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A Roma si prepara lo sciopero metropolitano del 30 maggio

Lunedi a Roma, si fermeranno i lavoratori dei servizi comunali e delle aziende municipalizzate, ma “sciopererannno” anche i settori sociali alle prese con il problema della casa, dei servizi nei quartieri, delle devastazioni ambientali. Dopo lo sciopero regionale del 25 novembre (con una manifestazione che sorprese un po’ tutti per quantità e qualità della partecipazione e delle alleanze sociali), questa volta si prende di petto l’amministrazione comunale di Roma, quella di Alemanno, e le conseguenze sociali sulla realtà sociale metropolitana, conseguenze che sommano agli effetti della crisi anche gli effetti delle scelte antisociali e a sostegno dei poteri forti realizzate dalla Giunta comunale. Ancora una volta scenderà in piazza un esperimento inedito di alleanze sociali e contenuti di classe che segna una tendenza estremamente interessante per il conflitto sociale.

Abbiamo rivolto alcune domande a diversi protagonisti di questa iniziativa. Cominciamo oggi con una intervista a Roberto Betti e Gianni Troiani della USB del Comune di Roma che è tra le strutture sindacali che animano la coalizione “Roma Bene Comune”. Altre ne seguiranno nei prossimi giorni.

Lunedi 30 maggio avete convocato uno sciopero a Roma che avete definito “metropolitano”. Perchè? In quale modo è diventato qualcosa di più di uno sciopero cittadino?

 

Da tempo si parla della necessità di strumenti di lotta nuovi e che soprattutto siano efficaci, l’arma tradizionale dello sciopero dei lavoratori è stato depotenziato ed ingabbiato dentro regole che ne limitano l’efficacia e che lo hanno reso sempre più spesso uno momento simbolico, talvolta rituale. La comunicazione dell’evento nel caso degli scioperi che non mettono in discussione gli assetti fondamentali del potere, o nel silenzio censorio per quelli nati dal basso al di fuori del controllo delle centrali confederali, hanno finito per svuotare di protagonismo la partecipazione dei singoli soggetti allo sciopero. Nel caso dello sciopero metropolitano si stà sperimentando un percorso di partecipazione e protagonismo dal basso dei soggetti a partire da quelli maggiormente esposti alla crisi. E’ la metropoli il contenitore delle contraddizioni che prendono la strada del conflitto, mettendo in un comune denominatore soggetti ed istanze diverse dal precariato al disagio sociale, al territorio (ambiente, casa, ecc.).

 

Sciopereranno i lavoratori del Comune e quelli delle aziende comunali ma ci saranno anche i settori sociali impegnati sul diritto all’abitare o in vertenze territoriali. Come avete fatto a trovare la sintesi tra obiettivi rivendicativi a volte molto diversi?

La sintesi è l’obiettivo della sperimentazione in corso. Le rivendicazioni diverse hanno nelle politiche dei governi anche a livello locale il punto unificazione nel conflitto, che partendo dai bisogni non può evitare di impattare contro le politiche liberiste delle privatizzazioni, della precarietà, della repressione. Contro i frutti avvelenati del pensiero unico si combatte per la sopravvivenza consapevoli che il nemico non è solo il governo pro-tempore, ma le politiche che sono ormai da oltre due decenni indistinguibili al cambio delle maggioranze.

 

Il bilancio del Comune di Roma, cioè di una grande area metropolitana, in qualche modo riflette i parametri delle misure finanziarie antisociali a livello centrale. Su quali criteri si fonda il bilancio che presenterà la giunta Alemanno?

 

Alemanno si è insediato nel 2008 ereditando uno squilibrio finanziario di quasi 7 miliardi di euro. Oggi quello squilibrio è arrivato a 12 miliardi, ma – non si capisce come – continua ad aumentare.
Qualunque governo arrivi agisce con una politica di tagli in nome del risanamento: tanto a livello centrale, che a livello locale.
In più portiamo ancora i segni dell’ingresso dell’Italia nell’area dell’euro che ha ulteriormente aggravato le condizioni della nostra economia. Alemanno come il suo predecessore può solo confezionare un bilancio di promesse. E auspicare che – sulla politica degli eventi – il governo centrale apra qualche rubinetto di spesa straordinario. Gli oltre 3 miliardi di finanziamenti privati per la realizzazione di opere pubbliche con il sistema della concessione sono del tutto irreali e indefiniti. E’ invece certo lo spostamento dell’asse del servizio pubblico verso una progressiva e sempre più forte privatizzazione (servizi sociali, ma anche tecnologie informatiche)

Le aree metropolitane sono diventate il punto in cui quantità e qualità delle contraddizioni sociali vengono a sintesi al loro livello più alto? Secondo te “la metropoli” agevola o rende ancora più difficile la ricomposizione di un fronte sociale antagonista che veda riunificarsi le figure che la destrutturazione e la crisi hanno fortemente disgregato?

 

Le metropoli sono il terreno obbligato per qualsiasi tentativo di ricomposizione dei soggetti che resistono e combattono le battaglie diritti che dovrebbero essere garantiti in quanto cittadini o a volte semplicemente esseri umani, ma che non trovano riconoscimento nel mondo in cui il mercato è principio regolatore. Il riconoscersi dei soggetti isolati, disgregati, atomizzati e privati di un ideale di cambiamento possibile, sarà per forza di cose lungo. Occorrerà far crescere nelle esperienze nuove il riconoscimento e la solidarietà tra i soggetti, con tenacia, pazienza e continuità. Non sarà facile, ma non si vedono alternative credibili; i rappresentanti politici e sociali dei precedenti cicli di lotte hanno abdicato in maniera inequivocabile; prima di pensare ai lavoratoti, ai precari, agli immigrati, ai poveri cristi i partiti e i sindacati devono pensare ai “mercati” che sono sempre nervosi; a confindustria che bacchetta il governo in carica con l’opposizione che applaude e promette di fare meglio per accontentarli.

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Sulla situazione al Comune di Roma e sullo scandalo delle assunzioni clientelari pubblichiamo come documentazione un comunicato della Usb del Comune di Roma sulle iniziative in corso.

COMUNE DI ROMA: USB, ASSUNZIONI AD PERSONAM

26 maggio assemblea cittadina – 30 maggio sciopero metropolitano

La politica assunzionale della giunta Alemanno è al centro dell’assemblea cittadina che si terrà giovedì 26 maggio a Roma, dalle 15.00 alle 18.00, presso l’open space della formazione al 1° piano di via dei Cerchi 6.

L’assemblea  è stata indetta dalla USB di Roma Capitale per fare il punto sia sugli imminenti concorsi pubblici, che hanno visto una produzione di oltre 300.000 domande di concorso per poco meno di 2000 posti, sia sugli scorrimenti delle graduatorie tuttora vigenti sia, infine, sui percorsi di riqualificazione interna.

“Al di là dei toni roboanti usati dall’assessore al Personale nei giorni scorsi, stiamo assistendo al mancato rispetto dei programmi assunzionali già sottoscritti da parte di Roma Capitale”, dichiara il rappresentante USB Roberto Betti.

“A essere penalizzato maggiormente – prosegue il rappresentante USB – sarà il settore scolastico-educativo, sempre più preda degli appetiti clerico-privati, per far posto alla neo-dirigenza Alemanniana, alle retribuzioni dello staff del Commissario Straordinario per il ripiano del disavanzo economico della città ed anche a qualche collaboratore insediato nelle segreterie politiche comunali. Intanto 9.000 famiglie sono anche quest’anno in lista di attesa per un posto al nido”.

Conclude Betti: “Se la politica di Alemanno è quella di tenere maestre ed educatrici in precarietà per tutta la vita, di privatizzare i servizi e di aumentare i carichi di lavoro del personale tutto, ha fatto male i suoi conti e troverà USB e la cittadinanza a scioperare e a manifestare il prossimo 30 Maggio” .

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1 Commento


  • Giancarlo Staffo

    E’è uno sciopero giusto e centrato, incide, mobilita e organizza, lavoratori precari, servizi pubblici, casa e territorio. In qusta fase gli scioperi metropolitani con radiacamento organizzato sono più efficaci.
    degli scioperi generali a pioggia che riescono solo sul piano mediatico.

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