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Beirut, un report dal vivo

Thea Valentina Gardellin, insegnante e clownterapeuta, è partita per il Libano il 14 settembre scorso, insieme con la delegazione dell’associazione “Per non dimenticare ODV”. Rimasta in Libano per portare avanti i progetti preparati per i bambini dei campi profughi palestinesi, sta inviando, in questi giorni drammatici, la sua straordinaria testimonianza di testimone diretto di quanto sta accadendo a Beirut.

22 settembre:

Beirut stamani. Sono uscita ed ho fatto una lunga passeggiata anche sul lungomare. La città, ancora un po’ dormiente, nelle sue penombre del mattino. Mi siedo sul tetto dell’albergo e leggo un libro di Kanafani “All that’s left to you” (tutto ciò che ti rimane) ed ascolto con attenzione il cielo per catturare sorvoli di cacciabombardieri lontani. Qualche ora sul tetto immersa nella lettura ed il quartiere dove alloggio è cambiato. 

Il concierge mi dice “Tia, stanno arrivando i profughi dal sud” e vedo persone con grandi sacche e borse e valigie varcare la hall.

Vado a prendermi uno yoghurt al market qui vicino e ci sono file di persone che fanno carrelli pieni di spesa. Piatti, pentole, bicchieri, scolapiatti, cibo. Stanno affittando tutti i luoghi sfitti della città. Libanesi, palestinesi e siriani …chi può permetterselo viene via dalla guerra.

Sono grata di questa possibilità che mi sta dando la vita per essere qui in un momento cruciale della storia in cui l’occidente sta, una volta ancora, dalla parte del malefico.

Avrei preferito essere qui in pace … ma siccome di pace non vogliono sentir parlare … almeno la mia presenza servirà a qualcosa. A testimoniare il male e la perfidia e l’ipocrisia.

Hanno bombardato l’ospedale italo-libanese a Tyro. Chissà cosa dirà il nostro governicchio di questo.

Prenderanno distanza da questa guerra? Smetteranno di inviare armi? O si sfregheranno le mani come fece l’imprenditore aquilano quando crollarono le case perché sapeva già che gli appalti per la ricostruzione sarebbero stati suoi?

Purtroppo l’italia è un paese marcio.

Buona serata dal Libano occupato … decimo giorno a Beirut, tutto sotto controllo.

Aggiungo ….stanno chiudendo molte scuole a Beirut per poter accogliere i profughi dal sud del Libano.

Hanno bombardato il campo profughi Rashidieh a Tyro dove eravamo stati venerdì.

Palestina Libera

Libano Libero

23 settembre: 

Al momento Beirut è tranquilla. Nel senso che non ci sono voli militari sopra alla città. Molti in albergo sono svegli, sento le porte sul corridoio che si aprono e famiglie che sono divise in stanze diverse che si ricongiungono.

Esco sul balcone e vedo le stelle. Mi guardo attorno e molte finestre sono illuminate dai profughi arrivati oggi.

Nel dicembre 2022 ero a Betlemme. Continuavano a sorvolare bassi bassi i cacciabombardieri sionisti. Uno dietro l’altro. Ero nella mia stanza ed udivo questo grande rumore così vicino. Scesi le scale ed andai in strada, era intorno alle 21:30. Speravo di vedere qualcuno ed infatti passarono due giovani studentesse. Le guardai e chiesi loro in inglese “non avete paura?

Mi guardarono con tenerezza e dissero “the sky is full of stars. Look at those” ed in effetti avevano ragione.

Il giorno dopo e per alcuni giorni consecutivi il campo veniva ripetutamente preso di mira da gas lacrimogeni ai lati ed il sorvolo di cacciabombardieri sopra. Fu una situazione davvero difficile.

Non fu come qui, su questo siamo d’accordo. Ma non voglio avere paura. 

Le valigie sono pronte, ho guardato i voli e molte compagnie sono ancora presenti. Egypt, Pegasus, Wizzair e MEA.

Chiamerò in ambasciata italiana. Segnalerò che sono qui e dove sono.

Poi vediamo. Se il consiglio di sicurezza ONU prende in mano le redini e se la corte penale emette il mandato di cattura …  voglio ancora credere ci sia giustizia.

Altrimenti prenderò il primo volo disponibile.

Palestina Libera 

Libano Libero

24 settembre:

What i am doing? Hugging women and children who have arrived from the south. In the hotel reception, in the street and around me.

Women with long black gowns and long black veils, the traditional ones with weary eyes and tiring journeys. With three, four, five children and a husband smoking outside, talking seriously with other fathers in his same condition.

I look at these women and open my arms. They fall inside and cry tears of pain.

This is my clown, even if i am not wearing a clown costume. My clown speaks the language of empathy that does not need words and not even a red nose to say “i stand with you”.

(Cosa sto facendo? Abbraccio donne e bambini che sono arrivati dal sud. Alla reception dell’hotel, per strada e intorno a me.

Donne con lunghi abiti neri e lunghi veli neri, quelle tradizionali con occhi stanchi e viaggi faticosi. Con tre, quattro, cinque figli e un marito che fuma fuori, parlando seriamente con altri padri nelle sue stesse condizioni.

Guardo queste donne e apro le braccia. Loro cadono dentro e piangono lacrime di dolore.

Questo è il mio clown, anche se non indosso un costume da clown. Il mio clown parla il linguaggio dell’empatia che non ha bisogno di parole e nemmeno di un naso rosso per dire “sono dalla vostra parte”.)

Palestina Libera 

Libano Libero

*****

24/9, sera:

Oggi hanno continuato ad arrivare profughi dal sud. Chi vive a Beirut o oltre, verso il nord, apre le porte di casa per chi sta fuggendo dalla guerra.

Vorrei chiedervi se i TG stanno parlando di questo e, se hanno parlato dell’ospedale italo-libanese (cioè costruito con i nostri soldi) che il nemico ha bombardato ieri a Tyro nel profondo sud del Libano. 

Io sono tranquilla. Leggo, scrivo, esco a fare due passi. Venerdì (tra tre giorni) a quest’ora sarò in aeroporto. Sabato mattino all’alba ho il volo.

Oggi diversi giornali online italiani hanno pubblicato alcuni miei articoli. Sono felice di questo.

Lo stato italiano merita una bella lavata di capo per tutte le bugie che racconta. Sia io che altri della delegazione abbiamo fatto il nostro dovere di cittadini liberi.

Come scrisse Orwell nel 1948:

War is Peace

Ignorance in Strength

Freedom is slavery

E l’aveva vista proprio giusta.

Ho finito il libro di Kanafani, ora inizierò quello di poesie di Darwish.

La porta finestra del terrazzo è aperta. Sento il vociferare di tante persone, più o meno arrivate tutte tra ieri ed oggi.

Ora scendo nella hall per vedere cosa posso fare per rendermi utile.

Il ristorantino italiano in fondo alla via vorrebbe avermi in cucina. Avrei già un lavoro.

Domenica sera ero andata da loro in ginocchio perchè avevo la dissenteria e mi fecero un riso in bianco. Da domenica ad oggi non avevo più mangiato nulla con esclusione di qualche galletta di riso e lo yogurt salato perché davvero fu difficile.

Oggi a pranzo passai per chiedere se potevano farmi due patate bollite perché mi sento un po’ meglio e loro cosa fanno …. delle deliziose patate al forno e la parmigiana. Una parmigiana a Beirut in piena guerra sionista è impareggiabile.

Ora scendo per vedere cosa fare per rendermi utile. 

“Toc toc”

“chi è?”

“Sono il silenzio occidentale che miete le sue vittime”

Non voglio essere il silenzio occidentale.

25/9:

12esimo risveglio a Beirut, tutto sotto controllo.

L’autobotte è venuta due volte. Una ieri pomeriggio ed una stamani. L’albergo è pieno di sfollati, anche sui divani nella hall. Qui ed altrove in città, anche nelle scuole … e cosa fa l’esercito più morale al mondo? Bombarda anche le strade che portano a Beirut, occupate da file di auto che contengono donne, uomini e bambini, animali domestici, materassi, lenzuola, pentolame e forse qualche foto del passato 

La linea internet funziona bene a quest’ora, poi e preferibile lasciarla libera per i profughi dal sud che possano rimanere in contatto con coloro che non hanno potuto affrontare l’esodo verso la sicurezza.

L’esercito degli USA manderà 40.000 soldati mercenari in supporto al genocida Satanyahu. Intanto 40.000, poi si vedrà.

I criminali di guerra rimangono tali anche quando fingono di volere la pace.

Non ho telefonato in ambasciata italiana, temo che potrei dire loro al telefono “il vostro silenzio e gli invii di armi all’esercito nemico vi rendono altrettanto colpevoli”.

Sono grata di essere qui a testimoniare e documentare un nuovo crimine genocida.

Ringrazio il mio amico Vittorio e sua moglie Renata per avermi introdotta, l’anno scorso, al collettivo “Per non dimenticare Sabra e Chatila” con cui venni in Libano anche quest’anno.

Fuck zionism. Serena giornata

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2 Commenti


  • ANNA

    Purtroppo l’Italia è un paese marcio. L’ho scritto qualche giorno fa ad un mio amico di Lima. Tutto il mondo occidentale “civile” è marcio


  • Roberto

    grazie Thea. intanto qui in Italia hanno proibito la manifestazione per la Palestina indetta per il 5 ottobre a Roma. come hai scritto tu a proposito delle botte ai carcerati, simbolo della paura dei carcerieri, anche in Italia il governo fascista vara una legge liberticida simbolo della paura delle giuste lotte e vieta le manifestazioni perché ha paura della verità. fuck governo meloni,.
    Palestina libera.

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