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Brasile. La Corte Suprema potrebbe annullare la condanna di Lula

L’ex presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, potrebbe essere rilasciato se la sentenza contro di lui benisse annullata, dopo che la Corte Suprema federale brasiliana ha concluso che l’ex giudice Sergio Moro ha violato il diritto alla difesa in dozzine di fasi istruttorie, una sentenza che potrebbe rimettere in gioco l’ex presidente detenuto ormai dal 2018.
Con sei voti contro tre i magistrati hanno stabilito che il “pentito” non può sporgere denuncia dopo che l’imputato ha presentato la sua accusa definitiva.
“È chiaro che oggi la Corte Suprema ha dato ragione a Lula, in ogni processo la difesa parla sempre per ultima e l’accusa parla per prima, e Moro per danneggiare Lula non ha rispettato quel rito universale, ha dichiarato Paulo Pimenta, presidente del blocco di deputati del Partito dei Lavoratori (PT).
La sessione della Corte è iniziata mercoledì e si è conclusa giovedì. Il giudice Edson Fachin, istruttore del caso Lava Jato in Tribunale, ha fatto una lunga presentazione confutando la tesi degli avvocati di Lula. Dopo pausa di tempo, giovedi è stat ripreso il dibattito giovedì mentre fuori, i militanti del PT hanno chiesto giustizia per l’ex presidente.

Mercoledì, i seguaci di Moro e Bolsonaro avevano marciato per diverse strade della città chiedendo un “impeachment” per alcuni membri della Corte Suprema.
L’ottimismo dei difensori di Lula da Silva parte dal fatto che la stessa Corte ad agosto aveva stabilito un precedente annullando una condanna contro l’ex presidente della Banca del Brasile, Aldemir Bendine, perché Moro ha fatto esattamente la stessa cosa che ha fatto con Lula: lo ha costretto a presentare la sua difesa prima che fosse nota la versione dell’imputato collaboratore o pentito sulla quale si basava l’accusa.
Come è stato appreso grazie alle pubblicazioni del sito The Intercept, Moro e i pubblici ministeri hanno fatto pressioni sui pentiti e hanno persino forzato le prove per condannare Lula da Silva.
Uno dei casi più famosi è quello dell’uomo d’affari Leo Pinheiro, della società di costruzioni OAS, il principale accusatore dell’ex presidente, che per avere una sentenza più breve ha modificato più volte la sua storia, non fornendo però prove.
Tutte le prove e i dati rivelati da The Interccept hanno così complicato ulteriormente le azioni del giudice Moro e potrebbero ridare la libertà a Lula.

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