesciamento e rottura con l’Eurozona e l’Unione Europea.

  1. Oggi, nei paesi dell’Unione Europea, la ricchezza e il potere si stanno accumulando a un livello senza precedenti tra i dominanti, ma anche l’ingiustizia, l’intensificazione dello sfruttamento e l’oppressione dei lavoratori e dei popoli.
  • Le classi dirigenti hanno gestito la crisi del 2008 ostinandosi su riforme neoliberiste e “politiche di fermezza” di fronte alle resistenze sociali e dei lavoratori. Sulla base dei risultati ottenuti, queste hanno conseguito una ripresa economica, alimentata principalmente dalla demolizione dei diritti e dalle conquiste sociali e salariali. Di fronte alle contraddizioni attive del neoliberismo e alle previsioni di una nuova recessione, si stanno preparando per politiche economiche e sociali ancora più d’austerità.
  • Le battute d’arresto e le sconfitte delle mobilitazioni operaie e popolari, con le tappe emblematiche del 2015 in Grecia, il contrattacco della destra in America Latina e l’imposizione dello stato d’emergenza anche nei paesi al centro del capitalismo occidentale, hanno rafforzato la convinzione tra le forze istituzionali che i problemi sarebbero ora limitati alle proprie rivalità e ai conflitti interni. L’attivazione delle mobilitazioni dei Gilets Jaunes in Francia, la resistenza ai progetti imperialisti in Medio Oriente, le mobilitazioni in Ungheria contro le leggi anti-operaie dimostrano che il fattore popolare è ancora in primo piano. É proprio sul fattore del popolo che tutta la nostra attenzione e la nostra azione deve concentrarsi perché è a questo che dobbiamo rendere conto.
  1. Il discorso politico che vuole esprimere il mondo della protesta deve fornire risposte ad alcuni problemi cruciali, soprattutto in questo periodo che stiamo attraversando.
  • L’esperienza greca del 2015 dimostra che la strategia che mira a riformare l’UE “dall’interno” è un’impasse totale. Il confinamento nella politica di “rimanere nell’euro a tutti i costi” porta ad accettare l’abolizione della sovranità popolare, la regressione o alla cancellazione del diritto del popolo di decidere del proprio futuro.
  • La resistenza sociale all’austerità, per avere una qualche prospettiva di vittoria, deve essere accompagnata da una politica di rottura e rovesciamento della zona euro e dell’Unione Europea.
  • La Sinistra Radicale in Grecia ha specifici doveri e obblighi per portare questa scelta a livello europeo, nell’ambito dell’ampia corrente della Sinistra Radicale, all’interno di forze che non avendo esperienze drammatiche simili, non fanno ancora questa scelta con la necessaria chiarezza, nonostante i progressi e i processi positivi che si verificano all’indomani dell’esperienza greca. Questo dovere è tanto più importante nella situazione attuale, perché le forze della socialdemocrazia e del social-liberalismo e le determinanti del Partito della Sinistra Europea (SYRIZA, Die Linke, PCF, ecc.) convergono con le principali politiche dell’UE e considerano l’euro come una strada a senso unico, lasciando così campo libero al presunto discorso anti-sistema dell’estrema destra, dandogli così la possibilità di guidare ampie fasce della popolazione.
  1. La politica di rottura e di rovesciamento nei confronti della zona euro e dell’UE deve essere associata a un programma di transizione che integri le rivendicazioni popolari, annunciando chiaramente la prospettiva e il riferimento sociale a partire dai quali si sceglie questa opzione centrale.

L’obiettivo di rovesciare l’austerità e il neoliberismo è al centro di questo programma.

L’aumento dei salari e delle pensioni, il rovesciamento della flessibilità dei rapporti salariali e il sostegno al lavoro stabile e a tempo pieno, la riduzione della tassazione delle classi popolari e lavoratrici e delle imposte indirette inique (come l’IVA e le tasse elevate su carburante, acqua ed elettricità) sono aspetti essenziali dell’urgente necessità di alleggerire i lavoratori e le classi popolari.

Ciò deve essere realizzato in parallelo con il rovesciamento dei guadagni reazionari che i capitalisti hanno accumulato negli ultimi anni. Il rovesciamento della politica di privatizzazioni, l’aumento della tassazione dei profitti e dell’enorme ricchezza accumulata, la lotta per l’abolizione della “libertà” di circolazione dei capitali sono anch’essi punti centrali.

Questi obiettivi sono direttamente collegati alla contestazione della legittimità e alla richiesta di cancellazione del debito pubblico e a politiche volte a ripristinare la proprietà pubblica, sotto il controllo sociale e operaio, del settore bancario e delle imprese strategiche nei settori dell’energia e dei trasporti.

La rottura con la Politica Agricola Comune (PAC), che porta al declino e alla riorganizzazione capitalistica della ruralità, è necessaria per garantire l’autonomia alimentare a beneficio di tutti i lavoratori e delle classi lavoratrici.

  1. L’esperienza comune dimostra chiaramente che la lotta per rovesciare l’austerità è parallela alla lotta per difendere e consolidare la sovranità nazionale e popolare, vale a dire il diritto democratico della maggioranza di prendere le decisioni che determinano la sua vita. “Istituzioni” come la Troika e la Banca Centrale Europea, dispositivi come l’approvazione preventiva da parte della Commissione Europea dei bilanci statali, l’euro come strumento di attuazione delle politiche neoliberiste, le clausole dei trattati dell’UE che promuovono il livellamento sociale e politico, devono essere denunciate e rovesciate.
  2. In passato, l’UE ha preso decisioni critiche sulla creazione di un esercito europeo, sul rafforzamento dell’industria della guerra, sul rafforzamento della presenza imperialista in Africa, nell’Europa orientale e nel Mediterraneo orientale. Si tratta di una direzione estremamente pericolosa alla quale siamo totalmente contrari. Allo stesso tempo, sosteniamo la rottura con la NATO, promossa dal governo SYRIZA come principale alleato, la chiusura delle basi militari, il divieto di missioni militari all’estero in ogni circostanza.
  3. Le responsabilità dell’UE sono drammatiche per quanto riguarda i disastri militari, economici ed ecologici che hanno causato ondate di rifugiati. Sosteniamo con forza i diritti di uomini, donne e bambini che chiedono asilo sul territorio europeo, affinché possano stabilirsi nei paesi di loro scelta, lavorare e vivere nell’uguaglianza con gli stessi diritti che nei loro paesi d’origine. Chiediamo l’abolizione dell’accordo reazionario Grecia-UE-Turchia e dell’accordo Dublino III, che trasformano la Grecia e i paesi di prima accoglienza in prigioni per rifugiati e immigrati, lo scioglimento di FRONTEX e l’abolizione dei campi di concentramento che ospitano i rifugiati sulle isole. Allo stesso modo, chiediamo pari diritti occupazionali, sociali e democratici per i migranti, compreso il sostegno alla loro integrazione nel movimento sindacale e nelle sue organizzazioni nei paesi di accoglienza. Stiamo combattendo contro le guerre imperialiste che aumentano il flusso di rifugiati e migranti. Allo stesso tempo, sosteniamo tutti i migranti greci che vivono e lavorano nei paesi dell’Unione Europea e nel mondo.
  4. La minaccia del cambiamento climatico e del generale degrado ambientale in nome di una crescita capitalistica incontrollata è una realtà, oggi particolarmente sensibile in molte regioni. C’è urgente bisogno di profondi cambiamenti nell’organizzazione della produzione e della società per evitare una grave catastrofe, le cui conseguenze saranno principalmente subite dalle classi popolari.

 

  1. Durante il periodo di crisi, le politiche comuni europee, consistenti nell’affrontarla con mezzi neoliberisti, e l’accettazione delle istituzioni imperialiste di “globalizzazione” da parte di tutte le parti dello spettro politico hanno lasciato spazio allo sviluppo di una nuova tendenza internazionale di estrema destra che, in nome del protezionismo e del ripiegamento nazionalista, rafforza ulteriormente il potere del capitale utilizzando le stesse armi neoliberiste contro i lavoratori e le classi popolari.

L’attuale tendenza dominante negli Stati Uniti, in Brasile, Ungheria, Italia e Ungheria sta adottando misure per dividere la classe operaia (che si rivolta in primo luogo contro i rifugiati e i migranti) e stabilire un autoritarismo contro il movimento operaio e ogni variante della sinistra, mentre allo stesso tempo, diffondendo il razzismo e il sessismo nella società, sta violando ferocemente i diritti delle donne e aumentando la discriminazione basata sul sesso, la razza, la religione e l’orientamento sessuale.

L’accordo tra Salvini e Le Pen, sotto la benedizione dei consiglieri di Trump, ha preparato un’offensiva dell’estrema destra alle elezioni europee. Questo spazio politico deve essere designato come l’avversario mortale di tutti i movimenti sociali e delle organizzazioni progressiste.

Ma non c’è alcuna illusione da farsi sul “centro estremo” neoliberale, presentato come un baluardo contro l’estrema destra nascente, come sostiene Alexis Tsipras, sostenendo apertamente la fusione con i socialdemocratici e i verdi. Al contrario, bisogna riconoscere che la politica neoliberista del governo europeo e dell’UE apre la strada allo sviluppo dell’estrema destra razzista e nazionalista e che solo una lotta attiva contro il “centro estremo” e i governi dell’UE possono combattere efficacemente l’estrema destra.

  1. Sta diventando chiaro che le elezioni europee stiano divenendo una battaglia importante ma difficile, direttamente collegata al compito di ricostruire il movimento sociale e la sinistra radicale a livello nazionale ed europeo.

Per farvi fronte, è necessario un raggruppamento massimo di forze. Questa osservazione è la linea di demarcazione tra ogni serio tentativo di riorganizzazione e gli automatismi gratuiti del verbalismo e del settarismo, che portano ad una situazione di stallo.

Sosteniamo il coordinamento e la cooperazione con le iniziative lanciate nello spazio europeo con l’obiettivo di unire le forze della Sinistra Radicale e rompere con l’attuale riferimento di SYRIZA, il partito della Sinistra Europea, con la politica di euro-riformismo.

Sosteniamo il coordinamento, la cooperazione e l’unione delle forze del movimento popolare greco, democratico, anti-memorandum e anti-austerità, e della sinistra radicale, nella prospettiva delle elezioni europee e sulla base della resistenza alle politiche di austerità e alle riforme neoliberiste, resistenza all’imperialismo, razzismo e nazionalismo, sulla base dell’analisi secondo cui tali obiettivi possono essere raggiunti solo attraverso la politica di rottura, rovesciamento, uscita dalla zona euro e disimpegno dell’UE, attraverso la volontà di attuare un programma di progressiva transizione, trasformazione produttiva e sociale, con riferimento al popolo.

Riteniamo ancora che la lotta per un’Europa di paesi e popoli sovrani profondamente democratici e indipendenti sia oggi più che pertinente, e necessaria. Per un’Europa dei popoli che costruirà la cooperazione politica ed economica più avanzata, internazionalista ed egualitaria, opponendosi a ogni egemonia e nazionalismo e alla presenza della NATO.

 

Traduzione a cura di Andrea Mencarelli e Giacomo Marchetti del comunicato di Unità Popolare Grecia (Laiki Enotita) pubblicato in francese su: https://unitepopulaireparis.wordpress.com/2019/03/01/resolution-du-conseil-politique-dunite-populaire-sur-les-elections-europeennes

 

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