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Gli operai non ballano da soli

Sono in agitazione i lavoratori alla ‘Mandarina Duck’ di Granarolo, nel Bolognese, dopo la notizia dello stallo delle trattative con il fondo inglese ‘Emerisquè’ che avrebbe garantito la necessaria ricapitalizzazione. Per oggi è stato indetto uno sciopero con presidio dalle 9 alle 11 davanti ai cancelli, per «sensibilizzare le istituzioni e la cittadinanza sulla grave situazione in atto». L’azienda dà lavoro a 75 persone e ha un fatturato di circa 50 milioni. Le difficoltà sono nate negli ultimi mesi come ricaduta del fallimento della ‘Mariella Buranì che controlla ‘Antichi Pellettierì, a sua volta proprietari del 42% di ‘Mosaicon’, di cui fa Mandarina Duck (il restante 58% è del fondo inglese 3I). Lo stop all’entrata di ‘Emerisquè mette, secondo la Filctem, a forte rischio il futuro dell’azienda ed è avvenuto «per cause non del tutto chiare». I sindacati chiedono chiarezza «perchè la situazione sta provocando pesanti ripercussioni sull’attività, che sono ancora più gravi, se si considera il mercato del settore pelletteria nel quale i tempi di consegna ai clienti decidono della vita e della morte delle aziende».

Oggi dalle 13 alle 16 si terrà il presidio davanti ad Assolombarda dei lavoratori della Machwork di Cornaredo, azienda che produce macchinari per il tessile, che rischia la chiusura dopo la cassa integrazione partita lo scorso gennaio. La Fiom-Cgil scrive in una nota che l’azienda, denominata Protti, era stata messa in liquidazione nel 2008 e dallo scorso gennaio i 33 lavoratori ancora attivi sono stati messi tutti in cassa integrazione. Negli ultimi giorni, poi, la proprietà ha annunciato l’intenzione di voler chiudere la fabbrica.

La Terim di Baggiovara di Modena, azienda metalmeccanica che produce forni e cucine, ha annunciato da fine febbraio la mobilità per 45 addetti. Ieri un’ottantina di dipendenti e sindacalisti hanno scioperato con un presidio davanti ai cancelli che ha di fatto bloccato l’entrata a tutte le persone e i mezzi ai due ingressi della sede.
La proprietà dell’azienda ha reagito invocando l’intervento della polizia, le agenzie raccontano che questa con alcuni lavoratori sia andata in Questura a Modena chiedendo che fosse liberata l’entrata alla Terim. L’area della sede produttiva è stata controllata dalla Digos ma non sono stati compiuti interventi.

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