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La crisi per imprese e famiglie vista dai tribunali

La crisi continua a lasciare tracce profonde anche in tribunale. Una inchiesta del quotidiano economico Sole 24 Ore pubblicata oggi, conferma quanto siano lontani anni luce i livelli pre-crisi del 2008, quando le conseguenze sociali della della crisi non intasavano ancora le sezioni “economiche” degli uffici giudiziari.

A dimostrarlo sono i dati raccolti presso i 63 tribunali – campione rappresentativo dei 165 totali – che hanno risposto alla domanda chiave posta dal Sole 24 Ore: a che punto siamo? Al 30 di aprile, questo il responso complessivo, alcuni indici chiave portano il segno meno. Sul lato delle imprese ad esempio, “i pignoramenti mobiliari arrivati nei primi quattro mesi del 2011 presso gli uffici giudiziari sono diminuiti del 12%, i ricorsi per decreto ingiuntivo quasi dell’11%, le richieste di esecuzioni immobiliari del 2,5 per cento. In leggero calo (-1%) anche le istanze di fallimento”. “Il bicchiere, però, sembra ancora mezzo vuoto, perché la differenza con i valori del 2008 è grande”. Solo per citare un dato, le procedure fallimentari iniziate oggi superano di oltre il 50% quelle di tre anni fa. E comunque, al di là delle proiezioni e delle statistiche, ciò che conta veramente è la “qualità” dei fenomeni che si presentano nelle aule di giustizia. Secondo Filippo Lamanna, presidente della sezione fallimentare del tribunale di Milano, «è enorme il numero delle società che in gergo chiamiamo “buche”: realtà che solo un paio d’anni prima erano in buone condizioni, ma adesso hanno perso tutto e si presentano scarnificate. In questi casi non c’è più nulla da fare. Fino a qualche anno fa, invece, era più elevata la percentuale di imprese che arrivavano con attivi accettabili. Naturale che una società in stato fallimentare sia insolvente, ma un conto è presentare un attivo molto ridotto, un altro non avere ormai più nulla».

L’altro dato sull’impatto della crisi in tribunale, è quello che attiene invece alle famiglie. Secondo i dati raccolti da il Sole 24 Ore, negli ultimi tre anni è stato un continuo peggioramento. Sfratti, pignoramenti, esecuzioni immobiliari hanno visto procedimenti in crescita a due cifre con le famiglie in difficoltà con il pagamento dell’affitto,del mutuo, dei prestiti al consumo. I primi re mesi del 2011 segnano un miglioramento rispetto al 2010 (sfratti per morosità – 12,9; pignoramenti -12,2, esecuzioni immbiliari – 2,5). Ma secondo l’inchiesta la distanza con la situazione pre-crisi è ancora molto grande. Occorre poi tener conto delle differenze territoriali con alcuni dati drammatici ma interessanti. Se a Genova e a Palermo i primi tre mesi del 2011 hanno visto diminuire gli sfratti, a Torino e in altre città del nord come Lecco e Mantova sono aumentati. La stesa Confedilizia segnala poi che il fenomeno degli sfratti – endemico nelle grandi aree metropolitane – sta crescendo anche nei piccoli centri, “in particolare quelli interessati da crisi aziendali rilevanti”.

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