Menu

Il governo torna alla carica sulla Tav in Val di Susa.

Entro giugno partiranno i cantieri della Tav in Val di Susa. Gianni Letta, sottosegretario del governo, lo ha dichiarato senza troppi giri di parole. Un’uscita accolta con toni trionfalistici da Cota, governatore leghista del Piemonte e da Virano, il commissario governativo per l’Alta Velocità. Dall’altra parte della barricata i sindaci No Tav e il movimento No Tav. Ben ventuno sindaci della Val di Susa ieri sono stati lasciati fuori da palazzo Chigi, esclusi a priori dal tavolo perchè contrari all’opera e quindi non graditi. Oltre al danno anche la beffa, tenuti lontani dalla vetrina mediatica del palazzo, in un angolo della piazza vicino alle fermate degli autobus. Dalla Val di Susa,intanto il movimento No Tav si è dichiarato da subito in mobilitazione permanente in attesa dell’eventuale attacco al territorio.

 

Qui di seguito la nota di protesta dei Sindaci della Val di Susa esclusi dall’incontro

 

Il Governo ha indetto il Tavolo Istituzionale il 3 maggio a Roma, convocando solo otto dei venti Sindaci interessati dal tracciato in Valle di Susa, ed escludendo la Comunità montana. Tale criterio nella scelta della delegazione contrasta con le esigenze di rappresentanza del territorio su un tema così delicato e complesso anche in considerazione della decisione politica di invitare alcuni Sindaci non coinvolti dall’opera, che oltre tutto non hanno mai partecipato a momenti di riflessione sul tema organizzati dall’Assemblea dei Sindaci della Comunità Montana. Sul tema della Torino-Lione la Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone ha sempre messo a disposizione dei Comuni competenze tecnico-legali e ha sempreavuto un riconosciuto ruolo di coordinamento e di rappresentanza delle Amministrazioni locali. Non è pertanto condivisibile la sua esclusione dal tavolo di confronto per aver assunto posizioni critiche sulla necessità e sulla sostenibilità, economica e ambientale di una nuova linea. Questa posizione critica, peraltro condivisa dalla maggioranza delle Amministrazionicoinvolte dal progetto e confermata dalle delibere dei Consigli Comunali, è rafforzatadalla difficile congiuntura finanziaria internazionale e nazionale, tant’è che è emersal’ipotesi di una realizzazione parziale per fasi. Questa proposta che prevede la realizzazione del tunnel di base unitamente agliinterventi sul nodo di Torino contraddice completamente la filosofia dell’ipotesi metodologica “FARE”, presentata nel 2008 dalla Comunità Montana Bassa Val di Susa e Cenischia, che invece parte solo dall’Opzione zero e dal nodo di Torino.Si richiede che ogni ipotesi progettuale sia presentata formalmente agli Enti Locali come previsto dalla normativa in vigore e si ribadisce come sempre la disponibilità ad un confronto nel rispetto delle diverse posizioni e ruoli istituzionali.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *